“Passion”, un film sulla difficoltà di conoscere l’animo umano

Articolo di Gordiano Lupi

Per vedere Passion, il primo film di Ryūsuke Hamaguchi – vincitore del premio Oscar per il miglior lavoro straniero con Drive My Car – fino a oggi inedito in Italia, adesso basta andare su Rai Play: https://www.raiplay.it/programmi/passion2008. Hamaguchi vince (nel 2021) l’Orso d’argento a Berlino con Il gioco del destino e della fantasia, ma il suo capolavoro resta Drive My Car, anche premio per la miglior sceneggiatura a Cannes. Tra l’altro prima di Passion aveva girato un cortometraggio come Like Nothing Happened (2003) e una sorta di lungometraggio (introvabile in Italia) come Solaris (2007). Hamaguchi è regista indipendente, classico e realista, di fatto naturalista, gira opere corpose dal montaggio compassato, molto introspettive, con una tecnica originale, composta da macchina fissa e paesaggi sullo sfondo che spesso assurgono a protagonisti. Passion è un film dall’impianto teatrale, basato su dialoghi forbiti e letterari, scritto con il proposito di mostrare il complicato intreccio di passioni e di amori che orbita attorno a un gruppo di amici. La trama, molto in sintesi, vede tre uomini e tre donne incontrarsi per una festa di compleanno, ma quando due di loro (Tomoya e Kaho) annunciano il prossimo matrimonio, assistiamo a un imprevisto susseguirsi di eventi e reazioni. Il gruppo si dissolve, le amicizie cominciano a scricchiolare, tra gelosie e nuove relazioni che si compongono, ritorni al passato, rivelazioni improvvise. Tutto va in crisi, sia le coppie formate che i rapporti storici di amicizia, sotto il peso di nuove rivelazioni e di giochi al massacro fatti di scomode verità. Interpreti principali: Aoba Kawai, Ryūta Okamoto, Nao Okabe, Fusaki Urabe, Kiyohiko Shibukawa. Éassion è un film drammatico sceneggiato sulla misura di 115 minuti, che non tocca la lunghezza di Drive My Car (tre ore), ma resta un lavoro complesso, riservato a un pubblico preparato, che ama il cinema alla Bergman. Pellicola molto verbosa, ricca di campi e controcampi, inquadrature fisse, attori che recitano rivolti alla macchina da presa, ma anche di momenti in cui scompaiono di scena lasciando il posto alle loro voci che si alternano mentre sullo sfondo – come in un palcoscenico immaginario – fuma una ciminiera. La pellicola è ambientata a Tokyo, città immensa che in alcuni quadri diventa protagonista come scenario dove si muovono le esistenze dei personaggi, mossi da distinte passioni, mentre la maggior parte delle sequenze sono in interni e godono di una recitazione molto teatrale. Il tema di fondo è la difficoltà di conoscere l’animo umano, la complessità del rapporto d’amore, mosso da passione e da tutta una serie di insondabili elementi. Cinema erotico raffinato, soprattutto cinema di analisi psicologica dell’animo umano, compiuto e maturo, dotato di solida struttura. Visibile su Rai Play in lingua originale, con sottotitoli, visto che una traduzione italiana con relativo doppiaggio non è stata ancora affrontata. Consigliato.

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