È risaputo che Roma non nacque in un giorno e sulla sua nascita ci sono varie teorie, principalmente una storica e una leggendaria. I testi comunque concordano sul fatto che il colle Palatino è stato lo scenario sul quale si stanziarono i primi insediamenti umani già novecento, ottocento anni prima della nascita di Cristo. All’inizio certamente furono i popoli dediti all’agricoltura e alla pastorizia che si stanziarono sui sette colli e scendevano lungo il Tevere per pescare, pascere il gregge e per coltivare. Probabilmente il primo re di Roma, Romolo, fu semplicemente colui che unificò per la prima volta tutta questa gente lì sparsa, partendo proprio dal Palatino, inglobando man mano gli altri colli: Aventino; Quirinale; Viminale; Esquilino; Celio e Campidoglio.
La storia è questa. Ci troviamo nell’età del ferro quando il territorio, oggi occupato da Roma, era caratterizzato da boscaglie, acquitrini e paludi; gli abitanti vivono sul Palatino e abitano in capanne costruite con fango e paglia; nuclei più piccoli di abitanti, invece, si stanziano sulle altre collinette; poi dalla Magna Grecia arriva la cultura ellenistica, tramite mediazione degli etruschi – che erano invece stanziati al Nord del Lazio (il nome “Roma” deriverebbe infatti da una parola etrusca “Rumon” che significa proprio “fiume”) – ciò rende quei nuclei abitativi più sofisticati e poi, durante la Repubblica, Roma diventa un importantissimo polo commerciale, economico, religioso e amministrativo. Piu tardi, quando la città già era abbastanza forte, si fa strada la rinomata leggenda dal momento che Roma doveva essere vista come voluta dagli dèi.
La leggenda è questa. La città di Troia cade in una guerra ferocissima; il valoroso guerriero Enea, figlio della dea Venere, fugge da lì e, dopo mille peripezie, sbarca sulle coste del Lazio, dove era destinato ad arrivare. Qui viene accolto dal Re Latino che gli darà in sposa sua figlia Lavinia, dalla cui discendenza nascerà Romolo. Stando al racconto, il figlio di primo letto di Enea, Ascanio, fonda Alba Longa dove regnerà un discendente di Enea stesso, il Re buono Numitore, che però venne deposto dal fratello minore -Amulio – il quale, per eliminare ogni rischio, fece uccidere suo nipote, il figlio maschio di Numitore, e obbligò la nipote, unica figlia femmina di Numitore, Rea Silvia, a diventare una sacerdotessa vergine, ma quest’ultima generò i due famosissimi gemelli dal Dio Marte: Romolo e Remo.
Dal canto suo, lo zio Amulio ordinò di catturare la nipote e di buttare i due bambini nel Tevere perché annegassero, ma il servo incaricato li mise in una cesta di vimini e li lasciò alla corrente del fiume. I bambini furono trovati e allattati da una lupa (probabilmente da una prostituta. Da qui lupanare, cioè bordello), poi furono presi in carica da due buon pastori, Faustolo e sua moglie Lacca Laurenzia, che abitavano sul colle Palatino. Qui le cose un po’ si confondono; infatti in “Ab Urbe Condita” di Tito Livio – “Storia di Roma” – si legge: “C’è anche chi crede che questa Laurenzia, i pastori la chiamassero lupa perché si prostituiva”.
Una volta adulti, i gemelli uccisero Amulio; rimisero sul trono il nonno Numitore e trasformarono il villaggio sul Palatino in una vera e propria città. Il problema era che entrambi volevano diventarne il re. Per una serie di circostanze leggendarie, legate alla superstizione che ha come centro la vista di alcuni uccelli in volo, i due fratelli litigarono fino a quando Romolo uccise Remo: “Così muoia chiunque altro oserà scavalcare le mie mura”, avrebbe detto Romolo.
Era proprio il 21 aprile del 753 prima dell’era volgare, quando il fratricida Romolo diventa il primo re di Roma: “Romolo gettò le fondamenta delle mura nell’undicesimo giorno precedente le calende di maggio, tra la prima e la seconda ora”, così scrisse Solino nel III secolo d. C., e grazie a lui possiamo dire che Roma venne fondata con Giove nei Pesci; Saturno, Venere, Marte e Mercurio nello Scorpione; Sole nel Toro e la Luna nella Bilancia.
Il 21 aprile, come data di fondazione, venne scelta da Marco Terenzio Varrone, il quale convenne su questa data grazie ai calcoli astrologici del suo amico Lucio Taruzio: “Tu ci hai fatto luce su ogni epoca della patria, sulle fasi della sua cronologia, sulle norme dei suoi rituali, sulle sue cariche sacerdotali, sugli istituti civili e militari, sulla dislocazione dei suoi quartieri e vari punti, su nomi, generi, su doveri e cause dei nostri affari, sia divini che umani”, così scrisse Cicerone su Varrone. Fatto sta che quel giorno coincideva con la festa per propiziare la fertilità del bestiame.
Molto importate perciò è lo studio dell’Eneide di Virgilio che racconta evidentemente la storia di Enea che, da Troia, parte per il Lazio dove, appunto, verrà fondata questa città mitica, definita più tardi Caput Mundi, che oggi soffia su 2775 candeline. La prima celebrazione della nascita di Roma avvenne nel 47 d. C. sotto l’imperatore Claudio.
Roma, capitale del mondo, onnipresente nello schema della Divina Commedia per quanto concerne al sistema storico – politico e alla Teoria dei due Soli; città eterna; primo esempio di civiltà sociale; capitale di un impero immenso; promotrice di una lingua immensa; hai influenzato milioni di abitanti nel mondo e continui a farlo nei tuoi fasti intramontabili nonostante le rovine.
Auguri Roma!