24 Luglio 2023, “Il giorno della Torcia” : Le fiamme della Sicilia

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

“Se bruciasse la città da te, da te io correrei” diceva cosi un nota canzone degli anni ’60, che in questi giorni, con un amarissimo sorriso pirandelliano, ha scatenato una tempesta di emozioni non facili da gestire.

La città s’ è bruciata, ma dove correre se la conca d’oro ed il resto della Sicilia in poche ore si è trasformata in una torcia?

Alle 18: 45, il Canadair aveva già tentato di spegnere alcuni roghi, ma nessuna potenza “salvifica” , era sufficiente a placare i gironi infernali della trinacria, sembrava di essere all’inferno in attesa della condanna di Minosse, a poco a poco le fiamme diventavano mostri famelici che ingoiavano senza pietà tutto ciò che gli era intorno : Alberi, piante, aiuole, case, e le urla della gente sembravano grida di chi ha compreso che non c’era scampo se non accettare con grande dolore tutto ciò che stava accadendo.

Le temperature elevate, sfiorati i 50°, e poi giusto per completare il dramma, i guasti delle centrali elettriche che hanno rallentato i soccorsi, isolando tutti da tutti, in un attimo molte persone hanno assistito alla distruzione delle loro case, addirittura, credo sia uno degli episodi più drammatici, l’incendio divampato in una casa durante una veglia funebre, la salma si è carbonizzata insieme alla cagnolina che ha preferito seguire il suo padrone. L’episodio è un marcatore che evidenzia la potenza dell’amore, che probabilmente gli umani hanno perso. Sì, proprio gli umani, perché finito tutto, adesso c’è il silenzio che urla giustizia. Silenzio da parte di chi dovrebbe, senza ulteriori logiche burocratiche, dare inizio al ripristino dei territori.

Quanto ancora la Sicilia, ed il popolo dei siciliani,ogni giorno inzuppano il minuscolo pezzo di pane nelle lacrime e nel sudore dei sacrifici.

Intervistando il dottor. Alessio Savona, esperto in Scienze Turistiche , e filantropo, ha espresso il suo rammarico nei confronti di chi ha vissuto l’incendio da lontano, quasi come Nerone durante l’incendio di Roma:

“Sono addolorato, rammaricato, basito, da questo immane scenario, mancano le strutture adeguate alle emergenze, mancano i canadair, manca il personale dei vigili del fuoco ed i guardia fuoco, insomma manca tutto ciò che è necessario ad una città, ad una terra, di millenaria cultura. Molti turisti hanno rinunciato alle vacanze in Sicilia, chi invece ha deciso di arrivare comunque, ha potuto constatare i disservizi. I due aeroporti principali stanno ancora funzionando a metà, a causa dei danni provocati dall’incendio. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRRè ) deve necessariamente far ripartire l’isola, investendo per la tutela dell’ambiente. E’paradossale sapere che aerei da guerra di nuova fabbricazione, fendono i cieli del mondo, e per acquistare qualche canadair, e implementare personale qualificato, non se ne parla, non se ne discute… Intanto i nostri occhi non possono non guardare tutta la desolazione che c’è intorno… la Speranza dovrebbe essere l’ultima a morire, ma ahinoi… per cosa sperare?”

Le Parole di Savona, lasciano un punto interrogativo di riflessione.

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