Pesaro: Premio Internazionale Apoxiomeno – Intervista a Rossini TV prima della cerimonia di consegna dei riconoscimenti nella veste di Giurato.
Un 2022 pieno di grandi successi per il professor Francesco Pira e tanti traguardi raggiunti. Un uomo e un professionista impegnato nel sociale che affronta il suo lavoro con assoluta dedizione e passione.
Recentemente, è stato nominato giurato del Premio Internazionale Apoxiomeno 2022. Un evento importantissimo che ha preso il via a Pesaro, meravigliosa città delle Marche, il 9 settembre e si è concluso il 18 settembre.
Nel 2021 il professor Pira era stato premiato nella categoria “Sociale” e quest’anno ha vissuto questa esperienza unica da giurato e nel ringraziare il colonnello Orazio Anania, Presidente del Premio Apoxiomeno, ha espresso la sua gioia per i riconoscimenti ricevuti dai suoi corregionali, Gaetano Savatteri nella sezione “Letteratura” (scrittore e giornalista, il papà di Makari oggi anche una fortunata serie televisiva) e Gaetano Aronica nella sezione “Teatro” (regista attore che ha ottenuto il riconoscimento per lo spettacolo Ombre con la Compagnia del Teatro Pirandello di Agrigento ed è stato ricordato per la sua interpretazione del Giudice Paolo Borsellino).
Credo sia doveroso ricordare che il prof. Francesco Pira sociologo, è professore associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, dove è Direttore del Master in “Esperto in comunicazione digitale per PA e imprese”. È Delegato del Rettore alla Comunicazione. Coordina per l’Italia il progetto OIR su progetti educativi per le persone disabili, con le Università di Lublino (Polonia) e Oviedo (Spagna).
Nelle sue ricerche ha rivolto particolare attenzione alle dinamiche della comunicazione politica, pubblica e sociale. Attualmente la sua principale area di ricerca è focalizzata sulle dinamiche generate dai social media e sui nuovi modelli di relazione sociale ad essi connessi. Autore di oltre 60 pubblicazioni e articoli scientifici.
Al professor Pira ho chiesto quali sono state le sue emozioni nel ricoprire un ruolo così prestigioso.
Professor Pira, cosa significa per lei far parte di una giuria tanto autorevole?
«Essere giurato del Premio Internazionale Apoxiomeno 2022, che si è svolto e concluso nella splendida cornice di Pesaro, è stata un’emozione indescrivibile. Stare insieme ai grandi del cinema internazionale, far parte di una giuria cosi prestigiosa, è sicuramente sempre un’emozione. L’emozione è diventata ancora più grande, perché sono stati premiati due siciliani, due agrigentini. Gaetano Savatteri, autore dei fortunati romanzi legati alla serie televisiva Màkari, racamultese e volto noto della tv come giornalista Mediaset che, negli ultimi anni, si è affermato come scrittore. Oltretutto, la serie televisiva, nata dai suoi romanzi, ha avuto un grandissimo impatto sul pubblico. L’altro premiato è l’attore e regista Gaetano Aronica che ha interpretato il giudice Borsellino, un agrigentino eccellente che nel 2020 è stato protagonista nella serie tedesca di Netflix Barbari.
L’International Police Association (IPA), ha organizzato il XXVI International Police Award Arts Festival (IPAAF), è un riconoscimento che viene assegnato a personaggi dello sport, dello spettacolo e della cultura italiana ed internazionale che, attraverso la loro attività lavorativa o professionale, raccontano il lavoro del tutore dell’ordine. Il Presidente del Premio Apoxiomeno è il colonello Orazio Anania, che ringrazio per avermi voluto in giuria. Quindi, dopo aver ricevuto l’anno scorso il premio per il “Sociale”, essere coinvolto quest’anno come giurato è davvero per me un’esperienza straordinaria. Faccio i migliori auguri a Gaetano Savatteri, a Gaetano Aronica e a tutti i coloro che rappresentano la Sicilia nel mondo. Inoltre, è stato ricordato alla presenza dei figli Leonardo ed Alessandra Celi il grande attore messinese Adolfo Celi».
Qual è stato il suo impegno nell’ IPA (International Police Association)?
«Abbiamo condiviso momenti importanti di didattica sia in Italia che all’estero. Penso al convegno annuale all’Università di Wroclaw o ad altri importanti eventi in Italia e all’estero. Educare alla legalità oggi significa combattere con ogni mezzo ogni forma di devianza sulla rete».
Una società sempre più egoista e indifferente. Vi è la cosiddetta “nicchia a proprio uso esclusivo dell’individuo”, di cosa si tratta?
«La nicchia costruita dall’individuo prevede un “mondo perfetto” di relazioni o pseudo tali. Scelgo chi la pensa come me e chi approva il mio sentiment. Bauman, ci dice eliminiamo tutto ciò che è in discordanza con il nostro sentire. E questo apre a quel concetto di consumismo identitario, che alimenta il provvisorio. Così ciascuno sulla propria lavagna, scrive e cancella con un colpo di spugna. L’idea che il nostro agire sociale si possa costruire su scelte come da un carrello e-commerce, mi piace: compro. Invece, come ancora una volta Bauman ci ricorda, il vivere in comunità è fatto della fatica del confronto, dell’ascolto e della mediazione, che apre però alla più grande risorsa, motore della civiltà: la conoscenza. Sul palco si è esibita una giovane cantante che ha eseguito un suo brano intitolato PANICO in cui parla del disagio giovanile. L’arte in genere può intercettare i bisogni della società».
Al centro di questa “rivoluzione” c’è la generazione dei nativi digitali, la generazione Z, bambini, preadolescenti e adolescenti, che sono nati già immersi nelle tecnologie digitali.
«Certamente. Tutto alla portata di un dito, pensiamo alla manina con dito puntato, icona ormai entrata nella nostra memoria visiva, che ci invita al click. Sembra stare tutto in quel dito, simbolo per antonomasia dell’affermarsi della società digitale di cui spiega Barricco, nel suo libro The Game, nel quale sottolinea come il termine digitale venga dal latino digitus, dito. Così lo sviluppo di app e applicativi stanno introducendo regole non dichiarate, che conducono gli individui a un agire orientato e “guidato” dalla tecnologia, o per meglio dire dai suoi sviluppatori».
La separazione tra on e off non esiste più, siamo nel fluire continuo, anzi è ormai chiaro che l’universo relazionale delle nuove generazioni, dai bambini agli adolescenti, si costruisce attraverso l’uso delle tecnologie, alla comunicazione verbale, all’interazione diretta si sono sostituite, le comunicazioni via chat e l’uso del web come luogo di espressione del sé. Il problema sono le devianze della rete come ad esempio il cyberbullismo. So che lei ha approfondito questo fenomeno e può fornirci alcuni dati precisi.
«Gli ultimi report dimostrano come violenza e cyberbullismo non siano più marginali, ma prassi comportamentale. Riporto i dati raccolti da Terre des Hommes insieme a ScuolaZoo all’interno dell’Osservatorio indifesa: 6 partecipanti su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online. Sono le ragazze ad avere più paura, soprattutto sui social media e sulle app per incontri, lo conferma il 61,36% di loro. Tra i rischi maggiori sia i maschi che le femmine pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%), a seguire per i ragazzi spaventa di più la perdita della propria privacy (49,32%) il Revenge porn (41,63%) il rischio di adescamento da parte di malintenzionati (39,20%) stalking (36,56%) e di molestie online (33,78%). Mentre dopo il cyberbullismo, l’incubo maggiore per le ragazze è il Revenge porn (52,16%) insieme al rischio di subire molestie online (51,24%) l’adescamento da parte di malintenzionati (49,03%) e la perdita della propria privacy (44,73%)».
Attualmente, da sociologo della comunicazione, da giornalista e da studioso della società, si sta interessando alla narrazione del conflitto russo-ucraino. Ogni giorno i giornali e i social network riportano notizie e testimonianze terribili che dimostrano la gravità della crisi umanitaria in atto. Noi non sentiamo il rumore delle armi, non vediamo i combattimenti e quando un evento è lontano da noi sembra quasi non appartenerci. A peggiorare la situazione è la disinformazione che di fatto ha raggiunto il suo obiettivo: confondere le persone e destabilizzarle…
«Si, purtroppo. Una delle caratteristiche più potenti delle dinamiche della disinformazione è la loro capacità di attraversare mezzi diversi, generando l’effetto definito come crossmedialità. Gli individui si trovano schiacciati tra il flusso continuo di notizie e un uso senza scrupoli di alcune parole chiave specifiche che servono a cercare, in maniera ossessiva il consenso, di fronte ad una grave crisi di credibilità.
Le architetture delle piattaforme online favoriscono gli scambi comunicativi tra persone che la pensano allo stesso modo e con le quali non si genera dissonanza cognitiva, ma che anzi risultano più interessanti grazie alla somiglianza sociale. Il volume “Bugie di guerra. La disinformazione russa dall’Unione Sovietica all’Ucraina” di Francesco Bigazzi, Dario Fertilio e Luigi Sergio Germani, svela i segreti del sistema di disinformazione e della propaganda russa in Italia, in Ucraina e nel mondo, con documenti e dovizia di particolari».
Ma a pagarne le conseguenze sono i bambini, prima della pandemia e adesso della guerra...
«Si. tanti bambini hanno perso la vita e tanti altri la perderanno. Nella società 3.0, i bambini sono sempre più soggetti deboli, spesso vittime di violenza diretta e indiretta, sono il soggetto/oggetto di narrazioni giornalistiche, a cui si aggiunge l’universo dei social media nel quale troviamo una moltitudine di bambini invisibili o inconsapevoli. In Italia, arrivano bambini senza i loro genitori, donne che sono state violentate e uomini che sono stati torturati. La piaga degli abusi su minori è forte aumento, anche i dati della polizia postale italiana lo evidenziano, mostrando come lo spettro delle vittime sia ampio e diffuso. Nel corso del 2021, la Polizia Postale ha trattato 5.316 casi di pedopornografia, con un aumento del 47% rispetto all’anno precedente. In aumento anche il numero di minori avvicinati sul web da adulti abusatori, pari a 531, per lo più di età inferiore ai 13 anni. I pedofili o groomer (adescatori di adulti interessati a minori) che sfruttano la rete e i suoi servizi per cercare di entrare in contatto con i minori sono stati 208, pari al 15% del totale degli indagati per scambio di materiale pedopornografico (1.421 adulti). (fonte: dossier Polizia Postale – Save The Children 5 Maggio, 2022). Questo rende ancora più evidenti a quali rischi sono soggetti i minori che fuggono da guerre, fame senza nessun strumento di protezione».
Allora, cosa vuol dire vivere nella modernità?
«Vivere nella modernità non significa che gli individui possiedano gli strumenti per educare e proteggere i bambini nella società. Ci vuole un patto di responsabilità che coinvolga le famiglie, la scuola, le parrocchie e le associazioni, Chiunque subisce violenza deve trovare la forza di ribellarsi. Tutti dobbiamo lottare contro ogni forma di sopruso nei confronti non solo delle categorie più fragili, ma anche di qualsiasi persona. Dobbiamo fermare questa ondata di “cattivismo” e cercare di dare spazio a valori fondamentali come il rispetto e l’altruismo».