Giovane coppia degli anni cinquanta vive in una cittadina stile Happy Days. Nessun pericolo nella comunità di pochi eletti dove Alice e Jack costruiscono giornate perfette. Il paesino ricco di persone per bene è tutto quello che ci si aspetterebbe come cornice a una vita invidiabile, ma qualcosa non torna alla mogliettina. La donna si accorge che dietro quel sito di sogno si nasconde una realtà controllata da finti benefattori e che la serenità non è altro che il frutto di una prigione. Alice comincerà a indagare scoprendo una verità fatta di obblighi e patriarcato.
Don’t Worry darling è un film del 2022 diretto da Olivia Wilde. Il lavoro della regista è difficilmente contenibile in un solo genere. Si va dalla distopia in stile Matrix alle contaminazioni di Truman Show, il tutto in salsa femminista. La bambolina che in realtà pensa, impegnata a sgominare una fantomatica azienda che maschera dietro il paradiso, una prigione di cavie da esperimento sociale. Curato decentemente sotto un aspetto formale, il film si presenta come un atto d’accusa a una società priva di sfumature concentrandosi sulla mascolinità endemica.
La sceneggiatura funziona a tratti ma difetta di fantasia nello sviluppo che sa di collage, buona invece la ricostruzione degli ambienti in grado di creare l’atmosfera ideale del decennio. Don’t è una storia di emancipazione corretta ma un po’ semplicistica nelle argomentazioni. Una fantascienza posticcia attraversa tutto il film dimostrando eccessiva acredine nelle valutazioni dei personaggi. Che la protagonista si accorga dello sbagliato è legittimo ma i personaggi di contorno sembrano stereotipi della peggior specie e l’attacco al pensiero unico finisce inevitabilmente per crearne un altro.
Si propone qualcosa di conosciuto, riuscendo a creare un minimo di attesa nello spettatore che procede piuttosto banalmente fino a un finale classico e discutibile. Cinema sufficiente per una domenica pomeriggio sempre che siano approfonditi pochi titoli del passato e si scambi per novità il risultato .