Le mani sulla città non è un film drammatico, come viene comunemente definito dai critici cinematografici, a mio parere è neorealismo politico, prezioso come documento d’epoca, di altissimo valore culturale. Film impegnato da un punto di vista civile, che si sforza di denunciare il malaffare e la speculazione edilizia degli anni Sessanta, in questo caso a Napoli, ma il problema era esteso in tutta Italia e forse non è ancora del tutto superato. Edoardo Nottola (Rod Steiger, doppiato da Aldo Giuffrè) è il consigliere comunale – costruttore, membro di un partito di destra che governa Napoli (ricorda il monarchico Achille Lauro), coinvolto nello scandalo di un palazzo che crolla in un quartiere popolare, fa due vittime e un bambino perde le gambe. Tutto il film ricostruisce le sedute del Consiglio Comunale, l’elezione del nuovo sindaco De Angelis (Salvo Randone) e la rielezione dell’assessore indagato da una commissione d’inchiesta che insabbia le accuse. La sinistra conduce una battaglia spietata ma viene messa a tacere dalla maggioranza, che compra i voti del partito di centro con promesse di future possibilità governative. Un film recuperato dalla Cineteca Nazionale, che alla sua uscita produsse un certo scalpore per la veridicità della trama e che dev’essere conservato a futura memoria, vista l’importanza sociale e politica che ancora riveste. Notevole la tecnica di regia, che passa dal piano sequenza ai primi piani, inserendo suggestive panoramiche di Napoli. Fotografia in bianco e nero di Gianni Di Venanzo, verista ed evocativa. Musiche di Piccioni che accompagnano il crescendo di tensione, con un montaggio compassato curato da Serandrei. Sceneggiatura scritta dal regista, insieme ad alcuni collaboratori, tra i quali spicca Raffaele La Capria, forse lo scrittore che più conosceva la Napoli degli anni Sessanta. Attori molto bravi, soprattutto Rod Steiger (lo ricordiamo con Lizzani nella parte di Mussolini) e il teatrale Salvo Randone. Realismo estremo, il giornalista Renzo Farinelli interpreta la parte di un politico socialista, mentre il consigliere di sinistra De Vita è un vero sindacalista (Fermariello). Le mani sula città è il quarto film di Rosi, tra i più politici e i meno spettacolari, anche se la scena del crollo del palazzo napoletano è girata con grande realismo e senso del dramma. Francesco Rosi (Napoli, 1922 – Roma, 2015), sempre impegnato politicamente, girerà altri film inchiesta come Il caso Mattei (1972), ma si dedicherà anche a fiction colte come Cristo si è fermato a Eboli (1979), Cronaca di una morte annunciata (1987) e La tregua (1997), il suo ultimo lavoro. Da rivedere, tenendo presente che tutto va storicizzato e che alcune parti risultano datate.
Paese di Produzione: Italia, 1963. Durata: 105’. Genere: Drammatico. Regia: Francesco Rosi. Soggetto: Francesco Rosi, Raffaele La Capria. Sceneggiatura: Enzo Forcella, Raffaele La Capria, Enzo Provenzale, Francesco Rosi. Produttore: Lionello Santi per Galatea Film. Fotografia: Gianni Di Venanzo. Montaggio: Mario Serandrei. Musiche: Piero Piccioni. Scenografia: Angelo Canevari. Interpreti: Rod Steiger (Edoardo Nottola), Salvo Randone (De Angelis), Guido Alberti (Maglione), Carlo Fermariello (De Vita), Angelo D’Alessandro (Balsamo), Dany Paris (Dany), Marcello Cannavale (amico di Nottola), Dante Di Pinto (Presidente commissione), Alberto Conocchia (amico di Nottola), Terenzio Cordova (commissario), Gaetano Grimaldi Filioli (amico di Nottola).