“Versi di pace”: L’arte e la poesia contro la guerra

Articolo di Domenico Letizia

Si terrà giovedì 10 novembre, dalle ore 17,30, presso l’Istituto San Luigi di Acireale, la presentazione del nuovo libro “Versi di pace”, edito dal giornale “La Voce Dell’Jonio”. In occasione dell’evento sarà presentata la poesia “Anime a soqquadro” della dottoressa Angela Ganci, psicologo, psicoterapeuta, scrittrice e giornalista di Palermo, pubblicata all’interno del Volume edito dal prestigioso periodico d’informazione cattolica fondato da Orazio Vecchio. Un contributo impegnato e intenso che inneggia alla pace e al rifiuto di ogni forma di guerra, con particolare riferimento alla guerra tuttora in corso in Ucraina, come ben si evidenzia dalle prime note: “Tu pace, desiderio rovente di ogni popolo e impegno sociale delle nazioni tutte, Pace nell’anima, Pace nel cuore delle città martoriate, Pace nel fumo spinoso delle bombe lanciate per dispetto”. Una pubblicazione che vuole rilanciare, attraverso l’arte e la poesia, le tragedie degli ultimi mesi e le news sul conflitto che continuano ad arrivare dall’Europa orientale. Mentre il mondo assiste alla tragedia umanitaria del conflitto, Kiev raziona l’elettricità. Sul campo si combatte nella regione di Donetsk, in direzione di Bakhmut e Avdiyivka: “Tutti i nostri soldati che ricoprono posizioni in queste direzioni nella regione di Donetsk sono semplicemente eroi”, ha recentemente ribadito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale su Telegram.

Non è facile sapere se il mondo attualmente sia più o meno violento di quanto lo fosse ieri, né se i moderni mezzi di comunicazione e la mobilità che caratterizzano la nostra epoca ci rendano più consapevoli della violenza o più asserviti all’esasperazione e alla tragedia umana. In ogni caso, questa violenza che si esercita “a pezzi”, in modi e a livelli diversi, provoca enormi sofferenze di cui siamo ben consapevoli: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalità, violenza di genere, di popolo, violenza nei confronti dell’infanzia e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell’ambiente.

La pace non è assenza di guerra né può ridursi, come spesso e su vari quadranti mondiali è stato, alla ratifica dei rapporti di forza imposti sul campo di battaglia. Non vi è pace senza giustizia. La pace non è, o non dovrebbe essere, sinonimo di resa. Pace non significa soltanto assenza di conflitto evidente: soltanto una pace giusta, che si basi su diritti e dignità di ogni individuo, è una pace veramente duratura. Laici e credenti hanno a cuore l’idea di una pace che sia stabile e ciò non può esservi laddove agli esseri umani è proibito esprimersi, è tolto il diritto di parlare liberamente o venerare il Dio prescelto, dove viene impedito di scegliersi i propri governanti o di riunirsi senza timori per le conseguenze. La pace giusta ha bisogno di una visione che vada oltre la contingenza di un angosciante presente, di leader che sappiano andare controcorrente, non di personalità abili a cavalcare l’umore del momento, finendo per coltivare e innescare ulteriori insicurezze o alimentando sogni di patria e grandezza, ma avendo chiara la meta da perseguire e i valori umani e universali da preservare.

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