Preferisco il Paradiso, ovvero come commuovere e divertire narrando la vita di San Filippo Neri, inventore degli oratori e del catechismo, fondatore di una confraternita dedita all’educazione dei ragazzi e alla cura dei malati, attorno al 1600, periodo cupo per la Chiesa Cattolica. Giacomo Campiotti è regista diligente, che nel cinema si ricorda per un pugno di pellicole (Il tempo dell’amore, Bianca come il latte …) ma in televisione lavora molto, sia per miniserie che per fiction. Tra le più recenti, piuttosto riuscite, ricordiamo Chiara Lubich con Cristiana Capotondi e Ognuno è perfetto, oltre a questa originale versione della vita di San Filippo Neri. Luigi Proietti è il protagonista perfetto, interpreta il personaggio con leggerezza e grande senso del comico, stemperando i momenti sacrali, minimizzando i miracoli e rappresentando il Santo come un uomo buono che trova la vocazione vivendo a contatto con i giovani. Preferisco il Paradiso è il refrain musicale che Filippo Neri insegna ai ragazzi di strada non appena li raduna sotto la sua protezione, quando comincia a vagheggiare l’idea di un oratorio, una musica che l’accompagna per tutta la vita e che canticchia in punto di morte. Il regista e gli sceneggiatori (soprattutto Giorgio Mariuzzo che scrive la storia) vogliono sottolineare la differenza tra Chiesa militante e gerarchie ecclesiastiche, mettendo il dito sulla piaga della corruzione clericale, trasformando il Santo in un simbolo di bontà e dedizione al Signore. I miracoli ci sono, il regista li presenta bene, avvolti in un alone di mistero, facendo capire che il vero miracolo sta nella bontà d’animo che trasforma gli uomini, nel sentimento di affetto che salva e redime le anime, nella fede che modifica i cuori. Un film che non segue la vita del Santo secondo la regola ecclesiastica, visto che molta storia è romanzata, ma la vita di San Filippo Neri che toglie i bambini dalla strada, aiuta i poveri e cura i malati (insieme a Persiano) c’è tutta. Le regole del cinema devono essere rispettate, abbiamo il cattivo da redimere e l’invidioso, il perfido e il buono, di sicuro il contenuto è un po’ troppo schematico, ma trattandosi della vita di un Santo non era facile fare di meglio. Ottima la fotografia anticata di Marco Onorato, ambientazione romana ricostruita benissimo tra Pienza e Viterbo, costumi che non fanno una grinza, uso della computer grafica discreto per le necessarie elaborazioni monumentali. Tra gli interpreti un grande Proietti (che ci manca troppo), un ottimo Francesco Salvi (Persiano), un classico Roberto Citran (il cardinale invidioso), una bellissima Francesca Chillemi (Ippolita), ma si ricordano anche Paoloni e Fiorentini nei panni di due pontefici. La miniserie porta a immedesimarsi nelle vite dei personaggi, a parteggiare per loro, a commuoversi, a provare rabbia, compassione, paura, indignazione. Tutto questo significa che regista e sceneggiatori sono riusciti a conferire credibilità a un impianto che soffre solo di un minimo di struttura didascalica, ma era impossibile evitarlo. La miniserie è uscita nel 2010, in due puntate, su Rai Uno, ma è stata replicata dopo la morte di Proietti il 3 novembre 2020, quindi di nuovo trasmessa nel pomeriggio, il 2 novembre 2022, per ricordare i due anni dalla scomparsa dell’attore romano. Da rivedere.
Paese di Origine: Italia, 2010. Formato: Miniserie TV in 2 puntate. Genere: Biografico, Commedia. Durata: 100’. Lingua: Italiano. Regia: Giacomo campiotti. Soggetto: Giorgio Mariuzzo. Sceneggiatura: Giorgio Mariuzzo, Monicca Zapelli, Giacomo Campiotti, Mario Ruggeri. Fotografia: Marco Onorato. Montaggio: Roberto Missiroli, Alessandro Lucidi. Musiche: Marco Frisina. Scenografia: Cosimo Gomez. Costumi: Enrica Biscossi. Effetti Speciali: Ubik. Produttore: Luca Bernabei. Produttore Esecutivo: Daniele Passani. Case di Produzione: Lux Video, Rai Fiction. Prima Visione: Rai Uno, 20 settembre – 21 settembre 2010. Interpreti: Gigi Proietti (San Filippo Neri), Francesco Salvi (Persiano), Roberto Citran (Cardinale Capurso), Sebastiano Lo Monaco (Principe Nerano), Francesca Chillemi (Ippolita), Elisa Felice (Ippolita bambina), Antonio Silvestre (Michele), Josafat Vagni (Mezzapagnotta), Mariano Matrone (Mezzapagnotta bambino), Francesca Antonelli (Zaira), Niccolò Senni (Pierotto), Adriano Braidotti (Alessandro), Francesco Grifoni (Aurelio), Toni Mazzara (Galiotto), Jesus Emiliano Coltorti (Camillo), Poalo Paoloni (Gregorio XIII), Sergio Fiorentini (Papa Sisto V), Giulia Salerno (Giovannina).