Agli inizi del 1600 Caravaggio è a Napoli ospite della famiglia Colonna. Il pittore aspetta la grazia del Papa che lo salverebbe dalla morte. Accusato di aver ucciso un uomo, il Merisi prova a scagionarsi sostenendo la legittima difesa. Dedito a una vita dissoluta l’artista della tela trae ispirazione dalle sue frequentazioni dubbie trasformandole in opere d’arte. Un inquisitore incaricato direttamente dalla chiesa ha il compito di indagare gli ambienti corrotti dove Caravaggio gravita al fine di poterlo accusare con maggior zelo.
L’ombra di Caravaggio è un film del 2022 diretto da Michele Placido. L’attore e regista fa una ricostruzione della vita del Merisi partendo da un espediente narrativo come aveva fatto di recente Pupi Avati per il suo Dante. Il lavoro di Placido è godibile e accurato quanto basta. Senza approfondire eccessivamente Caravaggio L’ombra è una serie di frammenti nella vita di un pittore che ha fatto arte andando a sovvertire ogni regola conosciuta. Una buona fotografia , giocata sui chiaroscuri canonici del Merisi, rendono il film uno sceneggiato di ottima fattura dove potersi avvicinare all’opera di un grande dell’arte senza dover sorbire toni da saggio .
Sicuramente non un biopic L’ombra di Caravaggio ha il pregio di restituire l’anima turbata del protagonista ma anche i suoi sentimenti alti e le sue passioni sfrontate. Placido si dimostra un buon regista disattento nella sua attenzione che lo porta a divulgare storie rendendole facilmente consumabili. Riccardo Scamarcio, il protagonista, è efficace nel distanziarsi dal personaggio per poi riprenderlo . Questo modo di lavorare dell’attore rende chiare le contraddizioni di un uomo perennemente in fuga. Cinema d’intrattenimento che Placido riesce a rendere un buon punto di partenza per tramandare un interesse verso Caravaggio. Attraverso una regia volutamente marcata Placido riesce a rendere le emozioni vere protagoniste, quelle che Merisi riesce ancora oggi a regalare.