La storia della Marvel nella vita di un creativo e uomo d’affari amato e controverso

Articolo di Gordiano Lupi

Un libro gaglioffo edito da Rizzoli, tradotto dall’edizione nordamericana, scritto da Abraham Riesman, che trasuda invidia da ogni pagina. Un concentrato di cattiverie gratuite nei confronti di un uomo geniale che meriterebbe solo rispetto, un pamphlet che secondo la nostra legislazione potrebbe essere soggetto a querela per diffamazione una pagina sì e una no e che in Italia non si potrebbe mai scrivere. Comprato per errore, purtroppo, letto fino in fondo, perché la Riesman sa scrivere, confeziona un saggio di facile lettura con la tecnica del best-seller e fa incazzare non poco uno che ha conosciuto Stan Lee dai fumetti Corno e che lo ama con tutto se stesso dal 1970. Libro gaglioffo anche nella copertina, con un’immagine ammiccante (ma brutta) di Stan Lee e il titolo scritto a caratteri cubitali, perché l’autrice del saggio è una signora nessuno, mentre il nome del personaggio è universalmente noto, anche a chi non ha mai letto un fumetto. Riesman mette in dubbio tutto, non solo la genialità dello scrittore, afferma che Stan Lee non avrebbe scritto niente, limitandosi a sfruttare il lavoro degli altri per far soldi e carriera. L’autrice fa capire che Spider Man sarebbe un’invenzione del solo Jack Kirby, come Fantastici Quattro, Iron Man, Hulk, Thor e molti altri personaggi del mondo Marvel. Il saggio porta un gran numero di testimonianze contro Stan Lee, lo accusa di aver quasi circuito Steve Ditko e di averlo costretto a dimettersi, inoltre afferma che Roy Thomas e Gerry Conway sarebbero stati soltanto dei servi sciocchi del suo potere. Un libro inutile, anzi dannoso, da evitare come la peste, se amate i fumetti Marvel, perché è costruito con lo scopo di distruggere un mito. Tutto il male possibile che si può scrivere su Stan Lee come mancato creativo viene scritto, oltre a narrare le presunte nefandezze compiute con alcune società costruite per entrare nel mondo del cinema e a raccontare compromessi e amicizie pericolose. L’autrice non ci risparmia dissidi familiari, contrasti tra Stan e il fratello Larry, una moglie spendacciona (molto amata), il fatto che il Sorridente dovesse lavorare molto e fare cose meschine per soddisfare la cupidigia di moglie e figlia. La parte peggiore dell’opera è riservata alla figlia Joan, trattata come una bipolare affetta da mania di spesa compulsiva, accusata di aver maltrattato il padre quando doveva occuparsene negli ultimi due anni di vita, dopo la morte della madre, e di aver fatto in modo di assicurarsi tutta la sua eredità. Non vorrei dire altro su questo libercolo che farebbe venir voglia di rispedirlo a Rizzoli, se non l’avessi pagato 25 euro. Se potete, evitate di compralo. Non vale neppure la metà del prezzo di copertina ed è solo un contenitore di menzogne e cattiverie. Lettori avvisati …

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