Oggi conoscere una lingua straniera non è solo un qualcosa in più: è una necessità per chi aspira ad una carriera. E la seconda lingua più richiesta è senza dubbio l’inglese. In molte scuole questa lingua viene insegnata sin dalla più tenera età. E non mancano progetti per insegnare diverse materie in inglese anche in Italia. Non sempre, però, questo si trasforma in una conoscenza reale della lingua inglese.
L’English Proficiency Index (Epi) condotto della società di formazione linguistica Ef (Education First) ha analizzato la conoscenza dell’inglese nei paesi dove questo non è lingua nazionale. La ricerca, effettuata su milioni di adulti in oltre 100 paesi, vede al primo posto i Paesi Bassi seguiti da Svezia e Norvegia. Molto indietro invece altri paesi europei come la Spagna (35esima) e l’Italia (36esima). l’Italia è all’ultimo posto Impietoso il giudizio degli esperti: “L’Italia e la Spagna sono ancora in ritardo rispetto a tutto il resto dell’Unione”, si legge nel rapporto. Fuori dall’Unione fanalini di coda della classifica sono Turchia, Georgia e Azerbaigian.
Ma se l’Italia non se la passa bene nel confronto con gli altri paesi, l’analisi non è meno impietosa se si guarda all’interno dei confini nazionali. L’analisi firmata dall’Osservatorio #Conibambini, realizzata da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha analizzato i risultati dei test Invalsi di terza media 2021/22. Da questi dati è emerso che i 20 capoluoghi con i punteggi più alti si trovano prevalentemente nell’Italia settentrionale (18 su 20). In testa a tutti Trento, Bolzano (lingua italiana) e il Friuli Venezia Giulia che si attestano poco sopra i 220 punti. Dietro la Valle d’Aosta, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna. Intorno alla media nazionale l’Abruzzo (204,6). Molto al di sotto della media (quota 200) si sono piazzati gli alunni della Basilicata, della Puglia, della Sardegna, della Campania, della Calabria e, fanalino di coda, la Sicilia. Nelle ultime 3 regioni in particolare i risultati sono stati sotto la soglia di 190. In particolare, con meno di 185 punti medi, ci sono Agrigento (184,48) e Trapani (179,61).
Il fatto che i venti capoluoghi con i punteggi più bassi si trovano tutti nel mezzogiorno (10 nell’Italia continentale e 10 nelle isole di cui ben 8 in Sicilia) dovrebbe far riflettere sulla qualità dei servizi offerti in queste regioni.
In generale si tratta di numeri che confermano (se ce ne fosse bisogno) che lo studio dell’inglese continua a essere il tallone di Achille degli studenti italiani. In particolare degli studenti del Sud e della Sicilia. E dato che a quanto pare questa sarebbe una delle cause della disoccupazione giovanile in ambito europeo….