E’ solito dire, quando muore una persona, che era il migliore, che era una persona speciale, frasi di circostanza che a volte lasciano un amaro sorriso,
ma non è il caso per il Sovraintendente di Polizia, Capo Coordinatore Francesco Lotà, scomparso lo scorso 10 Febbraio all’età di 62 anni.
Padre e marito esemplare dedito al lavoro, che per più di quaranta anni ha svolto con grande passione e correttezza morale. Franco, così lo chiamavano tutti, ha iniziato, appena diciottenne, la sua ineccepibile carriera nella Polizia di Stato, ed ha sempre portato con orgoglio la sua divisa. Negli anni novanta dopo gli attentati a Falcone e Borsellino, ha svolto per diverso tempo servizio come agente di scorta, da lì in avanti è stato un crescendo di promozioni fino a Sovraintendente Capo.
Durante il tempo libero si dedicava alla sua grande passione: La musica ed il canto, l’ultima canzone che ha cantato, dedicandola alla amatissima moglie è stata “Rose Rosse”
Ai funerali hanno partecipato gli storici colleghi in uniforme trasportando il feretro a spalla, segno di riconoscimento e gratitudine. La vedova Angela, prima del corteo, insieme ai figli, Fabio, Alessio, Samuele e Miriam, si sono inchinati davanti alla squadra ed ai numerosi partecipanti.
Il collega Gaetano Valenza lo ha ricordato così:
“Francesco meritava questo e tanto altro ancora, era una gran brava persona, un serio professionista e soprattutto un grande amico. Personalmente lo conoscevo da circa quaranta anni, era una persona solare e sempre pronto per una buona parola per tutti. Non conosceva la cattiveria e aveva sempre pronto un sorriso ed una risata.”
I cugini Gambino-Di Giovanni hanno effettuato una donazione a due associazioni culturali: L’ Albero Verde della Vita e “WikiPoesia” Enciclopedia poetica , che le conferirà l’onorificenza di Cittadino della Repubblica dei Poeti. Frasi di cordoglio da parte delle Dame dell’ Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.