“Il procuratore muore” è il nuovo libro di Luisa Valenzuela edito da Le assassine Edizioni. Il commissario Masachesi, ormai nel pieno della sua terza età, è stato costretto ad un pensionamento anticipato. La sua è una vita tranquilla scandagliata quasi dalla noia, fino a quando, scosso da vicende particolari ritrova il senso della giustizia mai perso, e con la sua ritrovata amica d’infanzia Teldi, si troverà ad investigare su un presunto assassinio che vede la morte di un procuratore.
Tra i vari legami è importante quello con la psicologa Adriana Mondriàn. La dottoressa, sembra possedere una dote molto rara: durante le sedute, è capace di mettere in pausa l’emisfero che si occupa della parte razionale. Finita la seduta, tutto ciò che si è detto, finisce nel dimenticatoio. Non si tratta del cosiddetto giuramento di Ippocrate, quanto piuttosto di una formazione mentale, capace di attrarre chiunque abbia un segreto o un pensiero piuttosto scottante.
Un’altra tematica piuttosto interessante è il processo creativo. Attraverso l’espediente del romanzo di Teldi, l’autrice racconta tutto ciò che c’è dietro la creazione di una storia, di un set, dei pensieri, dei dialoghi, ovvero tutto l’universo che si collega al processo creativo cucito alla mente degli scrittori. Esso è raccontato con minuzia e chiarezza, permettendo al lettore un ampio sguardo su tutto ciò che concerne il mondo di chi decide di scrivere per professione, passione o per svuotare semplicemente la parte segreta della propria mente. Con il romanzo di Teldi, il lettore entrerà in contatto con un mondo parallelo, presentando quindi un romanzo in un romanzo, simile della formazione a cornice tipico della novellistica. Ciò che ne risulta è una storia che abbracciandosi ad un’altra storia, impreziosisce l’opera prima, di contenuti e vicende degne di nota.
Lo scenario principale della storia contenuta nella “cornice” è la cosiddetta fonda. In questo spazio parallelo, sono molti i protagonisti che prendono parte all’opera. Primi fra tutti la receptionist, il poeta, e il barman. Attraverso quest’ultimo, l’autrice potrà indagare da vicino la transizione FTM, ovvero la sigla inglese, indicante una persona che è in transizione di genere o che ha completato la transizione da femmina a maschio. L’autrice racconta con sbalorditiva emozione l’impatto che tale rivelazione ha sui genitori di “Berry”, il barista. Nelle parti che lo riguardano, di grande impatto sarà il racconto riguardo l’arrivo della prima mestruazione, e l’esigenza di trovare sé stesso, per prendere finalmente per mano la propria vita. Tale trasformazione arriverà al suo culmine, quando Berry, incontrerà di nuovo Ilde, la sua amica d’infanzia, e finalmente i due potranno essere più che amici. Tale circostanza, sembra in qualche maniera, fondersi con le vicende del primo romanzo, ovvero la cornice stessa.
Masachesi, dopo un lungo cammino, e il ritrovamento di sé stesso, prende finalmente per mano Teldi, così come i due della storia cornice, sono riusciti a fare. Tale somiglianza rende il romanzo un impasto unico, capace di emozionare e tenere il lettore incollato al filo narrativo senza mai annoiarsi.
Il romanzo di Teldi è scritto in maniera fluente, ed è capace di tenere Masachesi, sveglio, in cerca di quella donna che per le circostanze della vita era stato costretto a lasciarsi alle spalle.
Il testo di Valenzuela tiene il lettore incollato fino alla fine, a quelle che altro non sono pagine di un giallo entusiasmante, tra colpi di scena, investigazioni, sangue e colpevoli, il testo diviene a poco a poco un poliziesco sensazionale, rivelando le sue doti pagina dopo pagina.