Il fenomeno dei migranti è sempre più spesso oggetto di polemiche politiche. Non passa giorno senza che se ne parli sui media. Sia a livello nazionale che internazionale.
C’è però un aspetto che riguarda le migrazioni di cui non parla nessuno. Alle fine di gennaio 2023 è stato pubblicato in Gazzetta il DPCM con il quale il governo ha fissato le “quote” dei lavoratori stranieri che l’Italia prenderà da alcuni paesi extracomunitari. Il decreto appena pubblicato autorizza l’ingresso in Italia di quasi 83mila migranti. Di questi, 75.705 dovranno essere nuovi lavoratori (di cui 44.000 per lavoro stagionale) e 7.000 conversioni di permessi di soggiorno.
In questa sorta di “lista della spesa” per lavoratori-migranti, ci sarebbero 30.105 lavoratori per i settori dell’autotrasporto, dell’edilizia, turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni, dell’alimentare e della cantieristica navale.
Sorpresa delle sorprese, in molti casi si tratta degli stessi paesi da cui provengono gli “altri” migranti, quelli che alcuni vorrebbero cacciare e altri vorrebbero lasciare sulle barche delle ONG. 24.105 lavoratori migranti saranno “presi” da paesi come Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia – Erzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia e Ucraina. Nei giorni scorsi il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha detto che alcune quote (6.000) saranno riservate ai lavoratori/migranti provenienti da Paesi con i quali entreranno in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria.
Unico limite per la compilazione della “lista della spesa”, pardon per la “richiesta” di questi lavoratori, la verifica di indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio nazionale effettuata presso i Centri per l’Impiego competenti per territorio secondo le modalità previste dall’apposita nota predisposta dall’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro.
Un migliaio di lavoratori verranno prelevati da paesi dovo sono hanno seguito programmi di formazione e istruzione ai sensi dell’art. 23 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. infine un centinaio di posti saranno riservati ai lavoratori stranieri di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado di linea diretta di ascendenza, residenti in Venezuela.
Al di là di mal celate ipocrisie, il fenomeno dei migranti, tanto discusso dai media, non è qualcosa di così biasimevole. La verità è che l’Italia (come molti altri paesi europei) ha un gran bisogno di migranti provenienti da paesi extraeuropei. E le polemiche che riempiono i media ogni giorno non sono legate al fenomeno migranti ma alle scelte politiche che non si è ancora stati capaci di definire per gestire questi fenomeni geopolitici.