Alla lotteria dei diritti umani

Articolo di C. Alessandro Mauceri

I flussi di migranti hanno raggiunto numeri mai visti prima: sono 281 milioni le persone che hanno lasciato la propria casa, la propria vita per cercare altrove dove vivere. Quasi il 4% della popolazione mondiale. Alcune volte è una scelta ponderata in cerca di una vita migliore. Altre volte non è una scelta ma una necessità: l’unico modo per sopravvivere o per sfuggire a guerre e persecuzioni.

Tutti hanno il diritto alla migrazione, alla circolazione e alla mobilità sociale. Quello a migrare è un diritto sancito dal più importante documento internazionale riguardante i diritti fondamentali: la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo  approvata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Lo dicono chiaramente gli articoli 13 (ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese) e 14 (ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni) sono chiarissimi. Diritti che non valgono solo per alcuni cittadini, ma per tutti gli esseri umani.

Eppure, a volte, questo principio non sembra essere ben chiaro ad alcuni governi. Nel Regno Unito si cerca di fare distinzione tra rifugiati di serie A e rifugiati di serie B (a seconda se siano arrivati con mezzi tradizionali o con mezzi di fortuna). Per i secondi il governo di usa maestà ha previsto addirittura la deportazione forzata in paesi africani come il Ruanda (indipendentemente dal paese di provenienza dei rifugiati giunti oltre Manica).

In Italia, si emanano decreti e si fanno dichiarazioni irripetibili sui migranti arrivati con i barconi. Salvo poi, zitti zitti, promulgare leggi come il Decreto Flussi che prevedono di “importare” decine di migliaia di migranti dagli stessi paesi. Niente rispetto dei diritti umani solo una gran voglia di far fronte al bisogno di manodopera e professionalità sempre più preoccupante.

Forse, però, la peggiore gestione dei flussi migratori è quella degli USA. Per anni, i presidenti a stelle e strisce hanno adottato politiche che miravano a fermare gli arrivi dai paesi esteri. Per farlo hanno costruito barriere spendendo cifre astronomiche. Hanno istituito corpi di polizia di frontiera addestrati ed equipaggiati con ogni mezzo. Addirittura hanno cercato di adottare politiche di dissuasione pesanti per i migranti irregolari. Salvo poi, ogni anno, organizzare una sorta di lotteria che aveva come premio decine di migliaia di visti per ammettere regolarmente negli USA decine di migliaia di migranti.

Nel 2023 questa “lotteria” la Green Card Lottery organizzata dal governo degli Stati Uniti attraverso il Diversity Visa Program avrà come premi 55.000 Green Card. I candidati, selezionati in base ad alcuni requisiti, potranno partecipare ad una lotteria informatica. I vincitori avranno il permesso di entrare negli USA. La prossima estrazione si terrà tra poche ore. Meno di un giorno per chi, invece di far valere i propri diritti “universalmente” riconosciuti, volesse tentare la sorte ed entrare con un permesso regolare negli USA.

I requisiti per partecipare non sono molti. Due i principali: il primo è che i partecipanti siano cittadini di un ristretto numero di paesi che fanno parte del programma di assegnazione delle Green Card. Ad esempio, tra i paesi NON eleggibili per il Diversity Visa ci sono il Brasile, la Cina e il Messico. Ma sorprendentemente anche Regno Unito e Canada. Il secondo limite per partecipare alla lotteria è essere in possesso di un diploma di scuola media superiore o di un documento equivalente o avere un’esperienza lavorativa di almeno due anni negli ultimi cinque.

A maggio 2023, dopo che il calcolatore avrà fatto i propri calcoli (due mesi per fare un’estrazione?), i vincitori verranno inseriti sul sito ufficiale dvprogram.state.gov. Già perché come in tutte le peggiori lotterie nessuno informerà direttamente i vincitori. Nessuno si precipiterà per dar loro il benvenuto. Dovranno essere loro a controllare se sono stati baciati dalla “fortuna” collegandosi ad un sito web e verificando se il “numero univoco di conferma” riportato nella ricevuta avuta al termine della procedura di registrazione è tra quelli estratti. Solo i “fortunati” potranno accedere all’area privata del sito chiamata “Entrant Status check” dove troveranno le informazioni per continuare la procedura.

Sempre naturalmente che trasferirsi negli USA sia una “fortuna”. In questo paese l’indice della Qualità della Vita (la stima della qualità generale della vita  basata su una formula empirica che tiene conto del potere d’acquisto, dell’inquinamento, della sicurezza, dell’assistenza sanitaria e altro) non è certo tra i migliori. A livello globale gli USA non sarebbero neanche tra i primi dieci paesi. Al vertice la Danimarca. E poi Svizzera, Finlandia, Australia, Austria e molti altri. Perfino l’Estonia ha un indice di qualità della vita superiore a quello degli USA.

Se vi venisse proposto di trasferirvi di migrare in un altro paese,  quanti sceglierebbero l’Estonia? Non molti. E di sicuro nessuno penserebbe che un diritto universale potrebbe essere il premio di una lotteria. Invece…

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