Ormai non passa giorno senza che si senta parlare di nuovi alimenti. Cibi vegani che somigliano a piatti tradizionali per ingannare la vista (se non il gusto). Recentemente è stato messo sul mercato perfino un uovo sodo vegano (a base di proteine di soia, fibra di mais solubile, anti-agglomeranti e una sfilza di altri composti chimici per “creare” o almeno far somigliare un miscuglio di elementi e additivi all’alimento più semplice che c’è dopo il latte).
E poi “nuovi” alimenti come vermi e insetti vari. O costosi menù biodinamici. Una cucina che secondo alcuni esperti non disdegnerebbe l’utilizzo di materie prime inusuali (teschi, pelli di topo, corna di vacca o vesciche urinarie di cervo, ma anche cortecce e fiori) e che dovrebbe tenere conto di aspetti inusuali come le fasi lunari o le posizioni dei pianeti. Piatti che, nel 2021, il governo ha equiparato (uno svarione legato alla somiglianza dei nomi?) all’agricoltura biologica.
Quella di cui nessuno parla, però, è un’altra rivoluzione anche questa legata all’alimentazione, molto più silenziosa ma non meno importante. Quella riguardante i processi di lavorazione e la automazione. Fino alla loro robotizzazione. Dopo il prototipo di macchinario robotizzato per la realizzazione della pizza, nelle scorse settimane è stato presentato un altro progetto avveniristico: una stampante 3D per “sfornare” dolci.
L’idea è venuta non a dei cuochi ma agli ingegneri della Columbia University. In un primo tempo, i ricercatori hanno utilizzato una stampante 3D per fare dei budini. Il risultato è stato una serie di masse informi e irriconoscibili, oltre che dal sapore non proprio irresistibile.
I ricercatori hanno alzato la posta e hanno deciso di realizzare una cheesecake. All’inizio, ancora una volta, i loro tentativi non hanno avuto successo: man mano che la stampante costruiva gradualmente il dessert, spruzzando uno strato e poi il successivo, la creazione si sgonfiava diventando una massa informe.
Per la cheesecake, i ricercatori hanno utilizzato una stampante 3D in grado di costruire prodotti commestibili partendo da sette ingredienti. Quelli scelti per questo dolce sono stati utilizzati pasta di biscotti, burro di arachidi, marmellata di fragole, crema alle nocciole, purea di banana, pioggerella di ciliegie e glassa. “Aveva sicuramente il sapore di qualcosa che non avevo mai provato prima”, ha detto Jonathan Blutinger, ingegnere del Creative Machines Lab della Columbia a New York.
Dopo innumerevoli tentativi di stampare il dessert, alla fine i ricercatori pare siano riusciti a trovare forma e spessore giusti per realizzare diversi strati senza far collassare la torta. l’intera preparazione ha richiesto 30 minuti. “Mi è piaciuto molto, ma non è un mix convenzionale. Non siamo chef da guida Michelin” ha dichiarato Blutinger. “La cheesecake è la cosa migliore che possiamo mostrare in questo momento, ma la stampante può fare molto di più”. Ora i ricercatori stanno cercando di perfezionare la loro macchina per produrre piatti sempre più complessi. “Possiamo stampare pollo, manzo, verdure e formaggio. Tutto ciò che può essere trasformato in pasta, liquido o polvere”.
L’obiettivo è avere una stampante alimentare mescolata con un fornello laser che possa diventare un elettrodomestico da cucina one-stop-shop. “È il tuo chef digitale personale“.
Per la felicità dei consumatori e dei grandi chef penta-stellati.