Nello speciale del programma spagnolo Huellas del 27 novembre 2020 dedicato alla grande Raffaella Carrà, la comunicatrice televisiva Terelu Campos dice: “Se Raffaella è arrivata dove è arrivata… è stato per la sua grandissima disciplina, per il suo grandissimo spirito di sacrificio, per la sua costanza… per questa sua base immensa di preparazione” sottolineando, per l’appunto, lo studio assiduo ed esigente che deve fare chi nella vita vuole arrivare lontano.
Purtroppo oggi, sempre più spesso, i giovani che vogliono iniziare la carriera dello spettacolo in generale, usando la televisione come mezzo, e che hanno il solo desiderio di diventare famosi o quanto meno popolari scelgono la strada più facile che si apre davanti a loro, che non richiede grandi studi, grande impegno, grande attenzione, ma che addirittura spesso comporta solo imbarazzo e degrado culturale. Difatti non è raro assistere al successo di questo o quello acclamato dal grande pubblico per poi vederlo scomparire poco dopo nell’oblio diventando una meteora della televisione italiana. Tale fenomeno è rivelatore poiché testimonia che senza l’apprendimento ininterrotto e un impegno veramente grande non si rimane sulla cresta dell’onda che pochissimo tempo.
Pochi si distinguono proprio perché, facendo tesoro dell’esperienza di chi è venuto prima, studiano seriamente e si mettono in gioco con coraggio, preparazione e determinazione. Il fulcro non è apparire ma essere e tutti i celeberrimi personaggi che hanno fatto la storia della nostra televisione e che hanno un bagaglio di esperienza sul campo non indifferente lo sanno. I suddetti non hanno mai smesso di imparare, nemmeno quando sono arrivati per loro la popolarità, il successo e la riconoscenza da parte del pubblico. Con questo si svela l’arcano per Raffaella Carrà, cantante, attrice, presentatrice, autrice, giornalista, scrittrice di fiabe e di libri di ricette, sceneggiatrice, ballerina e conduttrice radiofonica famosa in moltissimi paesi del mondo oltre all’Italia come Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Argentina, Canada, USA, Germania, Messico, Inghilterra, Cile.
Quando venne invitata come testimonial alla Louiss Business-Writing School for Television and for Cinema, Raffaella Carrà, raccontando agli studenti e alle telecamere la sua preziosissima esperienza lavorativa, condusse il focus del discorso sugli ingredienti che, secondo lei, sono alla base del successo duraturo e non di quello effimero come lo studio assiduo, la preparazione, il lavoro sodo, la curiosità, l’approfondimento, la perspicacia, l’impegno continuo, la sensibilità, la creatività, l’innovazione: “Ho la convinzione che una persona si deve preparare molto prima perché, appena arriva il primo successo, è molto difficile che qualcuno possa ritornare… a imparare ulteriormente… Invece il trucco è questo: lavorare molto prima… perché la fortuna, che è una cosa importante che capita nella vita, ti deve trovare preparato e quindi tu non ti devi mai sedere sugli allori anche se hai successo, ma andare sempre alla ricerca”. Dalla sua lunghissima carriera di immenso successo possiamo dedurre altri elementi vincenti che nella fattispecie gli artisti dovrebbero avere: l’onestà, la serietà, l’intraprendenza, il rispetto, la caparbietà, lo stile, l’ironia e l’autoironia, il saper istaurare col pubblico una chimica basata sulla lealtà, una propria personalità e una propria originalità senza confondersi con altri e con cose già viste e riviste mille volte.
Per la sua fiducia nei giovani che hanno talento, che ci mettono impegno, che impiegano energia, che hanno voglia di fare bene, che continuano a studiare anche quando lo studio diventa estenuante, la Carrà ha sempre voluto condurre, soprattutto nell’ultimo decennio della sua carriera, spettacoli che avevano l’obiettivo di trovare il nuovo genio della musica, infatti portò il timone dell’Eurovision song contest (2011), di The voice of Italy (2013 – 2014 -2016) e di Forte Forte Forte (2015): “Voglio dare ai nuovi ragazzi [della musica e dello spettacolo] tutta la mia esperienza” disse ai microfoni del programma radiofonico spagnolo Hoy por Hoy, a luglio 2013, in occasione della promozione del suo ultimo disco: Replay – The Album.
Raffaella Maria Roberta Pelloni – nome di battesimo – indosserà le sue primissime scarpe da ballerina a tre anni poi, in seguito, col nome d’arte Carrà, diventerà il celebre personaggio televisivo che tutti conosciamo, ma il sogno di Raffaella era quello di diventare coreografa, infatti da piccola – come più volte racconterà lei stessa – le piaceva giocare con dei colorati bottoni da sarta creando con essi delle meravigliose coreografie. Tuttavia il destino del suo latino genio artistico – da “Io, Agata e tu” (1969-1970) in poi fino ad arrivare a “A raccontare comincia tu” (2019) – era quello di apparire luminosa con il caschetto biondo firmato Vergottini e suoi splendidi costumi davanti alle telecamere e non dietro ad esse. Difatti bastò poco – le servirono solo tre minuti per trasformarsi in un mito – e la Carrà, con la sua inconfondibile risata, il cosiddetto movimiento de cabeza de Raffaella e il suo “ombelico alla bolognese” (come diceva sua madre, la signora Angela Iris Dell’Utri), conquistò immediatamente il pubblicò con tanto tanto “Rumore” (1974), titolo di una delle sue canzoni preferite che più assomigliava al suo temperamento; tra i primi esempi di Disco music in Italia; disco che ha venduto più di dieci milioni di copie in italiano, inglese, francese e spagnolo.
Ebbene, per arrivare dove è arrivata, Raffaella ha studiato veramente tanto. Le migliaia di persone che hanno seguito la sua carriera – intere generazioni – si sono molto affezionate e della presentatrice e dei suoi programmi portano uno splendido ricordo. Senza dubbio la carriera della Carrà è stata costellata di successi intramontabili e nei suoi format si è sempre raccontata la vita delle persone che spesso hanno toccato la sua sensibilità. Per esempio durante una puntata di “Pronto, Raffaella?” – andato in onda sulla prima rete Rai negli anni 1983-1985 – successe qualcosa di veramente straordinario: una mamma chiama in trasmissione per il gioco quotidiano e, dopo aver dato la sua risposta al quiz, con molta commozione racconta a Raffaella che sua figlia, una bambina di qualche anno, non aveva mai detto una parola fino ad allora quando a un certo momento, guardando la televisione, dice: “Ti amo Raffaella”. Un altro fatto veramente particolare avvenne durante una puntata di “A las 8 con Raffaella” – andato in onda in TVE Televisión española (1993-1994) – perché la Carrà, con il suo ormai risaputo carisma e mettendosi all’opera chiamando enti e associazioni, riuscì a salvare la signora Candela che, telefonando al programma, confessò di volersi suicidare avendo perso il lavoro e avendo molti debiti. Raffaella sentirà presto il peso della responsabilità della sua immagine in televisione e per questo, ritenendosi evidentemente solo una donna sensibile e di non essere certamente la risposta ai grandi e dolorosi problemi della gente, deciderà di lasciare trasmissioni di stampo giornalistico e di tornare a presentare i grandi show di un tempo.
D’altro canto oggi Raffaella Carrà, con le sue canzoni e i suoi spettacoli, è sicuramente icona di libertà a livello mondiale. La lotta per i diritti civili per il mondo LGBTQIA+ e di uguaglianza di genere è sempre stata un imperativo nella sua vita e nella sua carriera sin dagli inizi. Difatti, quando il 9 novembre del 1977 presenta per la prima volta la canzone Fiesta in Spagna, Raffaella porta in teatro dei ballerini vestiti da donna e con in testa delle parrucche bionde suscitando rabbia in uno spettatore (ballerino professionista) che, sentendosi umiliato nella virilità, cominciò a criticare l’esibizione cercando di lanciare un bicchiere di vetro sul palcoscenico mentre un’imperterrita Raffaella continua a cantare portando a termine la sua esibizione. Invece in Italia, agli inizi degli anni ’80, la Carrà diventa il simbolo della battaglia contro la disuguaglianza del salario tra uomini e donne: il suo contratto per Pronto, Raffaella? doveva essere come se fosse stato presentato a un uomo. Né più, né meno! Sarà stato anche per questo se il pubblico femminile ha visto in Raffaella – che spesso e volentieri si presentava in scena con abiti succinti e delle cui gambe e sensualità gli uomini restavano affascinati – non una rivale, bensì una compagna, un’amica della quale certamente ci si poteva fidare.
Pertanto, tornando al tema principale dell’articolo, Raffaella Carrà è la scuola dello spettacolo giacché, a chi vuole intraprendere la carriera di artista televisivo e non solo, insegna che è importantissimo studiare a fondo, impegnarsi tanto, dare il massimo, darsi completamente anima e corpo a lavoro ed è proprio per questa sua diligenza che oggi molte piazze italiane ed estere, strade e studi televisivi portano il suo nome e non è un caso se sui francobolli e perfino sulle monete speciali coniate dalla Zecca dello Stato italiano ci sia la sua immagine. Non sorprende nemmeno il fatto che su di lei si scrivono fiumi di parole in moltissime lingue sottolineandone la professionalità, la bravura, il fascino, l’onestà, la spontaneità, l’impegno lavorativo e la generosità. Inoltre la sua straordinaria storia continua a ispirare registi, cantanti, biografi, scrittori e giornalisti, ma continua a ispirare altre persone che nella vita fanno altre professioni e che trovano in Raffaella la risposta alle domande che ci pone una società a volte ancora troppo arretrata.
Di Raffaella Carrà si dirà sempre che è stata, è e sarà un’icona, una leggenda, simbolo stesso del femminismo italiano, spagnolo e latino americano sin dalla seconda metà degli anni ’60 e simbolo di libertà di espressione perché è riuscita a far crollare, o quanto meno a minarne le basi, tanti muri divisori nella società.
Presa a esempio da molti che si occupano di spettacolo, la Carrà – contrariamente a quanto pensava di sé stessa nel 1989 durante la messa in onda de Il principe azzurro – è rimasta “così nelle teche della storia della televisione” tanto che spesso e volentieri, in questi ultimi due anni, molte testate giornalistiche e trasmissioni televisive di ogni emittente – nazionali e internazionali – non fanno passare più di due settimane senza rendere omaggio allo spirito immortale della showgirl con articoli e meravigliosi spettacoli. Ore e ore di video e di materiale possono essere presi in considerazione da chi nella vita vorrà avere talento: “Il talento odora, sa ed è di colore rosso Carrà” (Giornalista musicale Fernandisco – Huellas, 2020, TVE).