“Ritorno a Seoul”, un film che riflette sul valore dei rapporti umani

Articolo di Paolo Quaglia

Venticinquenne francese fatica a far pace con la sua famiglia di provenienza. Di origini coreane Freddie è stata adottata da una coppia di ottimi genitori ma qualcosa impedisce la sua serenità. Uno scoglio che la ragazza decide di affrontare facendo un viaggio nella sua terra d’origine. Arrivata a Seul, si accorgerà di come è difficile avere delle risposte da due genitori che per motivi diversi l’hanno archiviata come un episodio senza importanza.

Padre e mamma biologici concederanno alla donna di provare a ricomporre il passato solo dopo diversi tentativi. Tra alcolismo dell’uomo e la latitanza della madre Freddie proverà a venire a capo di ciò che sembra incomprensibile. Ritorno a Seul è un film del 2022 diretta da Davy Chou.

Il regista di Diamond Island conferma un talento nel cinema emozionale. Costruito sul silenzio Ritorno è un viaggio di formazione disperato e lieve che racconta personalità alla deriva. La protagonista vive dei riflessi di un paese sconosciuto, mossa da un desiderio che supera qualsiasi ragione. Cinema lieve che si esprime attraverso gli sguardi e vive di sottintesi. Un padre con cui comunicare in una lingua, il coreano, che non conosce e una madre che fugge sono le uniche persone in grado di dare risposta a Freddie.

Un film che riflette sul valore dei rapporti umani attraverso le esperienze di un’umana troppo umana per arrendersi. La ragazza vive di sponda, senza avere chiaro come risolvere quel buco che potrebbe cambiarla dentro. Il regista riesce a raccontare una storia miserabile facendo leva sulle emozioni fino a rendere la tristezza stessa emozione. Chou gioca sul contrappasso per far arrivare il dramma riducendo sentimenti a qualcosa d’indefinito e non fornendo risposte nette.

Gli stati d’animo nel film rimangono ipotesi che possono variare secondo gli eventi. La storia di un’ossessione che la protagonista vive fino ad annullarsi facendosi osservatrice di se stessa. La ragazza è un fantasma alla ricerca di quella provenienza che le avrebbe garantito di essere qualcosa di diverso. Ritorno a Seul fa venire in mente Antonioni, Bergman o Kar Wai , con uno stile personalissimo.

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