Chi non ricorda, alle elementari, la cartina geografica con tutti i paesi del pianeta appesa nell’aula? Un’immagine che è rimasta nel cuore di tutti. Non tanto per le interrogazioni, mentre la maestra indicava questo o quel paese (colorati con tinte molto vive e moto diverse tra loro), quanto piuttosto per il fatto di averla vista centinaia di volte. Anche dopo che la scuola era finita.
A poco serve una rivalsa tardiva: quella cartina è piena di errori. Non tanto a causa dei cambiamenti geopolitici che si sono verificati negli ultimi decenni. Soprattutto perché le dimensioni dei singoli paesi raffigurati sarebbero completamente sbagliate.
La versione più diffusa della cartina dei paesi della Terra è quella realizzata dal cartografo e matematico fiammingo Gerhard Kremer detto Mercatore. Fu lui che nel 1569, alla tenera età di ottant’anni, visionando le varie proiezioni già esistenti, scelse come canovaccio da rielaborare la Proiezione Cilindrica Centrale o Centrografica per Sviluppo per rappresentare la Terra. Quesa metodologia aveva il vantaggio di garantire il parallelismo e l’equidistanza dei meridiani, l’isometria all’Equatore (il quadro cilindrico che avvolge la Terra è tangente all’Equatore, da cui proiezione cilindrica centrale) e altri. Per contro però aveva qualche svantaggio.
A cominciare dai limiti nel rappresentare sul cilindro le varie regioni del territorio terrestre, fino all’altezza del 80º parallelo. Tutta la zona circostante i poli non poteva essere raffigurata. Ciò era dovuto al fatto che il punto di vista posizionato al centro Terra, proiettava le immagini dei poli a 90°, rendendole parallele al perimetro del cilindro stesso, causando il loro incontro solo all’infinito. Ma soprattutto la distribuzione dei paralleli non rendeva conforme la carta.
In parole povere, l’adattamento di una forma tridimensionale, il geoide (la sfera terrestre), a una superficie bidimensionale, la cartina geografica, causa una deformazione non indifferente.
La mappa di Mercatore riporta più grandi i paesi più vicini ai poli (USA, Asia settentrionale, Europa). Al contrario riduce sensibilmente le dimensioni di quelli vicini all’equatore (come Asia e Africa). Differenze dalle proporzioni reali che a volte sono davvero notevoli. Ad esempio, nella proiezione di Mercatore, la Groenlandia sembra avere quasi le dimensioni del continente africano. In realtà, la superficie della Groenlandia è 0,8 milioni di metri quadrati, mentre quella dell’Africa è di circa 11,6 milioni di metri quadrati. Vale a dire che l’Africa è una decina di volte più grande della Groenlandia. Sulla cartina di Mercatore Canada e Russia sembrano occupare circa il 25% della superficie terrestre. Ma nella realtà queste nazioni occupano solo il 5%. La Repubblica Democratica del Congo, da sola, è grande quanto Italia, Germania, Austria, Paesi Bassi, Belgio, Croazia, Svizzera, Slovenia e quasi tutta la Francia. Ma dato che si trova proprio sull’equatore la sua proiezione la mostra molto più piccola. Cambiando continente, situazione analoga vale per il Perù.
per cercare di dare un’idea delle dimensioni reali è stato realizzato il sito “The True Size Of…” un programma che cerca di raffigurare la grandezza dei vari stati nazionali. Il risultato del lavoro è visionabile su Youtube. How the World Map Looks Wildly Different Than You Think – YouTube
In un altro video, questa volta su Istagram, Saygin Yalcin su Instagram: “Why do you think this happened? #Africa #map #sayginyalcin” un altro ricercatore paragona la lunghezza massima della Russia (compresa la Siberia) alla larghezza dell’Africa o alla Groenlandia. Le differenze sono notevoli. Al punto che se si dovesse mostrare una mappa con le dimensioni reali dei vari paesi, non sarebbe facile riconoscerne alcuni.
Al termine del video l’autore si chiede: “Perchè tutto questo no viene detto nelle scuole?”. Già. Come mai nonostante siano passati decenni da quando Mercatore, ai bambini si continuano a mostrare mappe poco rappresentative delle dimensioni reali? C’è chi dice che per anni la scelta di mantenere queste carte era legata alla necessità di far credere che certi stati erano più grandi di altri anche dal punto di vista geografico.