La cosa più sorprendete è che per vedere su grande schermo un piccolo capolavoro come Rapito di Marco Bellocchio mi sono dovuto fare cinquanta chilometri di superstrada (da Piombino a Cecina), ché nella terra natia c’erano troppi film di supereroi e cartoon da programmare, oltre all’endemica mancanza di un multisala. Ancor più sorprendete il fatto che per un film come questo in sala eravamo soltanto cinque persone, per confermare che la voglia di cinema al cinema sta scomparendo, almeno in provincia. Ci abboneremo tutti a Netflix. Che altro fare? A parte la polemica non abbiamo rimpianto né i soldi del biglietto né del gasolio, ché a Cecina il piccolo Multisala Tirreno è dotato di uno schermo gigante che potenzia la di per sé splendida fotografia e gli scenari di un film in costume come Rapito, un’opera maestra, tra i lavori più risolti di Bellocchio. Romanzo di Daniele Scalise (Il caso Mortara. La vera storia del bambino ebreo rapito dal Papa), ispirato a un fatto storico, che punta il dito accusatore verso la chiesa oscurantista di Pio IX (l’ultimo Papa Re) e del Sant’Uffizio, rei di voler evangelizzare in maniera forzosa gli ebrei residenti nello Stato della Chiesa. Bellocchio sceneggia insieme a Susanna Nicchiarelli (giovane regista molto dotata), Edoardo Albinati e Daniela Ceselli una storia drammatica, narrata a tinte cupe, spesso commovente, dal giorno in cui il piccolo Edgardo viene rapito dal Sant’Uffizio per farne un piccolo cattolico fino a un imprevedibile epilogo. Bellocchio racconta gli ultimi anni del Papa Re, la breccia di Porta Pia, l’ingresso dei garibaldini, la morte del Papa, la fine del Sant’Uffizio, ricostruendo con rigore storico le consuetudini e i culti ebraici, la messa cristiana in latino, la vita del ghetto, la temperie culturale che ammantava di diffidenza i rapporti tra ebrei e cattolici. Ottimi interpreti, da Pierobon nei panni di Pio IX a Ginufi come monsignor Feletti, passando per Timi che veste gli abiti di cardinal Antonelli, per non dimenticare i ragazzini, soprattutto il piccolo Enea Sala che tiene la scena da protagonista. Bene tutti gli altri, con un cenno di merito per Barbara Ronchi (madre di Edgardo) e Fausto Rossi Alesi (il padre). Il film doveva intitolarsi La conversione, le riprese sono state effettuate tra Emilia Romagna e Lazio, per la precisione nelle location di Roccabianca (per ricostruire la Bologna di metà Ottocento), Sabbioneta e Bologna (piazza Maggiore). Presentato al Festival di Cannes con buon successo di pubblico e di critica, molte candidature ai Nastri d’Argento. Il film mostra tutta la maturità di un regista come Bellocchio, forte di una solida sceneggiatura che descrive caratteri veri e non sceglie mai facili soluzioni consolatorie o a effetto. Fotografia straordinaria di Francesco Di Giacomo, montaggio dai tempi giusti di Calvelli e Mariotti, musiche sinfoniche di Capogrosso, scenografie sontuose di Castorina. Bellissime le parti oniriche, sia del piccolo Edgardo che sogna di tornare a casa, che di Pio IX, in preda a incubi di circoncisione. Un film che riconcilia con il cinema italiano, ma che rende meglio se visto al cinema, anche se – vista la produzione Rai Cinema -, tra un anno passerà in televisione. Siamo più che convinti che sarà la stessa cosa, ma lo rivedremo volentieri.
Regia: Marco Bellocchio. Soggetto: Daniele Scalise (romanzo). Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli, Edoardo Albinati, Daniela Ceselli. Fotografia. Francesco Di Giacomo. Montaggio: Francesca Calvelli, Stefano Mariotti. Effetti Speciali: Rodolfo Migliari. Musiche: Fabio Massimo Capogrosso. Scenografia: Andrea Castorina. Costumi: Sergio Ballo, Daria Calvelli. Produttori: Paolo Del Brocco, Simone Gattoni, Beppe Caschetto. Produttori Esecutivi: Patrick Carrarin, Alessio Lazzareschi, Maurizio Feverati. Case di Produzione: IBC Movie, Kavac Film, Rai Cinema, Ad Vitam Production, The Match Factory. Distribuzione: 01 Distribution. Lingua Originale: Italiano, Ebraico, Latino. Paesi di Produzione: Italia, Francia, Germania. Anno: 2023. Durata: 134’. Genere: Drammatico, Storico. Interpreti: Paolo Pierobon (Papa Pio IX), Fausto Russo Alesi (Salomone Mortara), Barbara Ronchi (Marianna Padovani Mortara), Enea Sala (Edgardo Mortara da bambino), Leonardo Maltese (Edgardo Mortara da ragazzo), Stefano Minotti (Giulio Mortara da bambino), Samuele Srebernic (Augusto Mortara da bambino), Ajet Begeja (Arnoldo Mortara da bambino), Carlo Schiano Lomoriello (Ercole Mortara da bambino), Chiara Mazzoni (Erminia Mortara da bambina), Stella Mazzoni (Ernesta Mortara da bambina), Emma Bondioli (Imelda Mortara neonata), Andrea Gherpelli (Angelo Padovani), Samuele Teneggi (Riccardo Mortara), Corrado Invernizzi (giudice Carbòni), Filippo Timi (Cardinal Giacomo Antonelli), Fabrizio Gifuni (Pier Gaetano Feletti), Aurora Camatti (Governante Anna Morisi), Alessandro Bandini (Padre Mariano), Poalo Calabresi (Sabatino Scazzocchio), Bruno Cariello (maresciallo Lucidi), Renato Sarti (rettore), Fabrizio Contri (avvocato Jussi), Federica Fracassi (signora anziana), Giustiniano Alpi (avvocato liberale), Walter Lippa (Angelo Moscati), Duilio PIzzocchi (Il droghiere), Leonardo Bianconi (brigadiere Agostini), Daniele Aldrovandi (Bonaiuto Sanguinetti), Michele De Paola (segretario del Monsignor Feletti), Christian Mudu (Elia), Giovanni Pulcinaro (Arnoldo Mortara da adulto), Riccardo Bandiera (Aronne), Orfeo Orlando (Rabbino Vita), Flavia Bakiu (madre di Simone), Giulia Quadrelli (signora giovane), Tonino Tosto (Tagliacozzi).