Primo giorno degli esami di maturità 2022/23. Prima prova scritta: il tema. Da sempre un momento delicato: l’emozione di essere giunti ad un traguardo, i dubbi sulle tracce che saranno proposte, la paura che possano essere state trattate troppo poco durane i mesi di scuola per scriverci sopra un testo degno del massimo dei voti. E poi la correzione: cosa dirà la commissione? Piaceranno i collegamenti proposti dall’alunno? Soddisfano quello che loro si aspettavano?
Momenti d’ansia preceduti da preparativi non meno difficili. Quale traccia scegliere? Agli studenti viene data la possibilità di scegliere tra sette tracce, alcune destinate all’analisi di un testo, altre basate su un tema argomentativo, l’ultima su un tema di attualità. Secondo il regolamento del Miur quest’ultima traccia dovrebbe prevedere la “trattazione di un tema su un argomento di ordine generale, attinto al corrente dibattito culturale, per il quale possono essere fornite indicazioni di svolgimento”. Il giorno dell’esame, il Ministero dell’Istruzione propone di un brevissimo brano o una citazione su un argomento di attualità e chiede ai maturandi di sviluppare una riflessione critica su questo tema. Facendo riferimento alle proprie conoscenze e a quanto letto su libri e giornali o sentito in TV. Ma anche sulla base di quanto appreso a scuola negli ultimi cinque anni.
Molte le previsioni (quasi sempre sbagliate) su quale potrà essere questa traccia. Si parlerà della guerra in Ucraina? o dei cambiamenti climatici? oppure di migrazioni?
E poi, quanto deve essere lungo il testo scritto dall’alunno? É vero che non esistono regole, ma un testo troppo breve potrebbe dare una brutta impressione: sintomo di scarsa conoscenza dell’argomento. Allo stesso modo, un testo troppo lungo potrebbe essere considerato segno di scarsa capacità di sintesi. Secondo alcuni, potrebbe essere la Commissione a stabilire dei limiti in merito alla lunghezza dello scritto. Alcuni suggeriscono di rimanersi tra le tre e le cinque colonne. Quale che sia la traccia scelta, sarà fondamentale fare attenzione alla struttura del proprio elaborato e a non commettere errori di ortografia.
Di sicuro, il testo non dovrà essere copia di un elaborato scritto da altri. In rete ne girano tantissimi. Cercano di prevedere le tracce che verranno proposte e “preparare” gli studenti impreparati.
In questi giorni si è parlato molto di intelligenza artificiale. Un regolamento UE parla di cosa si può fare con l’IA e di cosa non si deve fare. Da anni, si parla di software in grado di scrivere articoli giornalistici partendo da alcuni spunti. Ora, alcuni esperti di informatica e AI hanno voluto provare a vedere cosa scriverebbe un computer al quale venisse chiesto di scrivere non un articolo, ma un tema di maturità. Lo hanno fatto partendo da una traccia specifica, magari una poesia o un brano di prosa. Come quella che fa parte delle tracce della prova scritta della maturità 2023.
I maturandi sono stati invitati a sviluppare il tema partendo dalle riflessioni che hanno ispirato Quasimodo quando ha composto i versi di Alla nuova Luna. Un tema sempre moderno: parla del progresso scientifico e della responsabilità degli scienziati in un’epoca di trasformazioni.
Il risultato prodotto dal computer è stato sorprendente. Il tema scritto dalla macchina inizia con questa introduzione: “La poesia ha sempre rappresentato un mezzo di espressione privilegiato per l’umanità, consentendo di dare voce alle emozioni, alle riflessioni e alle visioni del mondo. Nel contesto della poesia italiana del Novecento, Salvatore Quasimodo si distingue come una delle figure più significative, esplorando temi complessi e offrendo nuove prospettive sulla condizione umana. La sua opera “Alla nuova Luna” costituisce un esempio eloquente di come la poesia possa offrire un’interpretazione profonda del progresso scientifico e delle sue implicazioni”. Poi continua cercando di approfondire l’argomento: “La ricerca di significato nella natura e nell’universo: Quasimodo, attraverso “Alla nuova Luna”, esplora il rapporto tra l’uomo e l’universo, cercando di scoprire il significato della propria esistenza. La luna, simbolo di mistero e perfezione, diventa un veicolo poetico per riflettere sulle domande fondamentali dell’uomo riguardo al progresso scientifico. La poesia suggerisce che l’umanità, pur avvalendosi dei progressi scientifici, è ancora alla ricerca di risposte sul proprio posto nell’universo”, scrive lo studente virtuale, prima di soffermarsi sul tema del “conflitto tra razionalità e intuizione”. E ancora: “La poesia di Quasimodo mette in evidenza il conflitto tra la razionalità scientifica e l’intuizione poetica. Il progresso scientifico, pur portando conoscenza e sviluppo, rischia di sopprimere l’aspetto umano dell’esperienza, relegando l’intuizione e l’immaginazione in secondo piano. Quasimodo invita a trovare un equilibrio tra i due approcci, sottolineando l’importanza di coltivare l’aspetto emotivo e spirituale dell’umanità”. Quindi, tocca alle “implicazioni etiche del progresso scientifico”. “Alla nuova Luna solleva interrogativi sulle implicazioni etiche del progresso scientifico, evidenziando le conseguenze delle scoperte scientifiche sull’ambiente e sulla società. La poesia invita a riflettere sulle responsabilità dell’uomo nei confronti del progresso scientifico e a considerare le conseguenze delle proprie azioni sul pianeta e sulle future generazioni. Quasimodo suggerisce che il progresso scientifico dovrebbe essere guidato da una coscienza etica e dalla consapevolezza dei suoi effetti a lungo termine”.
La macchina conclude scrivendo: “Alla nuova Luna di Quasimodo offre una riflessione profonda sul progresso scientifico e sulle sue implicazioni per l’umanità. Attraverso il linguaggio poetico, Quasimodo mette in luce il conflitto tra razionalità e intuizione, invitando a un equilibrio tra la conoscenza scientifica e l’aspetto emotivo e spirituale dell’essere umano. La poesia solleva anche interrogativi sulle responsabilità etiche legate al progresso scientifico, sottolineando l’importanza di considerare le conseguenze delle proprie azioni sul pianeta e sulle generazioni future. In definitiva, Quasimodo ci invita a riflettere sul progresso scientifico non solo come strumento di conoscenza, ma anche come sfida etica che richiede consapevolezza e responsabilità”.
Che voto darebbe una commissione esaminatrice a questo elaborato? Non lo sappiamo. Di sicuro non sarebbe facile trovare errori di ortografia o di sintassi in un elaborato scritto da un computer. I soli errori potrebbero riguardare i contenuti o il modo di trattare la traccia. Sorge, però, spontanea la domanda: visto che a scrivere il testo è stata una macchina, non dovrebbe essere una macchina a valutare il tema?
E su quali basi dovrebbe effettuare la sua valutazione?
Tutto questo porta ad una conclusione quasi scontata: l’esame di maturità serve a valutare l’alunno come essere umano. A capire se il percorso seguito ha lasciato una traccia nell’allievo. E se questa traccia è sufficiente a consentirgli di elaborare una “traccia” in modo almeno sufficiente. Tenendo conto della sua preparazione, certo. Ma anche delle sue emozioni, della “maturità” raggiunta, della sua consapevolezza del percorso che, da qui a pochi giorni, potrebbe significare aver superato un traguardo importante per la sua vita.
E questo una macchina non può (ancora) farlo.