“Io non lo voglio fermare il tempo perché sono molto curiosa e quindi vorrei vedere fino in fondo come sarà la mia vita” così rispose Raffaella Carrà, rivoluzionaria showgirl internazionale, a una delle domande che le sono state poste durante alcune delle tantissime interviste rilasciate in più di cinquant’anni di onorata e straordinaria carriera. Chissà adesso cosa penserebbe la Raffa nazionale dell’epilogo della sua esistenza se di epilogo si può parlare dal momento che la sua presenza è più che sentita. Conosciuta la sua determinazione, è cosa certa che, anche in quel mondo migliore in cui è andata, starà facendo molto Rumore con quel suo caschetto biondo, la sua risata riconoscibilissima, la sua umanità e il suo straordinario talento che risplenderà per sempre di luce propria come ogni volta sul palcoscenico. La vita di Raffaella Carrà, in quanto personaggio popolare, è stata luminosa, significativa, coraggiosa e talentuosa; è stata costellata sicuramente da grandi ed indimenticabili successi; infatti tutti, grandi e piccini, ricordano senza alcuna fatica i favolosi balletti, i testi musicali da lei cantati e i suoi meravigliosi spettacoli.
Alla showgirl sono riconosciuti molti primati nella storia della televisione e nella storia del Costume italiano. Per esempio Raffaella è stata la prima donna a mostrarsi sul grande schermo con un top che lasciava scoperto l’ombelico, mentre ballava il Tuca Tuca nel 1951, inaugurando la battaglia per il diritto alla libertà di espressione. È tra le primissime donne a portare in televisione canzoni che parlassero di omosessualità, come Luca, sancendo la battaglia per i diritti civili delle coppie di ogni aspetto ed è stata tra le prime a cantare tematiche legate alla libertà sessuale nel mondo femminile e all’indipendenza delle donne come in Amicoamante: “Ho bisogno di un amico, di un amante e di un letto caldo io… Troppo poco mi dai tu, vuoi che pensi sempre solo a te. Ma, se a te ci penso io, chi dovrebbe poi pensare a me? Nei dettagli, sai com’è, viene fuori poi da sé quando l’uomo c’è o non c’è”. Non è un caso se oggi è la madrina indiscussa del pianeta arcobaleno e non è per casualità se The Guardian la definisce come la popstar italiana capace di insegnare agli europei la gioia del sesso. Inoltre è stata la prima donna a lavorare in televisione come conduttrice-giornalista, battendosi perché al gentil sesso fosse riconosciuto lo stesso valore professionale che a un giornalista maschio. Con Carràmba! Che sorpresa, poi, occupandosi di migrazione, ha portato per la prima volta in televisione i meravigliosi incontri tra parenti che si erano separati decenni prima, in un’era priva di tecnologia, a causa del fenomeno migratorio.
Con oggi fanno due anni che al grande pubblico manca questo personaggio dalle forti caratteristiche umane e professionali che è riuscito a varcare i confini del Costume che fino agli anni ’70 erano stati delimitati dai benpensanti italiani, ma questa nostalgia viene eliminata facilmente poiché spesso e volentieri, in televisione, in radio e nelle battaglie civili combattute in tutto il mondo si sente parlare della Carrà. Per esempio, a due anni dal suo saluto, Raffa appare a Time Square, New York, su un display gigante come ambasciatrice per Spotify Equal, ma non è un caso isolato poiché anche a Milano, in seno al gay pride 2023 – di cui alcuni degli slogan provocatori sono “Credo solo alla Carrà” e “Raffa, ovunque proteggici” – un’immagine gigante di Raffaella viene proiettata su un cartellone luminoso con un messaggio di grande valore tratto da una delle sue canzoni più conosciute, Tanti auguri – L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu – perché si parla di libertà che la Pelloni ha sempre difeso a spada tratta con un temperamento impagabile e con un’enorme fiducia in un cambiamento positivo. L’omaggio all’immortale spirito della Carrà è d’obbligo dal momento che le canzoni e la vita stessa di Raffaella sono state spese per la difesa ininterrotta dei diritti di tutti senza discriminazione soprattutto di genere. Le sue canzoni, le sue idee, le sue battaglie per i diritti delle donne e per quelli del mondo LGBTQIA+ oggi rimbombano più che mai perché, come diceva lei stessa, “il mondo non è fatto di gay e di etero, ma di creature”.
Paladina dei diritti civili e difensora della parità di sesso soprattutto a livello professionale, Raffaella Carrà nacque 80 anni fa – il 18 giugno 1943 – mentre sull’Italia piovevano le bombe della Seconda guerra mondiale. Per festeggiare il suo genetliaco, sono stati organizzati tanti eventi che hanno avuto come centro indiscusso la vita di questa star della televisione, della musica e, se vogliamo, anche del cinema dal momento che la sua stella ha iniziato a brillare al fianco dei miti cinematografici come Frank Sinatra nel film “Il colonnello Von Ryan” del 1960 e come Marcello Mastroianni nella commedia musicale del 1966 “Ciao Rudy”. Va precisato che la primissima apparizione di Raffaella Carrà fu proprio al cinema con il film “Tormento del passato” del 1952 dove una Raffaella, bambina golosa di 9 anni, dice alla mamma (Hélène Rémy) di voler rispondere a telefono, segnando evidentemente quello che sarebbe stato il suo destino che l’avrebbe per sempre fatta ricordare come la signora della televisione che gioca col telefono e con i fagioli: “Pronto! Pronto! Con chi parlo? Pronto! Perché non risponde? Con chi parlo?” diceva nella scena del film.
Di Raffaella Carrà si parlerà sempre al presente in quanto personaggio talmente attuale che si proietta nel futuro. È noto che lei è sempre stata attenta ai tempi che correvano e, percependo il cambiamento prossimo, ha sempre anticipato le battaglie che altri avrebbero fatto in futuro. Per esempio in Spagna Raffaella ha letteralmente “Liberato le donne… che si sentivano chiuse” come disse Lucia Bosè nel 2018 in occasione dell’onorificenza da parte del Re di Spagna, Felipe VI, a Raffaella Carrà in quanto icona di libertà.
Per questo la sua sorte non potrebbe non essere che quella delle leggende giacché, come esse, è praticamente immortale. A rinforzo di quanto esposto Raffaella Carrà, oltre a essere uno stile di vita come ha detto il regista spagnolo Pedro Almodóvar, è diventata un simbolo, un’idea o più propriamente un concetto vero e proprio e in quanto tale rappresenta decisamente una determinata realtà riconoscibilissima e nota a tutti perché viene automaticamente associata alle caratteristiche legate al vivere libero senza preconcetti di nessun tipo e senza ledere i diritti degli altri. Esiste pertanto il concetto di tempo, di spazio e il concetto di Raffaella Carrà.
Da due anni gli omaggi a lei dedicati diventano sempre più numerosi e importanti, per esempio questo mese uscirà nelle sale cinematografiche “Raffa”, docu-serie prodotta da Disney+ sulla straordinaria vita di Raffaella Carrà. Inoltre a breve verrà portata a teatro addirittura un’opera lirica dal nome “Raffa in the sky” che è il racconto della sua carriera artistica che ha saputo trasformare e rivoluzionare la società del Bel Paese e della Spagna. Poi non mancano canzoni, concerti, documentari e musical a lei dedicati; monete da 5 € coniate dalla Zecca italiana con l’immagine della Carrà; francobolli con il suo volto; diversi sono gli articoli, i libri e gli album fotografici sulla vita della diva bolognese che vengono pubblicati e, ciliegina sulla torta, alcuni degli oltre 350 meravigliosi costumi di scena – facenti parte della ormai celeberrima Collezioni Carrà di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola – da lei indossati dagli anni ’70 agli anni 2000, vengono portati in tutta Italia per essere esposti al pubblico. Grazie alla suddetta collezione chiunque può avere l’onore di incontrare – perché si tratta di un vero e proprio incontro d’amore soprattutto per i milioni di fans di Raffaella – qualcosa che racconta in prima persona la Signora della televisione italiana, la signora di Canzonissima, di Milleluci, di Amore, di Carramba! Che fortuna e di A raccontare comincia tu!
Per tutti questi motivi bisogna proprio ringraziare Raffaella per le emozioni che ha saputo donarci e che ancora oggi ci dona e magari, provando a fare quel famoso numero di telefono – 0303456 – il miracolo accade perché, dato i fatti sopra esposti, quando si parla di Raffaella, non si parla di morte, ma di vita di tutti i giorni fatta di molteplici battaglie con un unico obiettivo: essere liberi.