“La liceale”, un film che conferisce grande notorietà a Gloria Guida

Articolo di Gordiano Lupi

La liceale conferisce grande notorietà a Gloria Guida, reginetta del sexy scolastico versione studentessa, aprendo le porte a un genere che prolifererà in molti sequel (persino apocrifi) e spudorate imitazioni. La regia è di Michele Massimo Tarantini che per soggetto e sceneggiatura collabora con Francesco Milizia e Marino Onorati. La fotografia è di Giancarlo Ferrando, il montaggio di Raimondo Crociani, le scenografie sono di Elio Micheli e le musiche di Vittorio Pezzolla. Produce Luciano Martino per Dania Film. Distribuisce Medusa. Interpreti: Gloria Guida, Giuseppe Pambieri, Mario Carotenuto, Gianfranco D’Angelo, Enzo Cannavale, Rodolfo Bigotti, Alvaro Vitali, Ilona Staller, Gisella Sofio, Angela Doria, Franco Diogene, Enrico Abate, Marcello Martana e Renzo Marignano.

   La liceale è un film simbolo per un’intera generazione di ragazzi italiani, significa scoperta erotica da far convivere con femminismo e liberazione sessuale. Gloria Guida interpreta una moda e una tipologia di situazioni sexy che cominciano a frequentare le aule scolastiche. Ricordiamo altre interpreti e simili ambientazioni: Carmen Villani (La supplente, 1975 e La supplente va in città, 1979), Nadia Cassini (L’insegnante balla con tutta la classe, 1977), Edwige Fenech (L’insegnate del 1975 e i numerosi sequel), Annamaria Rizzoli (L’insegnante al mare con tutta la classe, 1979) e infine Serena Grandi (L’insegnante di violoncello, 1989). Tutti casi in cui l’attrice di turno viene chiamata a interpretare il ruolo della professoressa bella e provocante che seduce uno studente imbranato per poi cedere alle sue lusinghe. Gloria Guida compie il cammino opposto, quello più difficile, regala a una platea di ragazzini (i sedicenni sono il suo pubblico) il sogno che attendono. Interpreta la maliziosa ninfetta, la ragazzina che si fa accarezzare le cosce sotto il banco, accetta un passaggio in moto, seduce un ragazzo e poi lo manda in bianco, fa andare in estasi il professore distratto dalle sue cosce spalancate per aiutare l’amico che non sa rispondere. Il ragazzino vede Gloria Guida nella parte della studentessa, s’innamora di lei, del suo sorriso aperto, ingenuo e malizioso, immagina la compagna di banco, la più carina della classe, quella che di sicuro lo manda sempre in bianco. E sogna con lei. La liceale dà il via al mito di Gloria Guida, studentessa sexy del cinema italiano.  

   Vediamo di raccontare la trama del film.

   Si comincia alla grande con un sexy risveglio di Loredana D’Amico (Gloria Guida) completamente nuda, subito sotto la doccia. Loredana si veste con una gonna succinta che mostra le cosce con generosità, si dirige verso la scuola, chiede un passaggio a un automobilista che ci prova, ma lei lo ferma e chiede di scendere. I primi piani sui particolari anatomici si sprecano, il regista presenta senza indugi il clima torbido del film con un incipit ad alta gradazione erotica. Nella scena successiva ci troviamo in un’aula scolastica di un liceo di Roma e durante un’interrogazione di storia dell’arte Loredana aiuta un compagno, distraendo il professore con la visione delle cosce che si aprono lentamente sino a mostrare le mutandine. Una scena molto sexy davvero ben girata. Il professore suda, balbetta, guarda Loredana e recita uno dopo l’altro nomi di scultori greci (Fidia, Prassitele…) sino a soffermarsi più volte su Scopa, con evidente doppio senso erotico. In classe vediamo pure Alvaro Vitali, che recita con la sua voce in un buffo dialetto tra il romanesco e il siciliano, che nei film successivi indirizzerà con decisione verso il primo. Il suo personaggio non è ancora ben definito, si limita a interpretare uno studente che si finge pittore per abbordare le ragazzine. Ci prova pure con Loredana ma va in bianco e rimedia soltanto una tela rotta in testa. Il personaggio della Guida è quello della studentessa liceale bella e spregiudicata che usa il corpo per sedurre compagni di classe e professori. Monica (Ilona Staller, non ancora reginetta del porno) è l’amica lesbica che la vorrebbe introdurre nel mondo della prostituzione e che tenta più volte di andare a letto con lei senza successo. Loredana vive in un ambiente borghese fatto di convenzioni e ipocrisia che il regista critica in modo velato. La mamma (Gisella Sofio) è separata dal padre (Mario Carotenuto) e intrattiene rapporti con un buffo amante (Enzo Cannavale) che cerca di nascondere alla figlia. Loredana ha capito tutto ma sta al gioco e ne combina di cotte e di crude ai danni del povero amante. Una volta gli dipinge con il rossetto il parabrezza dell’auto, un’altra gli pesta la mano sotto il letto, un’altra ancora lo costringe a nascondersi per due ore nell’armadio… Il padre di Loredana è un ricco industriale immaturo che corteggia le giovani impiegate. Padre e figlia s’incontrano per mangiare assieme, si sentono al telefono, ma il rapporto è molto superficiale. A un certo punto arriva Gianni (Rodolfo Bigotti), un nuovo compagno di scuola che viene dall’America e che suscita l’ammirazione delle ragazzine. Loredana instaura con il coetaneo uno strano rapporto e sembra non averlo simpatico perché si crede irresistibile ed è troppo vanitoso. In ogni caso lo provoca mostrando le gambe sia a lui che al professore in una sequenza memorabile. Alvaro Vitali viene interrogato ma il docente cade dalla sedia mentre segue la visione delle cosce nude di Loredana. Gianni ha una moto di grossa cilindrata (si veda il contrasto con la vespa scassata di Alvaro Vitali) e alla fine della lezione offre un passaggio a Loredana. Tarantini è molto bravo a far risaltare i particolari erotici: lo specchietto della moto riflette le cosce di Loredana che si aprono sino a mostrare le mutandine. I due ragazzi finiscono sul prato abbracciati, pare che Loredana voglia far l’amore con il compagno di scuola, ma sul più bello lo manda in bianco. Gianni s’infuria, la lascia sola e torna in città. La bella liceale si diverte a provocare ma non se la sente di andare sino in fondo. Alvaro Vitali si consola del rifiuto di Loredana amoreggiando con una compagna più bruttina che porta gli occhiali e parla un improbabile dialetto bolognese. Di nuovo in classe per un’altra scena erotica che resta nell’immaginario collettivo giovanile ed è immortalata nella locandina del film. Il preside presenta il nevrotico professor Guidi, supplente di lettere interpretato da un ottimo Gianfranco D’Angelo, mentre Loredana e Gianni siedono accanto e cominciano a toccarsi reciprocamente le cosce sotto il banco. La scena è ben fatta, una delle più riuscite dell’intera pellicola, fa soltanto intravedere ma è girata con perizia. Il professore interrompe il gioco dei ragazzi e interroga Loredana dando vita ad alcune gag ben riuscite con Alvaro Vitali e con la bella Guida. La mimica di Gianfranco D’Angelo è notevole: interpreta un professore pieno di tic nervosi che parla un napoletano strano composto da intercalari tipici della sua comicità. Loredana si becca un quattro, decide di vendicarsi del professore e al tempo stesso di dare una lezione a Gianni che il giorno prima l’ha abbandonata in periferia. All’uscita da scuola sale sulla Cinquecento verde pisello dell’insegnante, si finge affascinata, tenta di baciarlo, di abbracciarlo e – non veduta – gli infila le mutandine nella borsa. Gianni assiste alla scena, ma Loredana esce dall’auto e gli dice che il professore ha tentato di violentarla. Gianni decide di dare una lezione all’insegnante e insieme a tre amici motorizzati organizza un’imboscata. Ma il professore è un maestro di karatè e si sbarazza dei quattro ragazzi scoprendo che Gianni fa parte del gruppo. La scena è molto divertente e davvero ben girata. Vediamo un gustoso siparietto dove D’Angelo balla il tango con uno degli assalitori e alla fine interviene un vigile urbano a chiedere quale gruppo politico avesse organizzato l’aggressione. Siamo negli anni di piombo, pure il cinema popolare e la commedia sexy non possono fare a meno di citare certe situazioni. Umorismo slapstick, sequenze da cartone animato surreale, girate ad alta velocità (fast-motion), stile comiche del periodo muto. Il giorno dopo in classe abbiamo un’altra sequenza divertente che vede D’Angelo entrare a tempo di musica western (tipo Mezzogiorno di fuoco) come se volesse vendicarsi di Gianni, ma appena siede e apre la borsa escono fuori le mutandine di Loredana. Il professore e Gianni si spiegano nel bagno della scuola e il ragazzo capisce che Loredana ha preso in giro entrambi. Gianni va da Loredana, la conduce nell’aula di scienze e tenta di avere un rapporto con lei, ma non ci riesce perché irrompe un bidello spaventato che ha visto lo scheletro muoversi. Loredana dice che quello non è il posto giusto per farlo la prima volta e poi deve andare via perché è attesa da suo padre. È proprio a pranzo che incontra l’ingegner Marco Salvi (Giuseppe Pambieri), collaboratore dell’azienda del babbo. Scatta subito qualcosa tra i due che si guardano con insistenza e si piacciono, tanto che finiscono prima al Foro Italico a giocare tra le statue di marmo e nei giorni successivi continuano a vedersi. Loredana s’innamora, perde la verginità con l’uomo maturo e la loro storia va avanti anche perché Marco si ferma a Roma per lavoro. Loredana non va a scuola e passa le giornate con Marco, tanto che Gianni preoccupato crede che la ragazza sia malata. Gianni sospetta la verità, è geloso, spia Loredana e scopre che esce con Marco. In realtà l’uomo è sposato e quando parte da Roma lascia una lettera di addio alla bella ma ingenua Loredana che sognava di costruire un futuro insieme a lui. Marco parte dopo uno scontro con Gianni che rimedia un cazzotto e subisce un incidente di moto che lo manda in ospedale. L’esperienza delude profondamente la ragazza che capisce di aver sempre amato Gianni, ma pare che adesso sia lui a non volerne sapere. Loredana, delusa, rischia di finire a letto con Monica e pure di essere inserita nel giro di prostituzione dove molti uomini potrebbero pagarla bene. Loredana rifiuta le avances di Monica e pure le proposte commerciali, anche se vediamo un tentativo di scena saffica intrigante al punto giusto, subito sfumata. Il finale presenta una sua morale. Il padre e la madre di Loredana, preoccupati per la figlia, progettano di tornare a vivere insieme. La ragazzina si mostra più grande dei suoi sedici anni: “Quando una storia è finita non si deve mai tornare indietro”, afferma. Parla per loro ma anche per se stessa. Sa bene che il padre non rinuncerebbe mai alle scappatelle e che la madre ha un amante. In fondo è più felice così che insieme a due genitori uniti soltanto da un’ipocrita convenzione. Molto moderno per i tempi. Tenera la scena del primo incontro tra lei e l’amante della madre con Loredana che gli dà un bacio sulla guancia e si addormenta come una figlia tra le sue braccia. Il film assicura il lieto fine tra Loredana e Gianni, che fuggono via a bordo della moto mentre il professore vince un concorso al ministero e Alvaro Vitali finisce tra le braccia della compagna in mezzo a un cespuglio.  A suo modo, l’amore trionfa. 

   Quando esce nelle sale La liceale fa furore perché è il primo film che mostrava Gloria Guida in diversi nudi integrali. Tarantini la inquadra per lunghe sequenze e con primi piani ben riusciti di parti intime, valorizzando al massimo il corpo e le capacità erotiche dell’attrice che recita bene la parte della ragazzina perversa e sensuale. Fin dalle prime scene, con Gloria Guida ripresa prima nuda mentre dorme e poi in una delle docce più sensuali della sua carriera, si capisce dove si vuole andare a parare. Tra l’altro le sequenze di nudo scorrono insieme ai titoli di testa – un po’ come ai tempi di Blue Jeans anche se la visione degli hot pants era più casta -, per tutto il film si sprecano arditi primi piani erotici. Tanto che il film è proibito ai minori di anni diciotto ed è un peccato perché il suo vero pubblico è composto da sedicenni. Posso assicurare che del divieto m’importò poco e alla cassa del cinema non fecero storie per farmi entrare. Un film a suo modo memorabile, soprattutto per i ricordi di un adolescente.

   Mereghetti stronca La liceale senza pietà (una stella e mezza), se la prende con la sceneggiatura giudicata inconsistente e con le macchiette comiche di Vitali, Cannavale e D’Angelo che a suo dire non funzionano. Marco Giusti (Stracult): “Il mito della ragazzina di Gloria Guida inizia a prendere contatto con quello della commediaccia anni Settanta di Luciano Martino. (…) Grande inizio con la Guida nuda mentre dorme. Tarantini e Martino hanno capito tutto”. Pino Farinotti concede due stelle senza motivare, mentre il Morandini è più parco (una stella, ma tre per il pubblico) e afferma: “Film che chiuse il filone delle Ubalde per aprire quello delle liceali. Più sexy che sul comico, si fa notare per i titoli di testa che scorrono sul corpo nudo della diciottenne Gloria Guida”. Il noto critico equivoca anche l’età della Guida, che – pur molto giovane – ha vent’anni e non diciotto, ma interpreta bene la parte della sedicenne.

   Un film che convince, rivisto innumerevoli volte nel corso degli anni, consapevoli di andare controcorrente anche per un fatto di ricordi personali. In ogni caso non abbiamo più sedici anni ma continuiamo a sorridere alle gag di un professore di lettere come Gianfranco D’Angelo irretito dalle malizie di Gloria Guida e alle battute pecorecce di Alvaro Vitali. “Una pietra miliare nell’immaginario cinematografico del cinema di serie B degli anni Settanta”, afferma Mereghetti. Una pietra miliare nell’immaginario di tutti i liceali degli anni Settanta, ribadiamo noi. La VHS edita da L’Espresso (che conserviamo come una reliquia, anche perché è una delle copie migliori reperibili in commercio) presenta così il film: “Chi non ha avuto in classe una compagna come Gloria Guida? Bella e impossibile, vicinissima e irraggiungibile, sensuale e ingenua. Sogno di studenti, professori e persino bidelli. La sua presenza fa diventare tutto più difficile… Fra ragazzi che restano al banco e ragazzi che vanno in bianco, un nuovo evento da collezione della commedia sexy all’italiana. Un pezzo di storia del costume anni Settanta, dove il corpo di Gloria Guida sale in cattedra”. Confessiamolo, chi non ha sognato di avere una storia d’amore con una compagna di classe come Gloria Guida? Il suo personaggio, grazie al successo del film di Tarantini, diventa un’icona. Dopo le insegnanti le sale italiane sono invase da liceali e da studentesse (più o meno riuscite) e ci provano in molte a imitare (senza successo) la prorompente carica erotica di Gloria Guida. Citiamo L’adolescente di Alfonso Brescia con Daniela Giordano, La collegiale di Gianni Martucci con la scialba Marta Katherin, L’ingenua di Gianfranco Baldanello con Ilona Staller (futura Cicciolina e regina del porno targato Schicchi), L’educanda di Franco Lo Cascio (più noto come Luca Damiano quando passerà al porno) con la sua Patrizia Gori e altri film di minor rilievo. In tutte queste pellicole non si raggiungono i livelli di malizia erotica e di sano divertimento presenti ne La liceale, soprattutto perché le protagoniste femminili non sono all’altezza di Gloria Guida. Mancano pure, è bene dirlo, presenze comiche come Gianfranco D’Angelo, mattatore della popolare trasmissione televisiva Drive In. Chi non lo ricorda nella macchietta di As Fidanken o negli eccezionali monologhi? Per non dire della classe teatrale di Giuseppe Pambieri, dongiovanni che si porta a letto l’ingenua liceale, e la vis comica di Alvaro Vitali, divertente compagno sporcaccione che anticipa il futuro personaggio di Pierino.

   Grande successo di pubblico che porta la pellicola in Francia (A nous les lycéennes), Gran Bretagna (Under-Graduate Girls) e in Germania (Flotte Teens und heisse Jeans).

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