Ormai è chiaro a tutti: quella di Israele non è più una missione per salvare gli ostaggi rapiti da Hamas. È una carneficina, una strage di innocenti (secondo l’UNWRA sono 2360 i bambini uccisi dai bombardamenti dal 7 al 24 ottobre, ma di altri 870 non c’è più traccia, probabilmente rimasti sotto le macerie) senza tregua e senza rispettare nessuna regola salvo forse quella che accomuna tutte le guerre: vincere a tutti i costi.
A dirlo Craig C. Mokhiber, direttore dell’ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani di New York. Che dopo averlo fatto ha presentato le proprie dimissioni dopo trent’anni di servizio. (vedi allegato 1) Nella sua lettera Mokhibier afferma che è “dolorosamente chiaro” che l’ONU ha fallito nel suo dovere “di soddisfare gli imperativi di prevenzione di atrocità di massa, di protezione dei vulnerabili e responsabilità degli autori del reato”.
Ma non si è fermato: “So bene che il concetto di genocidio è stato spesso oggetto di abusi politici, ma l’attuale massacro totale del popolo palestinese, radicato in un’ideologia colonialista etno-nazionalista, in seguito a decenni di loro sistematica persecuzione ed epurazione, basato interamente sul loro status di arabi, e accoppiato con dichiarazioni esplicite di intenti da parte dei leader del governo israeliano e militari, non lascia spazio a dubbi o dibattiti. A Gaza, le case civili, le scuole, le chiese, le moschee e le istituzioni mediche vengono attaccate senza volerlo mentre migliaia di civili vengono massacrati. In Cisgiordania, inclusa Gerusalemme occupata, le case vengono sequestrate e riassegnate basandosi interamente sulla razza, e violenti pogrom dei coloni sono accompagnati da unità militari israeliane”. La conclusione è chiarissima e senza possibilità di fraintendimenti. Secondo Mokhibier non si tratta di liberare gli ostaggi. E nemmeno di conquistare dei territori. “Questo è un caso da manuale di genocidio. L’europeo, etno-nazionalista. Il progetto coloniale dei coloni in Palestina è entrato nella sua fase finale, verso la rapida distruzione degli ultimi resti della vita indigena palestinese in Palestina”, si legge nella lettera.
Un reato internazionale perpetrato, secondo Mokhibier con la complicità dei “i governi degli Stati Uniti, del Regno Unito e di gran parte dell’Europa sono totalmente complici dell’orribile attacco. Non solo questi governi rifiutano di rispettare gli obblighi del trattato “per assicurare il rispetto” per le Convenzioni di Ginevra, ma di fatto armano attivamente l’assalto, fornendo supporto economico e di intelligence e fornendo copertura politica e diplomatica per le atrocità di Israele”. “Negli ultimi decenni, parti chiave delle Nazioni Unite si sono arrese al potere degli Stati Uniti e alla paura della lobby israeliana, e hanno abbandonato questi principi e si sono ritirate dal diritto internazionale stesso”.
La conseguenza di tutto questo è che “Abbiamo perso molto in questo abbandono, non da ultimo la nostra credibilità globale”. Una perdita di credibilità del sistema stesso delle Nazioni Unite che avviene a pochi giorni dal 75esimo anniversario della sottoscrizione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (che cadrà il 10 dicembre 2023). Il documento base dei diritti umani venne firmato nel 1948, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Lo stesso anno in cui si verificò la Nakba (letteralmente “disastro”, “catastrofe” o “cataclisma”): l’esodo forzato della popolazione araba palestinese al termine del mandato britannico, durante la guerra arabo-israeliana del 1948, dopo la fondazione dello Stato di Israele. È con questo nome, Nakba, chegli storici definirono questo evento. Oltre 700.000 arabi palestinesi furono costretti ad abbandonare le città e i villaggi in cui vivevano. Vennero cacciati e venne loro vietato di fare ritorno nelle proprie terre anche dopo il termine del conflitto.
Ora l’Istituto per la sicurezza nazionale e la strategia sionista ha definito un nuovo “piano per il reinsediamento e il reinsediamento finale in Egitto dell’intera popolazione di Gaza”, un’ “opportunità unica e rara di evacuare l’intera Striscia di Gaza” offerta dall’ultimo assalto di Israele all’enclave costiera assediata. Un piano, pubblicato sul sito web dell’organizzazione, che prevederebbe il trasferimento forzato in Egitto di milioni di palestinesi.
( https://drive.google.com/file/d/1e8ytZWVQyt1XncFPeDT9n1RoD_mZJRUk/view )
Un programma definito “sostenibile” e che “si allinea bene con gli interessi economici e geopolitici dello Stato di Israele, dell’Egitto, degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita”. Quali piani economici? Quelli che prevedono lo sfruttamento delle risorse del suolo della Striscia di Gaza e le riserve di combustibili fossili nel mare al di fuori di essa. Come sempre avviene nelle guerre [lo scrivemmo in un libro oltre molti anni fa e non solo per la questione israelo-palestinese… e da allora niente è cambiato], ideologie, politica e religione non sono mai la vera causa delle guerre. La causa scatenante di questi conflitti armati sono SEMPRE gli interessi economici. Nel 2004, Arnon Sofer, dell’Università di Haifa, presentò al governo di Ariel Sharon piani dettagliati per “isolare la Striscia di Gaza”. Un sistema che per garantire la “sicurezza” che prevedeva che a nessuno venisse permesso di entrare o uscire senza il controllo di Israele. “Quando 2,5 milioni di persone vivranno in una Gaza chiusa, sarà una catastrofe umana”. “La pressione al confine sarà terribile. Sarà una guerra terribile”.
Ora, il sequestro degli israeliani da parte dei militanti di Hamas ha dato agli israeliani “le giuste condizioni” per costringere i palestinesi a “emigrare” da Gaza al Cairo. Davvero c’è ancora chi crede che Israele stia facendo tutto questo per liberare gli ostaggi? Non è strano che continuino a bombardare (con il rischio di colpire anche i connazionali)? Davvero c’è chi pensa che uno dei servizi di intelligence più potenti al mondo non sia riuscito a prevedere cosa sarebbe avvenuto il 7 ottobre? La guerra è sempre “sporca”. Uno sporco giro d’affari per fare sempre più soldi e acquisire il controllo di territori per sfruttarne le risorse.
“Noi dell’ONU dobbiamo abbandonare il paradigma fallito (e in gran parte falso) di Oslo, la sua illusoria soluzione a due Stati, il suo Quartetto impotente e complice, e la sua sottomissione del diritto internazionale ai dettami della presunta convenienza politica. Le nostre posizioni devono basarsi senza riserve sui diritti umani internazionali e sul diritto internazionale”, ha detto Mokhibier nella sua lettera di dimissioni. “Fra qualche giorno, dopo più di trent’anni di servizio, lascerò l’Ufficio per l’ultima volta”. “Ho lavorato in queste stanze sui genocidi contro i Tutsi, i Musulmani bosniaci, gli Yazidi e i Rohingya”. E ogni volta vedendo la “facilità” con la quale “le polveri si sono depositate sugli orrori che erano stati perpetrati contro le popolazioni civili indifese, è diventato dolorosamente chiaro che avevamo fallito nel nostro dovere di soddisfare gli imperativi di prevenzione delle atrocità di massa. della protezione dei vulnerabili e della responsabilità per i responsabili”. “Così è stato con ondate successive di omicidi e persecuzioni contro i palestinesi per tutta la vita dell’ONU”.
“Polvere” come quella buttata nei giorni scorsi, sul bombardamento del campo profughi di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. Dopo l’attacco, le forze di difesa israeliane hanno rivendicato l’uccisione di “un ampio numero di terroristi”, compreso Ibrahim Bihari, uno dei leader dell’attacco che Hamas ha sferrato lo scorso 7 ottobre contro Israele. Il direttore dell’Ospedale indonesiano di Gaza ha fatto riferimento a “centinaia” tra morti e feriti arrivati in ospedale. Ma “molti sono ancora sotto le macerie”, ha detto. In Israele, però, una famosa emittente televisiva non ha parlato di campo profughi: ha detto che si è trattato di un raid su “una struttura di Hamas” e che “decine di terroristi, compresi comandanti sul campo, sono stati uccisi”. Per loro si trattava di “un importante obiettivo terroristico”.
Ormai nemmeno l’ONU può verificare chi dice la verità e chi mente. “Alto Commissario, stiamo fallendo di nuovo”, ha detto Mokhibier.