Il titolo del libro è “Beati, dannati e sogni truccati” e rivela la commistione perversa tra la poesia delle grandi imprese sportive e i grandi affari non sempre puliti che si nascondono all’ombra della passione popolare. L’autore è Stefano Tamburini, giornalista, già direttore di Corriere Romagna, Agl (l’agenzia dell’allora Gruppo Espresso che curava il notiziario nazionale per 18 quotidiani locali), la Città di Salerno e Il Tirreno.
Il libro – pubblicato da Edizioni Il Foglio – evidenzia come sempre più spesso il grande sport venga ridotto ad ariete per aprire voragini in quel poco che resta degli anticorpi di giustizia sociale e umana che la civiltà moderna fatica a difendere e a coltivare. E sono proprio le imprese più gioiose a fare da paravento agli orrori di affari sporchi e persecuzioni. Lo sport rischia così di diventare una diga che invece di proteggerci contribuisce a dare riparo a insidie nascoste, che non hanno bisogno di tracimare per travolgerci. Semplicemente passano ai lati, alla base, ci invadono, perché chi è capace di distinguere il bene dal male viene “silenziato” dalle masse più accecate dallo speciale oppio fabbricato dall’abuso della passione popolare.
L’opera si pregia della prefazione di Federico Cafiero de Raho, già Procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, oggi vice-presidente della Commissione parlamentare Antimafia che mette in luce «il sapiente lavoro di inchiesta giornalistica dell’autore, utile a illuminare la conoscenza. Viene evidenziato come lo sport non sia soltanto un fenomeno sociale ma un settore economico. L’enorme attenzione creata dalle più importanti manifestazioni sportive, che si rivelano veri e propri eventi globali, unitamente alla popolarità delle competizioni nazionali e continentali delle discipline più seguite, come il calcio, hanno contribuito alla crescita sul piano finanziario degli affari connessi col mondo dello sport. Nell’attività da me svolta come Procuratore nazionale Antimafia, è emerso sempre di più un crescente interesse delle mafie a infiltrarsi nello sport».
Il libro si apre con le storie dei beati e prosegue con quelle dei dannati dello sport per arrivare alle avventure più fetide dei sogni truccati, con il retrogusto amaro della fregatura, del peggior tradimento di chi sta abbracciando emozioni genuine. È un pellegrinaggio che parte dal paradiso delle imprese più genuine e scende fino all’inferno delle sfide truccate, delle infiltrazioni della malavita. Ci sono anche storie che vanno oltre il significato del trionfo, come quella della pugile Irma Testa, prima italiana a partecipare a un’Olimpiade sul ring e poi capace di portare a casa una medaglia. Lei, cresciuta in un contesto sociale complicato e innamorata di un’altra donna, riesce a far capire che non ci sono normalità da cui distinguersi. E la sua lezione fuori dal ring è molto più importante di quella che riesce a dare sul piano tecnico alle avversarie. Lezioni che si trovano anche in altri capitoli, anche in quello “collettivo” che apre il libro, dedicato a quattro grandi pugili di un’altra epoca, uno dei quali – Emile Griffith – omosessuale. Lui il combattimento più importante deve affrontarlo proprio nei confronti della discriminazione. Il capitolo parla anche di Nino Benvenuti, Sandro Mazzinghi e Carlos Monzon. Le altre storie dei “beati” sono dedicate a Muhammad Ali, Gaetano Scirea, Pietro Mennea, Gigi Riva, Niki Lauda, Ayrton Senna, Roland Ratzenberger, Gilles Villeneuve, Siniša Mihajlović, Fabio Casartelli.
Poi ci sono le storie collettive delle Nazionali di calcio del 1970, 1982 e 2006, del Grande Torino e dell’Aquila Rugby capace di vincere il più impossibile fra gli scudetti. Le storie dei “dannati” riguardano invece Oscar Pistorius, Vittorio Cecchi Gori, James Hunt, Sepp Blatter, Bernie Ecclestone, Claudio Lotito. E anche qui sono presenti le storie collettive dell’ecatombe dell’Heysel che segnò la fine dell’innocenza del calcio, della trattativa Stato-ultrà (con Genny ’a carogna) e quella collettiva di tre piloti fratelli di sogni alle prese con la morte di uno di loro. Infine le storie dei “sogni truccati”, che si snodano dal Grande Sperpero dei Mondiali di calcio di Italia ’90, con un capitolo extra dedicato alle 24 vittime dimenticate nei cantieri di stadi e infrastrutture. Quindi il salvifico no alle Olimpiadi di Roma, il rapporto dell’Antimafia del 2017 con i legami perversi tra sport e criminalità organizzata. Infine più capitoli dedicati all’intreccio devastante tra il grande sport, soprattutto calcio e Formula Uno, con i Paesi Canaglia in fatto di diritti umani e civili racchiusi tra Golfo Persico e Mar Rosso. Chiusura con la storia emblematica del Gran Premio di Formula Uno più truccato della storia, quello di Singapore 2008, che offre l’immagine devastante dei colpevoli dello scandalo capaci di esibirsi in imbarazzanti e tronfie passerelle in pista che suonano come uno schiaffo per i danneggiati e per chi guarda lo sport (e non solo quello) con l’occhio dell’onestà e della lealtà.
Questo libro è l’ideale prosecuzione del primo volume scritto da Tamburini e pubblicato lo scorso danno dal titolo “Il prezzo da pagare” (storie di donne e uomini ribelli, quando lo sport diventa lotta per i diritti umani e civili), semifinalista al premio Bancarella Sport 2023 e insignito del premio “Books for Peace” 2023.