Si parla sempre male del cinema italiano, una volta tanto che si vede un film spagnolo girato in modo così approssimativo da far sembrare l’ultimo lavoro di Paolo Ruffini degno di un Oscar perché tacere? Amor idiota racconta le vicissitudini dell’inetto Pere-Lluc, che non si prende sul serio, anzi si definisce proprio un idiota, e ogni sua azione è al limite del surreale. Al mondo tutti sono idioti e tali resteranno, magari inconsapevoli, per tutta la loro vita, lui almeno se n’e reso conto da tempo e affronta l’esistenza con cinismo e ironia. Una sera incontra Sandra, una ragazza che affigge manifesti per conto di un circo, se ne innamora perdutamente e inizia a seguirla, prima fingendosi un possibile cliente, quindi entra nella sua abitazione come se fosse un ladro, ma le cose finiscono bene. Un film dove la morale non conta e neppure il senso logico, Pere-Lluc ha un amico logorroico, convinto che nella vita niente valga la pena di esser fatto, in ogni caso usa la sua casa per andare a letto con una comune amica (un tempo amante di Pere-Lluc) che adesso confida ogni sua pena al ragazzo. Tecnica di regia raffazzonata (volutamente?) con uso debordante della macchina a mano, stacchi improvvisi, zumate come se fossimo negli anni Sessanta, passaggi da un soggetto all’altro senza soluzione di continuità per seguire discorsi ed eventi. Soggetto e sceneggiatura sono del regista, Ventura Pons, persino produttore (chi altri, se no?), in puro stile Joe D’Amato, ma fuori tempo massimo, ché il tempo di un underground estremo pare superato. Tutto è visto dalla soggettiva di Pere-Lluc come se fosse una presa diretta costante, un inseguimento (scena dopo scena) a quel che potrebbe accadere. Ambientazione spagnola, in quel di Barcellona, fotografia anonima, scenografie abbastanza curate, montaggio strampalato, come tutto il film, che dura 93 minuti senza sapere dove andare a parare e a un certo punto finisce, così com’è cominciato, con una soluzione abbastanza imprevedibile e poco consequenziale. Ma tant’è. Non lo cercate, non vale la pena, in ogni caso è passato su Cielo, ciclo España carnal, giustificato dal fatto che quando i due s’innamorano ci fa vedere tutti i loro amplessi nei luoghi più imprevedibili di Barcellona, come se fosse un porno tagliato. Credo che sia reperibile anche su Netflix. Fa pena, lo so che non è una categoria critica, ma calza bene, io vi ho avvisati, poi fate voi.
Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Ventura Pons. Fotografia: Mario Montero. Montaggio: Pere Abadal. Musiche: Carlos Cases. Produzione: Ventura Pons. Casa di Produzione: Films de La Rambla S.A., Grandalla Cinematografica SL (Andorra). Interpreti: Santi Millan, Cayetana Guillén Cuervo, Mercé Pons, Marc Cartes, Jordi Dauder, Gonzalo Cunill, Andrea Fantoni, Xavi Fernandez, Lourdes Barba, Maria Lanau, Joan Anton Recchi, Pere Tomas, Hector Mas, Roger Casamajor. Paese di Produzione. Spagna: 2004.