Da Platone in poi dialogare è una forma privilegiata per la ricerca della verità. Fabio De Felice, Professore di Ingegneria all’Università Parthenope di Napoli, imprenditore ‘serial’, fondatore di Protom Group, e Roberto Race, consulente in corporate e reputation strategy per multinazionali ed imprese ad alto tasso di innovazione, rinnovano l’antica prassi investigativo-filosofica per indagare la frontiera più avanzata della tecnologia, con al centro l’Intelligenza Artificiale.
“Il Mondo Nuovissimo”, 174 pagine densissime, con lucida e partecipe prefazione del Presidente della Pontificia Accademia per la Vita Monsignor Vincenzo Paglia, edito da Luiss University Press nella collana diretta da Nicoletta Picchio, si sostanzia di confronti appassionanti tra i due autori sull’impatto dell’innovazione in ambiti svariati: dall’arte all’innamoramento, dalla globalizzazione all’economia circolare.
Alle loro analisi interattive, segue una parte seconda, in cui ad essere intervistati e a rivelarsi quali protagonisti-testimonial del ‘pensiero’ e delle pratiche digital sono alcuni dei più qualificati top manager operanti in Italia: Maximo Ibarra, Ceo di Engineering; Monica Poggio, Chief Executive Officer di Bayer Italia; Domenico De Rosa, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Smet; Massimiliano Cifalitti, Vicepresidente Hub Europe di Abb – Electrification Smart Power; Stefano Rebattoni, Presidente e Amministratore Delegato di Ibm Italia; Valentino Confalone, Country President di Novartis Italia; Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato di Fincantieri. Un tuffo nella realtà quotidiana, improntato a un moderato ottimismo.
L’approccio di De Felice e Race, peraltro, non fa sconti né concede alcun tipo di credito. I due autori rigettano il soluzionismo tecnologico, sorta di moderno positivismo che assegna alla tecnologia aprioristicamente poteri simil-magici, così come respingono la tecnofobia, che imputa al prodotto conseguenze dannose originate dall’insipienza o malafede di chi lo utilizza.
Al fondo di ogni disamina c’è la consapevolezza della oggettiva drammaticità della tematica affrontata, rispecchiata anche nel titolo, che richiama l’inquietante classico di Huxley. C’è da rispondere a tanti quesiti, fondamentali per il futuro dell’antropocene, o, a quanto pare, per la nuova era destinata a superarlo.
L’accelerazione vertiginosa dell’innovazione è compatibile con la capacità umana di governarla? La tecnologia si avvia ad egemonizzare l’uomo? Il suo dominio da parte di pochi eletti può mettere in discussione conquiste secolari della democrazia?
L’etica ha ancora senso nell’epoca dell’AI? E se è così, può riproporsi secondo modalità tradizionali o deve rifondarsi interagendo e rinnovandosi? Utilizzando proprio la tecnologia, ovvero il suo nuovo terreno di sperimentazione? E la conoscenza umana? Come può superare i propri confini, quasi ad annullarli, secondo logiche tentacolari che le consentano di agire seguendo modelli di intelligenza diffusa, come accade per i cervelli periferici dei cefalopodi?
Dal colonialismo digitale al futuro senza lavoro, l’approfondimento di De Felice e Race spazia su tantissime delle nuove forme del sapere/potere e della realtà tecnologica, in un’opera che riesce a conciliare complessità con chiarezza e piacevolezza del leggere. Un’autentica chicca per chi desidera guardare al presente e al domani prossimo col coraggio di una curiosità che faccia luce sulla coltre di nebbia delle tante parole al vento che accompagnano la diffusione di una tecnologia incompresa dai più nella sua realtà. Un viaggio da lettori-piccoli Ulisse, guidati dalla vision e dai consigli di due modernissimi maitre à penser.