Io Vincenzo Agostino l’ho conosciuto coi capelli corti neri e senza barba. la sera del 5 agosto del 1989 intorno le 20.00 al telefono fisso (solo quello esisteva allora) mi chiamò un cronista de L’Ora: “Franco che mi dici di questo poliziotto ucciso a Villagrazia di Carini?” Io cadevo dal pero, ma appena sentii “omicidio” e “poliziotto” attaccai il telefono e mi fiondai sul luogo del delitto. Li vi trovai il mio socio Michele Naccari in pantaloncini corti, sandali e in tenuta da pescatore con il berretto ancora con gli ami attaccati. “Franco io stavo pescando a neppure seicento metri da qui e ho sentito i colpi”. Non fu facile documentare l’accaduto. era pieno di gente, tutti i vertici locali di polizia e carabinieri erano sul posto. Nino Agostino era stato ucciso in casa di villeggiatura del padre, assieme alla moglie Ida Castellucci. Riuscimmo ad avere una foto dell’album delle nozze che si erano celebrate appena un mese prima, ma non riuscimmo ad entrare e a fotografare il cadavere (Ida, la moglie, morì in ospedale tra le braccia di suo suocero Vincenzo). Ida fu uccisa a sangue freddo – con un colpo dritto al cuore – perché nel tentativo di difendere il marito urlò ai killer (due scesi da una moto di grossa cilindrata) “che state facendo, io so chi siete, io vi conosco!” Ida aspettava da due mesi un bambino.
Un delitto misterioso come misteriosa fu la carriera di poliziotto di Nino Agostino. Agente dei servizi segreti, si disse, e stretto collega di Emanuele Piazza, che sarà inghiottito dalla lupara bianca meno di un anno dopo. Ragazzi mandati allo sbaraglio a cercare latitanti e a svelare trame mafiose. Segugi di razza mandati – da soli – nelle tane dei lupi. Così come fu anni prima con Calogero Zucchetto, ammazzato con ancora un gelato in mano appena comprato al bar Collica al “Fiamma” nel 1982 e Natale Mondo freddato dentro il negozio di giocattoli (Il Mondo dei giocattoli) della moglie nel 1988. Del delitto di Agostino si è arrivati con una certa sicurezza ad uno degli autori materiali, ma nulla si sa sul movente e sui mandanti occulti tra cui elementi deviati dello Stato e di cui lo Stato non ha mai avuto alcun interesse a far luce. Per questo motivo Vincenzo Agostino dal giorno dell’omicidio del figlio non si è mai più rasato. mettendo in atto la sua personalissima protesta. Questo che vedete è un mio scatto che presi al funerale del figlio e della nuora, è l’unica foto in cui appare senza barba, non ne seguiranno altre nei giorni, mesi ed anni a venire. Forse adesso Vincenzo, che se n’è andato, conosce la verità sulla morte del figlio, ma purtroppo non ce la potrà raccontare.