Saverio Costanzo è noto al grande pubblico come il regista de L’amica geniale, serie Tv andata in onda dal 2018 al 2020. Figlio di Maurizio Costanzo, dedica Finalmente l’alba alla memoria del padre, forse il suo film per il cinema più convincente. Non è regista prolifico, ma cura con precisione certosina i suoi lavori, che di solito scrive e sceneggia, come nei precedenti Private (2004), In memoria di me (2007), La solitudine dei numeri primi (2010) e Hungry Hearts (2014). Finalmente l’alba è un film sul cinema e su Cinecittà, sull’importanza delle pellicole e del grande schermo nella vita italiana degli anni Cinquanta, ambientato nei giorni successivi al caso Wilma Montesi, giovane comparsa ritrovata annegata sulla spiaggia di Capocotta. Interessante sin dalle prime sequenze il lavoro di Costanzo che comincia con un finto film neorealista (un inesistente Sacrificio), fotografato in bianco e nero, interpretato da Alida Valli (Rohrwacher) che mostra il salvataggio di un bambino da parte di un soldato americano. Lo spettatore si accorge ben presto che siamo in una sala cinematografica, i veri protagonisti del film che sta guadando si trovano al di là dello schermo, con la madre di due ragazze che esprime la sua opinione negativa (diffusa in Italia) sui tristi film neorealisti che ricordavano tempi da dimenticare. La vicenda si sposta a Cinecittà, dove le due sorelle – Iris (Panizzi) e Mimosa (Antonaci) – provano a ottenere un ruolo da comparse; la seconda sorpresa del film è vedere Mimosa, la ragazzina più anonima e meno disinibita, avere la fortuna di essere notata da Josephine Esperanto (James), diva di Hollywood. Nella parte girata a Cinecittà il regista mostra la finzione scenica grandiosa dei set ricostruiti per il grande cinema americano che nei primi anni Cinquanta portava gli attori in trasferta sul Tevere. Non solo, Costanzo riproduce una perfetta scena di un peplum dedicato a Cleopatra con duello annesso e massacro dei prigionieri compiuto mediante falchi che strappano gli occhi ai malcapitati. Il vero film comincia soltanto dopo una lunga (quanto affascinante) introduzione a base di cinema nel cinema, con Mimosa che viene condotta da Josephine, dal collega Sean (Keery) e dall’amico italiano Rufo Priori (Dafoe) in una villa dove si passa la notte tra festini proibiti. Un’altra sequenza suggestiva vede Josephine spacciare Mimosa per una poetessa svedese di nome Sandy e metterla in difficoltà chiedendo di leggere una poesia. La bravissima Rebecca Antonaci recita con lo sguardo e con poche lacrime una lirica composta da un interminabile silenzio. Sean toglie d’impaccio la ragazza, vive con lei una notte d’amore, infine tutto torna alla normalità per Mimosa, dopo aver provato emozioni intense e istanti di paura. Finale metaforico con una leonessa che si aggira per Roma, sotto la scalinata di Trinità dei Monti, nei pressi della Barcaccia, ma non aggredisce la ragazza, anzi, continua a camminare al suo fianco lungo via Condotti. Mimosa è pronta per affrontare la vita. Saverio Costanzo dirige gli attori con mano ferma,
delizia con movimenti di macchina originali, inserisce parti di metacinema molto suggestive, scrive e sceneggia una storia che non mostra la corda nei 119’ di montato per le sale (a Venezia 140’). Fotografia che passa dal bianco e nero del finto film neorealista a un color pastello che ricorda gli anni Cinquanta; montaggio compassato ma adeguato al tema; colonna sonora ricca di pezzi d’epoca; costumi e ambientazione senza errori. Il cast è azzeccato, con la scoperta di un’ottima attrice esordiente come Rebecca Antonaci, molto in parte Lily James (la diva), bene Joe Keery e Willem Dafoe. Alba Rohrwacher è professionale, ma nei panni di Alida Valli si vede poco. Bene il doppiaggio quando si parla italiano, condivisibile un inglese sottotitolato quando gli attori si esprimono nella lingua madre. Un film interessante per riscoprire un evento storico inquietante che si trasformò in un momento di lotta politica, ma anche cinema vero come non sempre siamo soliti vedere nel mercato italiano.
Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Saverio Costanzo. Fotografia: Sayombhu Mukedeeprom. Montaggio: Francesca Calvelli. Musiche: Massimo Martellotta. Scenografia: Laura Pozzaglio. Costumi: Antonella Cannarozzi. Trucco: Paola Gattabrusi. Produttori: Lorenzo Gangarossa, Mario Gianani. Produttore Esecutivo: Olivia Sleiter, Saverio Costanzo. Case di Produzione: Wildside, Fremantle, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): 01 Distribution. Lingua Originale: Italiano, Inglese. Paese di Produzione: Italia, 2023. Durata: 140’ (Venezia); 119’ (sale). Genere: Drammatico. Interpreti: Lily James (Josephine Esperanto), Rebecca Antonaci (Mimosa), Joe Keery (Sean Lockwood), Rachel Sennott (Nan Roth), Willem Dafoe (Rufo Priori), Alba Rohrwacher (Alida Valli), Sofia Panizzi (Iris), Carmen Pommella (Elvira), Giovanni Moschella (Ugo), Fabiola Morabito (Anna Maria Caglio), Enzo Casertano (Rinaldo), Alyssa Libonati (bambina con Alida Valli), Michele Bravi (cantante travestito).