“Il caso Goldman”, un film giudiziario permeato di un’importante tematica politica

Articolo di Gordiano Lupi

Il caso Goldman è un film giudiziario permeato di un’importante tematica politica, sceneggiato con abilità dal regista con la collaborazione di Nathalie Hertzberg e interpretato da attori all’altezza della situazione. Fare cinema giudiziario è difficile, sia per i movimenti di macchina obbligati che per la pura teatralità del contesto, ma Kahn ci riesce benissimo scrivendo dialoghi credibili e facendo crescere la tensione con il passare dei minuti. Il cinema francese ultimamente ci ha abituati bene: grandi storie sui temi sociali e buone commedie che affrontano la realtà, in questo caso vince la sfida anche del giudiziario, cinema statunitense per eccellenza. Il caso Goldman divide la Francia degli anni Settanta, quando il rapinatore rivoluzionario di origine ebreo – polacca, figlio di eroi della Resistenza Francese, viene condotto alla sbarra per rispondere di un duplice omicidio. Goldman confessa di aver commesso diverse rapine ma nega ogni responsabilità per gli omicidi, mentre la gauche fa il tifo per lui e la destra conduce il gioco al massacro. Il film sta tutto nel confronto tra i tre difensori di Goldman e una spietata accusa che tenta di costruire prove poco consistenti per incastrare il rapinatore. Arieh Worthalter nei panni di Goldman fa venire a mente Gian Maria Volonté – somiglianza fisica compresa – per mimica teatrale e recitazione sopra le righe, bravissimo a interpretare il ruolo di un istrione che vorrebbe difendersi da solo, spesso interrompe il suo avvocato, aggredisce chi lo accusa e risponde per le rime. Molto bravo anche Arthur Harari (sceneggiatore di Anatomia di una caduta), nei panni di uno dei legali di Goldman, ebreo pure lui, ma di ben altra tempra, convinto sostenitore che la prova di innocenza vada fornita nell’aula giudiziaria con un’attenta ricostruzione dei fatti, senza eccedere con elementi teatrali. Un ottimo film, montato con tempi rapidi da Yann Dedet, così abile da non far sentire la fatica dei 115’ passati all’interno di un’aula giudiziaria, tra camera fissa, dissolvenze incrociate, campi e controcampi. Ottima la fotografia anticata (Ghiringhelli), così come le scenografie (Deviercy) anni Settanta sono realistiche. Presentato a Cannes, in anteprima, alla Quinzaine des Cinéastes il 17 maggio 2023. Distribuito in Italia a partire dal 23 maggio 2024. Si può vedere in poche sale, noi ci siamo riusciti grazie al Cinema Stella di Grosseto. Imperdibile.

Titolo Originale: Le Procés Goldman. Regia: Cédric Kahn. Soggetto e Sceneggiatura: Cédric Kahn, Nathalie Hertzberg. Fotografia: Patrick Ghiringhelli. Montaggio: Yann Dedet. Scenografia: Guillaume Deviercy. Costumi: Alice Cambournac. Produttore: Benjamin Elalouf. Case di Produzione: Moonshaker, Tropdebonheur Prods. Distribuzione (Italia): Movies Inspired. Durata: 115’. Paese di Origine: Francia, 2023. Interpreti: Arieh Worthalter (Pierre Goldman), Arthur Harari (Gerges Kiejman), Stéphan Guérin-Tillié (presidente Corte Assise), Nicole Brianҫon (Henri-René Garaud), Aurélien Chaussade (Procuratore Generale), Christian Mazzucchini (Émile Bartoli), Jeremy Lewin (Francis Chouraqui), Jerzy Radziwilowicz (Alter Goldman), Chloé Lecerf (Christiane Succab-Goldman), Laetitia Masson (psichiatra).

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