“Non c’è due senza te”, una commedia italiana contemporanea

Articolo di Gordiano Lupi

Avevo già visto Prima di lunedì (2016) di Massimo Cappelli – regista che comincia con i cortometraggi da Festival di Berlino per finire col dedicarsi a inutili farse – adesso ho avuto modo di apprezzare (si fa per dire) un secondo lavoro, girato un anno prima, che vorrebbe ironizzare sulla famiglia gay, meravigliandomi non poco che gli omosessuali non si siano risentiti. Non c’è due senza te è commedia italiana contemporanea, ergo non è commedia ma farsa priva di spessore, per fortuna che qualche volta si ride, soprattutto per la bravura di Troiano e Abbrescia nei ruoli principali, ma la maggior parte delle situazioni sanno di già detto e di già visto. Il regista – anche sceneggiatore insieme a Fabio Troiano – racconta il menage tra Moreno e Alfonso, le incursioni della signora Capasso (D’Aquino), il tradimento del primo con la bella insegnante di spagnolo Laura Sanchez (Rodríguez) durante una trasferta lavorativa del compagno e le situazioni comico – sentimentali che ne derivano. La famiglia gay è arricchita dalla presenza di un vispo nipotino come Niccolò (Samuel Troiano) che cerca di ricucire i cocci del rapporto con l’aiuto della signora Capasso. Un film pieno zeppo di stereotipi gay, sceneggiato in modo farsesco e improbabile, puro intrattenimento per una serata in famiglia, certo non esemplare come commedia. Tra gli attori si nota in negativo Belén Rodríguez, che per essere un minimo credibile ricopre un ruolo da insegnante madrelingua di spagnolo con la possibilità di recitare (comunque male) con la sua voce. A un certo punto mi è venuto in mente Ma dove vai se il vizietto non ce l’hai? di Marino Girolami, film di sicuro migliore perché privo di pretese e scritto solo per divertire. Fotografia anonima di una Torino che partecipa produttivamente con la Film Commission. Montaggio giusto. Colonna sonora senza infamia e senza lode. Tra i pregi di Non c’è due senza te è stato detto che ci sarebbe l’assenza di volgarità, ma tra i difetti più gravi ci sono la mancanza di nerbo e di originalità. Tra le battute migliori quella nella toelette con Abbrescia e Troiano che fanno a gara a chi per primo si è dichiarato gay, quando arriva Tiberio Timperi e dice con flemma: “Ragazzi, sono gay anch’io ma mica faccio tutto questo casino!”. Tra i momenti più imbarazzanti l’incontro tra Abbrescia e lo psicologo (Antignati) che alla fine si dichiara gay, non da meno la danza di fine corso con Niccolò che si produce in un balletto stile gay-pride. Da evitare, se potete.

Regia: Massimo Cappelli. Fotografia: Marcello Montarsi. Montaggio: Luciana Pandolfelli. Soggetto e Sceneggiatura: Massimo Cappelli, Fabio Troiano. Musiche: Jonis Bascir. Scenografia: Luisa Iemma. Costumi: Laura Costantini. Trucco: Paola Fracchia. Casa di Produzione: Lime Film. Distribuzione (Italia): M2 Pictures. Paese di Produzione: Italia, 2015. Durata. 96’. Genere: Farsa. Interpreti: Fabio Troiano (Moreno), Duino Abbrescia (Alfonso) Bélén Rodríguez (Laura Sanchez), Tosca D’Aquino (Angela Capasso), Cristina Serafini (Claudia), Giuseppe Antignati (dottor Leone), Maurizio Esposito (Gay Chateu Bon Ton), Samuel Troiano (Niccolò), Gianni Bisacca (preside), Jonis Bascir (amico della coppia), Tiberio Timperi (uomo nella toilette).

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