“Dove c’è più luce”, un romanzo a fumetti di Sualzo

Articolo di Gordiano Lupi

La differenza tra le cose introvabili e quelle che non si trovano più è che le seconde puoi sempre continuare a cercarle, magari spostandoti dove c’è più luce. Questa massima sta alla base della filosofia del romanzo a fumetti di Sualzo, che racconta la storia di un mercante di libri antichi che ha perso la moglie, ma lei non è morta, è solo affetta da amnesia totale, non ricorda più niente di lui, quindi convive con un altro uomo. Il libraio è diventato cinico, pensa solo al profitto, non sorride mai, manda avanti un’esistenza monotona e priva di scopo, fino al giorno in cui un sentimento d’amore sboccia di nuovo nella sua vita. Il romanzo è diviso in cinque sezioni, aperte da citazioni (non sempre chiarissime nella traduzione, soprattutto le due latine), disegnato con una tecnica grafica classica, una sorta di bianco e nero con sottofondo turchino, scritto con dialoghi rapidi e letterari. Molto ben caratterizzato il personaggio principale, che non trova più il suo amore e si lascia andare, vive un’esistenza senza momenti di gioia. Resta impressa anche la figura della ragazza che con la sua presenza pare capace di cambiare la vita al libraio, così come è interessante il bambino che rallegra una vita ormai priva di scopo. Un libro che è una sorta di lotta alla disperazione, un romanzo a fumetti che porta a toccare il fondo di un’esistenza per poi risorgere con nuova linfa vitale e continuare a cercare, spostandosi dove c’è più luce, dove forse è possibile trovare ancora un motivo per vivere.

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