In un momento storico in cui le parole assumono giustamente grande importanza, in quanto descrivono, fondano, delineano, correggono, affermano creando esistenze e inclusivita’, parole che vengono anche ridefinite, modellate, decostruite appunto, delle quali solo apparentemente né risulta un gioco votato al feticcio, voglio ragionare proprio sulla parola che maggiormente ci rappresenta, I’ Ignoranza.
L’ Ignoranza come da vocabolario è l’essere ignorante, non conoscere, mancare di istruzione, cultura : Vivere nell’ Ignoranza. Ed è proprio il vivere nell’ignoranza che mi ha fatto ripensare a questa tragica, mortifera parola la quale solitamente va veicolata con accezione non offensiva, “non offende in quanto ignoro”, una sorta di edulcorazione,
ma che ne ha tutti i tratti esterni di quella che è concretamente e legittimamente una parola naturalmente offensiva.
Pensiamoci.. vivere nell’ Ignoranza significa sceglierla, adottarla, eleggerla a pratica quotidiana; tanti stupidamente se ne fregiano come spesso affermava la grande scienziata “Margherita Hack”, diversamente, scegliendo come guida quel lume abbagliante fondante che è la Curiosità, l’ignoranza sarebbe amputata, “scelgo di voler sapere per non ignorare”.
Per cui essere ignoranti significa abitare volontariamente quella casa vetusta che è l’ ignoranza, l’ ignoranza che ci dequalifica, che ci chiude in prigioni non raramente, grazie a chiavistelli donati da noi stessi a complottisti politicanti, come li definiva “Oriana Fallaci”, i nostri politici , e che uccide la mente, il diritto, la libertà, l’ evoluzione, il dissenso, l’etica con la vita stessa.
L’ Ignoranza non ha accezione positiva come spesso viene raccontata, ma come un ‘ombra si stende ed offende. Non facciamoci offendere da questa antica signora alla quale si abbeveravano in tempi remotissimi popoli rurali, sprovvisti logicamente di tutto per evitare, tra le tantissime, distopie catastrofiche, come L’ IA intelligenza artificiale, vera protesi della mente.
Senza dimenticare che la stupidità , cifra grottesca più alta dei nostri giorni è figlia dell ‘ Ignoranza ragion per cui bisogna combatterla come incita “Maria Rita Parsi” psicologa e psicoterapeuta italiana.
L’ opera sopra “abbiamo d’avanti agli occhi I vizi degli altri, mentre I nostri ci stanno dietro”. Seneca
Opera di Cosimo Abbatepaolo