“L’ombra di Caravaggio”, un film che vorrebbe essere d’autore ma resta solo una pellicola mal fatta

Articolo di Gordiano Lupi

Niente convince in questo Caravaggio diretto da Michele Placido e interpretato per il ruolo ambiguo di Michelangelo Merisi da Riccardo Scamarcio, soprattutto non intriga la sceneggiatura scritta da Petraglia, Placido e Signorile, che un poco attinge dalla realtà un poco dal mito, in puro stile nordamericano da fiction televisiva. Ce l’eravamo perso al cinema, a questo punto diciamo per fortuna, ché la visione televisiva basta e avanza, visto che si procede per quasi due ore a suon di sbadigli e di una ripetitività senza fine, con Caravaggio in fuga, la sua ombra (Garrel) che lo perseguita e il Papa che lo vorrebbe morto. Uno spreco di interpreti questo Caravaggio, ché Placido mette in campo Louis Garrel (doppiato da Adriano Giannini) per il ruolo del persecutore, ma l’attore francese non è convinto e sfoggia per tutto il film identica espressione allibita. Isabelle Huppert (doppiata da Angiola Baggi) è davvero sprecata per il ruolo di Costanza Colonna, parla poco ed è in scena l’essenziale, così come Scamarcio non è il migliore dei Caravaggio possibili. Micaela Ramazzotti interpreta sempre se stessa, in qualsiasi secolo della storia ci troviamo, lei non cambia, forse qualcuno le ha detto che va bene così, convinta lei convinti tutti. Ci sono persino Marchioni e Haber che sprofondano nel niente di cotanto cinema. Per non parlare del figlio di Michele Placido, che si chiama Brenno, non trovo altro da commentare. Resta Michele Placido cardinale lussurioso, non male, perché il vero mestiere del regista è fare l’attore, dove non è esente da pecche ma si fa valere. Il regista è un altro mestiere che Placido interpreta in maniera scolastica abbandonandosi a una tempesta di furiosi salti temporali che confondono la materia e la rendono poco leggibile. Fotografia scura e cupa di Michele D’Attanasio che vorrebbe imitare i colori della pittura di Caravaggio – rosso e nero su tutti – ma riesce solo a comporre un calderone informe di immagini poco coinvolgenti. Montaggio compassato di Consuelo Catucci, ai limiti della noia, per un film che vorrebbe essere d’autore ma resta solo una pellicola mal fatta. Le musiche di Iervolino e Vincenti sono fastidiose. L’ombra di Caravaggio ha vinto pure dei premi, qualcuno l’ha definito un film sorprendente. Niente da dire, pure io sono rimasto sorpreso. Se potete evitatelo, non sarà facile, ché è tra le novità di Ray Play. Provateci con tutte le vostre forze … io non ci sono riuscito.

Regia: Michele Placido. Sceneggiatura. Sandro Petraglia, Michele Placido, Fidel Signorile. Fotografia: Michele D’Attanasio. Montaggio: Consuelo Catucci. Musiche: Umberto Iervolino, Federica Luna Vincenti. Scenografia: Tonino Zera. Costumi: Carlo Poggioli. Produttore: Federica Luna Vincenti. Casa di Produzione: Goldenart Production. Distribuzione: 01 Distribution. Produzione: Italia / Francia, 2022. Durata 119’. Genere: Drammatico, Storico (?). Interpreti: Riccardo Scamarcio (Caravaggio), Louis Garrel (l’Ombra), Isabelle Huppert (Costanza Colonna), Michele Placido (cardinale Del Monte), Micaela Ramazzotti (Lena Antonietti), Vinicio Marchioni (Giovanni Baglione), Carlo Giuseppe Gabardini (Onorio), Maurizio Donadoni (Papa Paolo V), Lolita Chammah (Annuccia), Erika D’Ambrosio, Gianfranco Gallo (Giordano Bruno), Gianluca Gobbi (cardinale Scipione Borghese), Lorenzo Lavia (Orazio Gentileschi),Moni Ovadia (filippo Neri), Alessandro Haber (modello per la crocifissione di San Pietro), Tedua (Cecco), Brenno Palcido (Ranuccio Tomassoni), Davide Paganini (cavalier D’Arpino).

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