“Un afflato intenso, profondo e sincero. I due poeti, attraverso questa disamina poetica, scrutano l’universo che li circonda, incarnano il capitale di emozioni con cui ogni essere umano, nel proprio arco di vita, ha modo di interfacciarsi.
La poetessa Elisa Mascia e il giovane poeta Fabio Petrilli, attraverso la loro poetica, narrano l’incanto della vita attraverso un dialogo intergenerazionale, un dialogo verace e umano: “Ancora mi rifugio in te/giudice… di questo mondo” scrive il Petrilli, parlando del silenzio.
“Silenzio interrotto da interminabili minuti/da orologio lancette e numeri… caduti… sostituiti da battiti di cuore che sa ancora amare” pare sia la risposta della Mascia a questo dialogo.”
Queste sono parole di Roberto Collari in merito alla Silloge dei due poeti che attraverso il logos dell’ Io-Tu evocano la mela primordiale che viene divisa nel silenzio meditativo dell’Eden incorrotto, e si riunisce attraverso la parola del linguaggio poetico.
Sodalizio che cogita sulla natura, esprime la danza delle parole, una spirale dialettica che circumnaviga le vibrazioni del diapason quotidiano, emissione di frequenze che si riconoscono nell’ora in cui le muse impongono il palmo delle loro mani sulla penna battezzata dalle acque fertili dei millenari fiumi che diedero vita al Pantheon delle arti.
Possiamo affermare, senza dubbio, e senza ulteriori ragionamenti, che il sodalizio dei due poeti ha dato vita allo specchio sacro dove due esseri, posti davanti al riflesso, diventano il quadruplice incrocio chiasmico, l’uno è conferma dell’altro, proprio nel territorio della coscienza di ogni vocabolo nutrito dalla forza dell’anima.
I versi si concedono all’Ermeneutica quale pretesto per scendere dentro i meandri della significazione da dove si prende quell’involucro custode dell’Amore agapico, che connette l’umano con tutti gli elementi della natura.
Silloge che racconta il viaggio cosciente dell’umanità, la scoperta di un chiostro che vive nell’intimo umano, che si esprime nella materia raccogliendone le esperienze ed elevarle sulla vetta poetica. “Respiro con il cuore” , già il titolo fornisce l’idea di un accordo con il trascorso ricavandone tutte le possibilità pedagogiche, fino a che non si giunge a quella vuotezza infinita che congiunge con la divina onniscienza dell’Unità.