Diversi giornali hanno riportato la notizia di una lettera aperta firmata dai governi (militari) di tre paesi africani, Burkina Faso, Mali e Niger e inviata al presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. In questa nota i tre governi condannano l’aperto sostegno delle autorità ucraine al terrorismo internazionale, in particolare nella regione del Sahel. “I ministri degli Esteri di Burkina Faso, Mali e Niger si oppongono e condannano fermamente il sostegno aperto e riconosciuto del governo della Repubblica di Ucraina al terrorismo internazionale, in particolare nella regione del Sahel”, sottolinea il documento visionato (ma non pubblicato) da Asharq Al-Awsat Burkina Faso, Mali, Niger Accuse Ukraine of Supporting ‘International Terrorism’ (aawsat.com) I funzionari di Ouagadougou, Bamako e Niamey hanno invitato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad assumersi “la responsabilità di fronte alla scelta deliberata dell’Ucraina di sostenere il terrorismo al fine di prevenire queste azioni sovversive che minacciano la stabilità del Sahel o addirittura del continente africano”.
La vicenda si riferisce a quanto avvenuto a luglio scorso: nella regione di Tinzaouaten (nel nord-ovest del Mali), gruppi armati hanno attaccato unità delle forze armate maliane, che hanno subito pesanti perdite. Andrey Yusov, rappresentante della Direzione principale dell’intelligence dell’Ucraina, avrebbe ammesso il coinvolgimento di Kiev nell’attacco di gruppi terroristici armati anche nella regione di Tinzaouaten, in Mali. Yusov avrebbe però parlato delle informazioni necessarie per condurre l’operazione fornite ai ribelli maliani. Dopo questa dichiarazione il governo del Mali ha annunciato che avrebbe interrotto le relazioni con Kiev proprio a causa della sua interferenza in un attacco nel nord del paese. In un’altra dichiarazione il ministero degli Esteri ucraino ha però negato che il suo paese abbia avuto alcun ruolo nell’attacco dei ribelli tuareg e ha definito “miope e frettolosa” la decisione del Mali di tagliare i rapporti diplomatici.
Questo appello è solo l’ultima puntata di una vicenda che va avanti da mesi. Qualche mese fa, il governo di Mosca aveva accusato l’Ucraina di voler aprire un “secondo fronte” nella guerra in Africa. “Incapace di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, il regime criminale di Zelensky ha aperto un secondo fronte in Africa”, sarebbero state le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, secondo l’agenzia di stampa RIA Novosti, accusando l’Ucraina di “assecondare gruppi terroristici in paesi del continente amici di Mosca”.
Anche il Niger avrebbe deciso di tagliare i legami diplomatici con l’Ucraina. Il portavoce del governo nigeriano, Amadou Abdramane, ha dichiarato in una dichiarazione televisiva che la giunta al potere nel paese ha interrotto le relazioni con l’Ucraina “con effetto immediato . . . in totale solidarietà con il governo e il popolo del Mali”. Il governo del Niger ha dichiarato di aver appreso “con grande stupore e profonda indignazione, le osservazioni sovversive e inaccettabili di Andriy Yusov”, ha aggiunto. “Il governo della Repubblica del Niger ha appreso con grande stupore e profonda indignazione le osservazioni sovversive e inaccettabili di Andriy Yusov”, ha detto Amadou Abdramane, portavoce del governo militare del Niger, annunciando la rottura diplomatica.
Prima il Mali e poi il Niger, entrambi gestiti da governi militari che hanno preso il potere dopo recenti colpi di Stato, dopo il cambio al vertice, hanno stracciato gli accordi di difesa (soprattutto con la Francia) e si sono rivolti alla Russia chiedendo il sostegno militare.Recentemente sono diversi gli Stati dell’Africa occidentale che hanno abbandonato i legami con l’Occidente preferendo rivolgersi alla Russia.
La nuova collaborazione tra i governi militari di Mali, Burkina Faso e Niger consente loro la possibilità di presentarsi non isolati a livello internazionale e di avere intorno a loro partner che condividono la loro “ideologia e filosofia”, come ha detto James Barnett, ricercatore specializzato in Africa occidentale presso l’Hudson Institute con sede negli Stati Uniti. Alcuni analisti ritengono che unendo le loro forze questi paesi sarebbero in grado di ridurre la dipendenza individuale dai paesi occidentali ( e dalla Cina?). “Il merito di questa nuova alleanza, nonostante i suoi mezzi e le sue capacità limitate, risiede nel suo avvio da parte dei membri interessati”, ha detto Bedr Issa, un analista indipendente che studia il conflitto nel Sahel. “Il suo successo a lungo termine dipende sia dalle risorse che i paesi membri possono mobilitare sia dal sostegno che gli africani e la più ampia comunità internazionale potrebbero fornire”, ha aggiunto.
La disputa diplomatica arriva in un momento importante: il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba è in visita in Malawi, Zambia e Mauritius.