A luglio ho passato parte delle mie vacanze a Cuba, come mi capita di fare spesso da qualche anno a questa parte. Cuba è per me una vacanza – lavoro perché mi affascina quasi tutto di questa terra e non perdo occasione per scrivermi tradizioni e leggende caraibiche. Questa volta un contadino cubano mi ha raccontato di aver visto un Chupacabras e di essersi difeso strenuamente, sia per salvare la sua vita che per difendere le due vacche che erano tuta la sua ricchezza. Alla fine mi ha detto che è stato il suo cane a spaventare quella belva feroce perché ha cominciato ad aggredirlo e ad abbaiare furiosamente. Un cane ben addestrato è il miglior mezzo per scacciare i Chupacabras, ha concluso il contadino. Non è stato soltanto lui che a Cuba mi ha confessato di aver visto un Chupacabras, pare che da queste parti sia più facile avvistare uno di questi esseri orripilanti che un avvoltoio. Per questo motivo, una volta a casa, sono andato a documentarmi a fondo su questo essere che prima ritenevo solo frutto della fantasia popolare.
Cuba mi ha meravigliato ancora una volta.
Lo strano essere chiamato Chupacabras è un bipede e procede a balzi lasciando impronte di circa dieci centimetri, come se fosse un cane. Si tratta di un vampiro molto intelligente capace di mimetizzarsi nell’ambiente circostante che estrae il sangue dalle vittime praticando tre fori in corrispondenza della giugulare. I ricercatori hanno riscontrato che negli animali uccisi è assente il rigor mortis per via della mancanza dell’acido sarcolattico che mantiene la flessibilità dei tessuti. Tutto ciò farebbe ipotizzare una morte immediata per dissanguamento. Per il suo aspetto e per le modalità con cui attacca e si nutre c’è chi ha pensato a una creatura di origine extraterrestre. Questa tesi è propugnata da molti ufologi.
Il Chupacabras è un vampiro assetato di sangue tipico di tutti i paesi caraibici e della Florida. Per alcuni ricercatori sarebbe una specie di vampiro-alieno chiamato anche EBA (Entità Biologica Anomala). I primi avvistamenti del Chupacabras sono del 1975 nell’isola di Portorico e riguardano un essere stranissimo che si aggirava in prossimità di allevamenti e si alimentava con sangue di animali. La popolazione lo battezzò subito “Vampiro de Moca”, dalla località dove era apparso. Dal 1975 varie ondate di segnalazioni sono proseguite fino al 1994 e si sono avute in Messico, Ecuador, Costa Rica, Guatemala e anche a Miami, in Florida. Ma Portorico è costantemente al centro di grandi ondate di supposti episodi ufologici. Nel corso del 1995, però, una serie di fatti preoccupanti ha suscitato clamore tra i mass-media e le autorità locali, e ha attirato l’attenzione degli ufologi. Animali di tutti i tipi (capre, pecore, cani, gatti, anatre, galline, conigli) vennero ritrovati uccisi da un essere che li priva del sangue attraverso un foro nettissimo, praticato sul corpo. In casi più rari le bestie sono state mutilate e in ogni caso le uccisioni erano molto numerose. La stampa denominò Chupacabras (succhiacapre) i responsabili della strage. Le indagini sono state condotte da gruppi di ufologi e tra questi dobbiamo citare Jorge Martín, ricercatore con esperienza ventennale e direttore della rivista specializzata Evidencia OVNI, anche se le analisi impegnano pure gli studiosi Scott Corrales e Manuel Figueroa. Martín ha detto che “le ferite mortali inferte agli animali si presentano come un foro di circa un centimetro di diametro, dai bordi netti, disposti a triangolo, che penetrano profondamente nel collo o nella mascella inferiore delle vittime”. Un veterinario, il dr. Carlos Soto, che ha esaminato le bestie, ha rilevato che in molti casi una delle perforazioni attraversa la mascella inferiore e sale fino al cervelletto, causando così la morte istantanea. D’altro canto, intorno al foro manca ogni traccia di un’eventuale mascella serrata al collo delle vittime. Altre volte i fori, che si spingono fino a sette – otto centimetri di profondità, colpiscono gli animali allo stomaco, giungendo a spappolare il fegato. Manca la rigidità cadaverica e, nei pochi casi in cui ne rimane, il sangue non coagula anche per parecchi giorni.
Le autorità hanno cercato di rassicurare la popolazione. Hector Garcia, direttore della divisione dei servizi veterinari e agricoli di Portorico ha parlato della possibilità che i fori sul collo delle vittime siano dovuti a denti di grossi cani. Il veterinario Angel Luis Santana ha ipotizzato che potesse trattarsi di mutilazioni operate da una setta religiosa. Ma tutto questo non serve a tranquillizzare, perché i Chupacabras sono stati visti da vicino più volte e da numerosi testimoni che li hanno descritti come una specie di piccoli dinosauri senza coda che si reggono su due gambe. L’ufologo portoricano Jorge Martín ci descrive questa specie di vampiro secondo le testimonianze raccolte come un essere dalla testa grossa e ovale, mascella pronunciata, mento appuntito, canini sporgenti, piccole orecchie puntute, una peluria sul corpo di color grigio-verdastro, occhi allungati e rossastri e due piccole narici appena visibili. Il mostro sarebbe pure dotato di due braccia terminanti con unghioni aguzzi e di due grosse gambe che gli consentirebbero di correre piuttosto in fretta e addirittura di saltare da alberi alti fino a otto metri. Le prime osservazioni si sono avute nella cittadina di Orcovis, poi nel centro di Canovanas (qui sono 150 gli animali uccisi), e in seguito si sono estese a tutta l’isola.
La signora Teide Carballo ha dichiarato che una creatura ha attaccato i suoi animali, uccidendo trenta galline e due capre che avevano un’incisione sul collo o sul fianco ed erano dissanguate. La Carballo ha descritto il responsabile come un essere che si muoveva su due gambe e che pareva uno scimmione.
Un cagnolino di nome Suki, una specie di bassotto portoricano, avrebbe tenuto testa a un Chupacabras con i suoi latrati, evitando di essere ridotto a mal partito. Il fatto è avvenuto presso la località di El Yunque, nella foresta tropicale, vicino alla città di Juncos, nell’est del paese. Maria de Gomez, la padrona del cane, una sera viene messa in allarme dall’abbaiare di Suki e uscita fuori vide una creatura orribile di color grigio-cenere alta un metro e venti. A un certo punto pare che lentamente il mostro si sarebbe coperto la faccia con quelle specie di braccia. Poi si sarebbe allontanato strisciando contro un muro e si sarebbe nascosto dietro un autolavaggio, infine sarebbe risalito verso la ferrovia per poi scomparire nel buio. Un altro dettaglio curioso è che la teste ha riferito che gli occhi della creatura erano in grado di illuminare il terreno di una luce biancastra simile a quella di una lampadina. Dopo l’incontro la sua vista sarebbe diminuita.
Nella vicina città di Gurabo si sarebbe verificato un fatto piuttosto grave. Jesus Sanchez, il testimone della visione, ha detto di non essere più lo stesso uomo dopo quell’incontro. Una sera, il misterioso predatore aveva ucciso i conigli di Sanchez, lasciando sui corpi segni di punture. Poche notti dopo, l’essere si sarebbe ripresentato, ma questa volta Sanchez era di guardia e sarebbe riuscito a disorientarlo con una torcia. Il Chupacabras lo avrebbe inseguito e lui gli avrebbe assestato due colpi di machete senza nemmeno scalfirlo.
Dopo questi fatti inspiegabili, il 9 novembre del 1995, il presidente della commissione agricoltura della Camera dei Deputati di Portorico, Juan G. Lopez, ha chiesto al Parlamento l’apertura di un’inchiesta. L’ufologo Jorge Martín contemporaneamente ha raccolto molte testimonianze relative a oggetti volanti piramidali visti negli stessi luoghi in cui sono stati ritrovati i corpi di animali dissanguati in maniera misteriosa. A Portorico tra il gennaio e l’aprile del 1996 centinaia di animali sono rimasti vittime dei Chupacabras. Al tempo stesso Jorge Martín sostiene che almeno due creature sarebbero state catturate, la prima di esse ad Hato, vicino alla cittadina di San Lorenzo. Un giovane esemplare di Chupacabras sarebbe stato tenuto per sei giorni rinchiuso in una gabbia da un uomo che poi avrebbe dovuto consegnarlo a un gruppo in uniforme arrivato al podere su veicoli di colore grigio. Gli uomini avrebbero portato via la creatura in una scatola trasparente, fatta di un materiale simile al plexiglas. Secondo Martin, si sarebbe trattato di agenti del Dipartimento all’agricoltura portoricano e di un’agenzia federale statunitense non meglio identificata. Il secondo essere sarebbe stato preso nella zona di El Yunque, dove uomini della Guardia Forestale avrebbero consegnato il mostro a militari giunti dalla base navale statunitense di Roosevelt Roads, a Caiba. Il Chupacabras sarebbe stato imbarcato a bordo di un aereo diretto verso gli USA.
Successivamente, in un paesino fra Camporico e Canovanas, dopo la fuga di un Chupacabras contro cui aveva aperto il fuoco un poliziotto, Martín e i suoi collaboratori avrebbero raccolto campioni di sangue. Questi campioni sono stati inviati in un laboratorio professionale americano ed esaminati anche da specialisti in genetica. I risultati sono stati che il sangue sarebbe simile a quello umano del gruppo A, che proveniva da una ferita all’intestino e che l’analisi genetica mostrerebbe caratteristiche diverse da quelle presenti nel sangue umano e da quelle degli animali conosciuti. Per esempio la proporzione fra albumina e globuline sarebbe assai più elevata che in quella di altre specie.
Come se non bastasse ai primi del 1996, almeno cinque casi di uccisioni collettive di animali simili a quelle di Portorico si sono avute nella città di Miami, in Florida. Tracce di un essere dalle zampe larghe sei – sette centimetri e lunghe dieci sono state rilevate da un medico. A marzo, fatti simili sono accaduti a Los Angeles in California e in Costa Rica. A partire da marzo diversi avvistamenti del presunto Chupacabras si erano avute nella città messicana di Matamoros, nello stato orientale di Tamaulipas. Ai primi di maggio numerosi cittadini messicani si sono fatti avanti, pronti a giurare di aver visto con i propri occhi i “vampiri assassini”. Un contadino dello stato occidentale di Jalisco, ricoveratosi in ospedale per curarsi una ferita al collo, garantiva che quello era il segno del morso di un Chupacabras. Il mostro che avrebbe attaccato l’uomo avrebbe avuto un grande muso nero e pelle vellutata, canini aguzzi, ali da pipistrello e l’aspetto di quelli che in seguito gli studiosi statunitensi hanno popolarizzato come i supposti alieni. Dopo i fatti, lo stato messicano di Sinaloa ha organizzato una commissione di zoologi per analizzare lo svolgersi degli avvenimenti. Alcuni fra gli studiosi del gruppo ipotizzano che i Chupacabras siano animali comuni (cani randagi, pipistrelli, puma), il cui comportamento sarebbe stato bruscamente modificato da agenti inquinanti. Invece, Ernesto Ekerlin, biologo dell’Università di Monterrey, è più scettico, e parla degli effetti di una psicosi collettiva diffusasi su scala internazionale.
Le aggressioni del Chupacabras hanno fatto pure vittime umane, fra cui il calzolaio Manuel José Francisco, ucciso in Guatemala nella seconda metà del 1996. La simultanea apparizione di questo essere in diverse zone dell’America centrale e meridionale pone seri interrogativi sulla sua origine. Il ricercatore Manuel Figueroa propone un’origine iperdimensionale: il Chupacabras si materializzerebbe ogni volta che decide di attaccare. La sua improvvisa apparizione in luoghi diversi e anche distanti tra loro è stata chiamata da Figueroa “transumanza psichica”. Qualche studioso ha avanzato l’ipotesi (molto accreditata) che l’entità sia il risultato di un esperimento di manipolazione genetica sfuggita ai laboratori, ma questa spiegazione non tiene conto della documentata presenza del Chupacabras anche nel XVIII e XIX secolo, quando l’attuale ingegneria genetica era fantascienza.
La terza ipotesi, considerata da molti la più probabile, è quella ufologica. Il maggior sostenitore della ipotesi extraterrestre o di una manipolazione genetica aliena è Jorge Martín, che ha raccolto numerose testimonianze della presenza contemporanea di UFO sulle zone oggetto degli attacchi del Chupacabras. Secondo Martín l’essere è di origine aliena e per nascondere la sua provenienza è stato instaurato un complesso sistema di controinformazione, gestito dalle autorità dei singoli paesi in collaborazione con gli USA. Si è interessato al fenomeno anche l’FBI che ha aperto un dossier, ma non sono trapelati elementi che possano fare luce sul mistero di chi o cosa sia il Chupacabras.
Abbiamo recuperato un vecchio articolo del Corriere della Sera datato 12 maggio 1996 che ci pare interessante riportare per intero.
Città del Messico – Orrore e paura in Messico per un misterioso “vampiro assassino”. Gli allevatori lo hanno già soprannominato Chupacabras, succhia-capre: un animale sconosciuto, mostruoso che attacca soprattutto le capre, ma anche agnelli e galline. E ora ha iniziato a uccidere anche gli uomini, per poi berne il sangue. Numerosi testimoni sono pronti a giurare di aver visto con i propri occhi i temibili “vampiri” e, nei giorni scorsi, un contadino dello Stato occidentale di Jalisco -recatosi in ospedale per curare una ferita al collo – ha garantito che quello era proprio il segno del morso di un Chupacabras. Il mostro avrebbe un grande muso nero, pelle vellutata, canini da vampiro, ali da pipistrello e, l’aspetto di un extraterrestre. Le autorità messicane non prendono la sindrome sottogamba: da giorni occupa le prime pagine dei giornali e lo Stato del Sinaloa ha organizzato una “task force” di zoologi per far luce sul mistero. Una delle ipotesi avanzate dagli scienziati è che i “vampiri” siano in realtà animali comuni (cani randagi, pippistrelli, puma) le cui abitudini sono bruscamente mutate a causa dell’inquinamento. Più scettico Ernesto Ekerlin, biologo dell’istituto della tecnica di Monterrey, secondo il quale si tratta soltanto di una psicosi collettiva. Simile a quella che ha sconvolto negli anni scorsi il Portorico, dove si aggirava un altro misterioso animale assassino, mai scoperto.
Il 6 Settembre 1996 la BBC News diffondeva, su una prima battuta del quotidiano Diario La Prensa del Nicaragua, ripresa da organi di stampa internazionali e da network TV italiani, la notizia secondo la quale l’allevatore Jose Luis Talavera il 25 Agosto aveva ferito un Chupacabras che aveva attaccato il suo gregge. Talavera aveva dichiarato a El Nuevo Diario di aver fatto fuoco su un Chupacabras, dopo essersi appostato per diverse sere in seguito all’uccisione di settanta capi (pecore e capre) rinvenute dissanguate nel suo ranch di San Lorenzo, distretto di Malpaisillo, una comunità rurale a quarantacinque chilometri nord-ovest di Managua. Secondo Talavera le sembianze della creatura erano simili a quelle di un grosso pipistrello, con una testa da toro e una cresta rettiliforme. Tre giorni dopo un dipendente di Talavera rinveniva in una cava in prossimità del ranch la carcassa di un essere, in avanzato stato di decomposizione, consegnandola alle autorità locali, per essere analizzata. Il verdetto è giunto immediatamente, per bocca dello zoologo Edmundo Torres, della UNAN – Università Autonoma Nazionale del Nicaragua, di Leon – il quale affermava che si trattava dei resti di un canide, senza alcun dubbio. Gli faceva eco il dottor Carlos Gomez, altro esperto dello stesso istituto, che confermava i risultati necroscopici di Torres. Mentre le immagini dello scheletro del presunto Chupacabras facevano il giro del mondo, Talavera replicava alle dichiarazioni forensi ribadendo che i resti a suo avviso non erano quelli di un cane e che qualcuno aveva sostituito la carcassa da lui consegnata alle autorità con quella di un cane domestico. La sostituzione sarebbe avvenuta proprio presso i laboratori medici universitari UNAN. Fra le prove a sostegno delle sue affermazioni, Talavera faceva notare che lo scheletro del Chupacabras rinvenuto nel suo ranch era completo, pur avendone trattenuto un pezzo della zampa anteriore, che le ossa, inizialmente scure, avevano assunto un colore più chiaro, che i denti erano cambiati dal rosa al bianco (ne aveva contati ventidue, mentre ora la carcassa ne presentava quaranta) e che sulle zampe c’era più pelle. Leonel Navarro, sindaco di Malpaisillo, ha espresso i medesimi dubbi nei confronti dei periti.
L’argomento Chupacabras rimane comunque molto interessante ed aperto a ogni possibilità anche quella, molto probabile, che si tratti di una enorme bufala.