Il potere della moneta elettronica e molto altro

Articolo di Massimo Rossi

Ormai è un iter delle cose inarrestabile. Una manovra a tenaglia sulle nostre vite e sulle nostre tasche. Proviamo, da profani quali siamo, a delineare alcune linee guida sulla operazione della moneta elettronica. All’inizio (anni 90) era solo un modo “snob” per ostentare ricchezza, chi possedeva una carta di credito era, in genere, una persona che aveva denaro in abbondanza e non aveva bisogno di contarlo, lo spendeva senza vederlo, senza toccarlo. Non aveva bisogno di misurare quanto spendesse perché poteva spendere. Ecco, il primo effetto della carta elettronica è il venir meno del senso del denaro fisico, della moneta ed ancora meno del denaro cartaceo. Pare poco, ma vedremo che non lo è. L’aspetto psicologico nella spesa e nel caricarci di debiti nello spendere con la carta è essenziale, vitale, necessario, ma non per noi, per le banche.

All’inizio questo aspetto del consumo di denaro senza vedere e toccare il denaro era riservato a pochi, ai più ricchi, ai più facoltosi e non alla gente comune. Il povero “cristo” era sempre attento a come spendeva, toccava le banconote e centellinava il peso. Il povero “cristo” per acquisti più importanti usava come mezzo di pagamento l’assegno. Anche l’assegno – sebbene meno – è sempre un segno tangibile della presenza del denaro; anche l’assegno era (ormai è un mezzo desueto di pagamento) una forma tangibile attraverso la quale il povero “cristo” e l’arricchito pagavano quando andavano a comprare, forse, un divano, una automobile o una casa. L’assegno nelle classi meno agiate e nelle persone più in là con gli anni, ancora oggi, è un mezzo di pagamento considerato come valido. L’assegno (per acquisti più significativi) è (in minima) parte un mezzo figurato e nel quale si rappresenta il passaggio fisico del denaro. Attenzione a questo aspetto che non è economico, ma psicologico e ha un valore assoluto.

Questo è il primo ostacolo che il c.d. progresso ha dovuto superare: abituare chi, anche se ricco non era, a comprare e negoziare con metodi di tracciabilità e preferibilmente elettronici. Attenuare il senso del passaggio fisico del denaro ha significato distogliere l’attenzione dalla moneta, dal patrimonio e fare credere a tutti di poter acquistare tutto e senza limiti: un vero disastro in certi casi. Si è, di fatto, operato in modo truffaldino analizzando la psiche del soggetto che dispone di denaro. Si è illuso le persone che avrebbero potuto avere tutto. La introduzione di due tipi di carte è stata deleteria per la psiche del “povero cristo”: il bancomat e la carta di credito. Il bancomat ha la principale funzione di non agganciare la spesa al denaro contante e, quindi, fa spendere senza la consapevolezza dell’impoverimento. Non si ha il portafoglio vuoto, come per il contante e quella scheda di plastica è sempre lì, in apparenza sempre uguale a se stessa. Con il bancomat si è vinto la pulsione a non spendere altrimenti si rimane a secco, e si ottiene come risultato che si rimane a secco e basta. Senza contare che mentre con il denaro contante non vi è nessuno che guadagna (salvo se non è “strozzo”), mentre sulle transazioni con la carta la banca ci guadagna sempre e comunque. Ma la banca è talmente furba che ci guadagna anche nel fornire al “povero cristo” lo strumento per impoverirsi. Sì, la banca si arricchisce anche nel fornire al titolare del conto la carta di credito o il bancomat. Vi è del diabolico in tutto questo, ed il denaro è appunto lo sterco del demonio (S. Tommaso d’Aquino). Ma non finisce qui. Il vero salto di qualità e salto anche sotto il profilo psicologico avviene con la carta di credito. La carta di credito illude e poi “bastona”.vTale mezzo di pagamento consente dei pagamenti importanti anche per cifre di € 5.000,00/10.000,00 o più che, però, si riverberano nel mese successivo. Ci fa sentire ricchi al momento e poveri all’istante; e nel frattempo paghiamo per esserlo. Siamo dei folli?

No, semplicemente siamo come una mosca che attraverso un imbuto è caduta all’interno di una bottiglia di vetro dal lungo collo. Siamo stati indotti a qualcosa che era in apparenza più semplice e più sicura, ma in realtà nell’intero meccanismo ci guadagna solo un soggetto: la banca e sempre lei. Ma il piano (se esiste un piano ed un manovratore) non è finito. Se è vero che con il bancomat prima e la carta di credito poi si è vinta nel “povero cristo” l’idea di essere povero, ma sempre povero è rimasto si sono fatte due ulteriori operazioni politiche-economiche. La prima nel 2002, ovvero, l’avvento dell’Euro e la seconda gli acquisti online che si sono moltiplicati a dismisura dopo il COVID. Non vogliamo entrare nelle complicate ed inestricabili scelte dell’ingresso nell’Euro e di come tale ingresso che avrebbe dovuto generare ricchezza, in realtà, ha condizionato e condiziona la nostra economia a tal punto che nessuna grande industria (vedi quella automobilistica) investe più in Italia per molteplici ragioni.

L’economia globale europea si è rivelata un fallimento assoluto e la protezione che ha dato è, in realtà, la protezione che da l’usuraio. Lo si è visto con il Portogallo e con la Grecia che non sono stati considerati meritevoli di essere salvati e sono stati “giustiziati”, sacrificati nel patibolo dell’euro-zona. Una procedura veramente degna di uno “strozzino” in piena regola e tutti gli altri Paesi belli zitti. Il loro silenzio è stato eclatante ed è stato un boato nel mondo occidentale. Il loro silenzio ha smascherato la loro debolezza. L’unione monetaria senza una reale unione politica è un disastro ed un fallimento in piena regola. L’ingresso poi di economie povere e governi deboli con dei “manovratori” interni ha destabilizzato l’Europa. Si è uccisa l’idea iniziale di una Europa di popoli e non di Stati e tantomeno di cicli produttivi ed interessi per pochi eletti. La schizofrenica economia europea si è dotata di una moneta unica, ma politiche economiche, finanziarie e fiscali diverse da Paese a Paese. Tutto ciò è intollerabile, tutto ciò è schizofrenico ed è destabilizzante.

L’unica vera Europa che doveva nascere era quella dei Popoli nella loro unione di specificità mentre, invece, si è solo realizzata una Politica Economica dirigista degna dell’espressione di una oligarchia economica che sovrasta la Politica di ogni Paese membro e non fa nascere una linea politica comune. L’Euro è stato poco più che uno spot che, però, ha funzionato come catalizzatore poi, però, ha ceduto il passo a scelte economiche dirigiste che hanno portato l’Unione non ad essere una espressione politica mondiale, ma ad essere un colosso economico in mano alla Commissione che significa in mano solo ad alcuni Stati ed alcuni soggetti. La democrazia economica è morta con l’Euro e sono morte le economie nazionali strozzate delle scelte verticistiche e dirigistiche. Alla sostanziale resa economica degli Stati che hanno molto a cuore solo le banche ed in particolare quelle più grandi fa da controaltare il fenomeno introdotto in modo massiccio dal tempo del COVID. Chiariamo che qui non si vuole insinuare nulla in merito al COVID ed alla sua insorgenza (peraltro non indagata e rimasta oscura), ma solo fare notare come con il COVID le persone (quasi tutte quelle in possesso di carte elettroniche) si sono “piacevolmente” abituate a comprare beni di consumo con colossi come Amazon o Ebay che hanno ridotto i costi e rendono non competitivi i produttori e commercianti al dettaglio. Hanno ucciso le imprese medio piccole e fatto soffrire quelle grandi. Hanno così, in un colpo solo, sdoganato l’uso della carta elettronica e la drastica riduzione del contante. Inutile dire che insieme ai social e ai telefoni cellulari ed altri dispositivi, i cittadini sono così tracciati in modo assoluto. Si riesce a controllare il contante (riducendolo) e si individuano i profili dei vari soggetti consumatori: cosa loro vogliono. Direi un’operazione di alta economia, ma anche di monitoraggio da servizi segreti avanzati. Il tutto, ovviamente, in nome di un progresso che, in realtà, uccide il dettaglio, uccide l’indotto di ogni tipo, uccide l’artigianato e la piccola e media impresa. Uccide il terreno fertile di una ricchezza di quello Stato polverizzando le risorse sino ad annientarle. Tutto questo è molto pericoloso perché senza accorgersene, stiamo dilapidando il nostro Paese dal potenziale industriale e questo potenziale grazie ai colossi come Amazon o Stellantis (per dire due settori) si sposta nei paesi meno ricchi ed industrializzati, dove il costo del lavoro (che fa la differenza) ha un prezzo bassissimo: una sorta di “tratta del lavoro”, invece che delle persone.

Il punto è che così facendo “desertifichiamo” il nostro Paese, i nostri Paesi europei dalle industrie per diventare terre di conquista. La questione è solo accennata, ma riteniamo che la conseguenza paventata sia piuttosto logica e fondata. La conseguenza è cosa sia possibile fare e la risposta non è semplice. Il “gregge” è in marcia ed il “gregge” con grande difficoltà inverte la rotta, inverte il cammino perché gli costa fatica. Un apparente benessere è il prezzo da pagare alla “desertificazione” industriale e produttiva. Forse, ma forse è utopia, occorrerebbe una maggiore coesione dei Popoli e delle genti. Un ritorno al ragionamento e non solo al godimento. Oggi, non ci fermiamo a pensare a chi verrà dopo di noi, pensiamo solo a noi. Pensare solo al “noi” ingenera egoismo e crea povertà d’animo. Proprio quello che serve alle multinazionali per speculare. Se ci fate caso, infatti, ogni pubblicità è sull’individuo. Si tende a fare sentire presente solo l’oggi e solo l’individuo nell’oggi. Il vero egoismo è il non pensare a chi verrà dopo di noi e la macchina economica gioca proprio su questo. Si badi bene che questo ragionamento vale per tutti: per l’economia, per le risorse, per lo spreco di ricchezze e via dicendo. Forse – siamo consapevoli di essere contro corrente – dobbiamo fermarci e riflettere a cosa ci sarà dopo di noi e riflettere che non possiamo lasciare il deserto ai nostri figli ed ai nostri nipoti se abbiamo trovato un giardino fiorito lasciato dai nostri padri.

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