“Il mio profilo migliore”, un film per gli amanti di Juliette Binoche

Articolo di Gordiano Lupi

Non tutte le ciambelle riescono con il buco. Persino il cinema francese segue le orme del peggior cinema italiano producendo una pellicola inutile come questo drammone sentimentale con tre finali a scelta e tanti momenti stanchi. Responsabile principale la sceneggiatura di Camille Laurens autrice del romanzo Quella che vi pare, dal quale Safy Nebbou e Julie Peyr sviluppano per immagini la pellicola. Claire Millaud (Binoche) è una professoressa universitaria con due figli adolescenti a carico e un divorzio alle spalle, traumatico perché il marito è andato via di casa con la nipote adottiva. Il trauma ha prodotto in Claire una voglia insaziabile di sesso con ragazzi molto giovani, fino al punto di creare un falso profilo Facebook (dove si spaccia per la nipote) grazie al quale adesca il fotografo Alex. Non vado oltre con la storia, perché il film è reperibile su Rai Play, passa frequentemente su Rai Movie e su Rai 5 (senza pubblicità), visto che i finali sono abbastanza sconcertanti e a loro modo sorprendono, se in positivo o in negativo sarà lo spettatore a giudicare. Girato a Parigi, protagonista assoluta la bravissima Juliette Binoche, a suo agio anche nelle poche ma intense sequenze erotiche (un paio di rapporti sessuali – di cui uno appoggiata alla vetrata – e una masturbazione selvaggia in auto), perché il resto del cast è ininfluente, se escludiamo la diligente Nicole Garcia nei panni della psicologa che ascolta il racconto delle gesta di Claire. Il film è montato in flashback, con i diversi finali che s’intersecano al termine del racconto completo, ma è poco cinematografico; troppo lunghe le parti in cui l’attrice risponde alla chat erotica, infinite e noiose le sequenze al telefono tra Claire e Alex, paradossale tutta la storia, anche se ai tempi odierni tutto ci può stare. Fotografia anonima, anche perché il film è molto teatrale, almeno per tre quarti la scenografia è costituita da una camera con lo schermo di un computer portatile. Montaggio compassato, visto che i 101’ del racconto sembrano infiniti qualcosa che non va deve pur esserci. Non comprendo l’entusiasmo critico per un tale concentrato di banalità, sia romanzesche che cinematografiche, forse il pubblico vede meglio di chi crede di poter giudicare il cinema perché gli incassi modesti (circa due milioni di euro) hanno punito un budget folle (circa sei milioni di euro). Film per amanti di Juliette Binoche, il solo motivo per vederlo, sia per apprezzare una bellezza ancora intatta sia per godere della sua magica recitazione.

Regia: Safy Nebbou. Soggetto: Camille Laurens (dal suo romanzo Quella che vi pare). Sceneggiatura: Safy Nebbou, Julie Peyr. Fotografia: Gilles Porte. Montaggio: Stéphane Pereira. Musiche: Ibrahim Maalouff. Costumi: Alexandra Charles. Produttore: Michel Saint-Jean. Case di Produzione: Diaphana Films, France 3 Cinéma, Scope Pictures, France Télévisions, Canal +, Ciné +, Playtime. La Région Ile-de-France. Paesi di Produzione: Francia, Belgio. Titolo Originale: Celle que vous croyez (come il romanzo). Genere: Drammatico, Sentimentale. Durata: 101’. Interpreti: Juliette Binoche (Claire Millaud), Nicole Gracia (Dr. Catherine Bormans), Franҫois Civil (Alex Chelly), Marie-Ange Casta (Katia), Guillaume Gouix (Ludovic Dalaux), Charles Berling (Gilles), Jules Houplain (Max), Jules Gauzelin (Tristan), Francis Leplay (Serge), Pierre Giraud (Paul), Sonia Mohammed Cherif (alunna), Franҫois Genty (paziente), Claude Perron (Solange).

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