“Non dirmi che hai paura”, un film sugli immigrati turchi in Germania

Articolo di Gordiano Lupi

Un lavoro potente girato dalla regista Yasemin Samdereli, nata in Germania ma di origini turche, che giunge dopo Alemania (in Italia noto come La mia famiglia va in Germania) – un film sugli immigrati turchi in Germania -, per affrontare il tema della Somalia, terra martoriata di migranti, raccontando la vicenda reale di Samia, campionessa di atletica con il sogno di vivere correndo. Samia vuol diventare la ragazza più veloce del mondo, il padre asseconda il suo desiderio e cerca di farla allenare con un amico, anche se con gli islamici al potere per una donna è molto pericoloso. Samia giunge ultima nella sua gara alle Olimpiadi di Pechino, ma partecipa ed è già un successo, ha solo 17 anni, il suo sogno sarebbe quello di arrivare a competere con le migliori atlete a Londra, ma il suo viaggio della speranza per emigrare in Europa finisce tragicamente, a un passo dalla costa italiana. Tratto dal romanzo di Giuseppe Catozzella (Premio Strega Giovani 2014), adattato per il grande schermo da Yasemin Samdereli e dalla collaboratrice somala Deka Mohamed Osman (sorella di Ilam, la ragazza non professionista che interpreta Samia), per raccontare il tentativo di compiere un’impresa osteggiata da un potere oscurantista. Abbiamo visto il film al Piccolo Cineclub Tirreno di Follonica, al termine della proiezione la coregista Deka Mohamed Osman ha detto: “Fare questo film adesso, con il vento che tira, non sarebbe facile, ma è un lavoro necessario che parte dal romanzo di Catozzella, scritto quando lui si trovava in Africa, tra Kenya e Somalia. Il racconto traccia una netta distinzione tra buoni e cattivi, con i terroristi stigmatizzati come la peggiore gioventù e i buoni che sono dalla parte di Samia e sostengono la sua voglia di correre per affrontare la vita, contro tutto e tutti”. Il film vede parti di pura fiction girate non in Somalia (sarebbe stato impossibile), ma in Kenya (Malindi e Mombasa), Puglia, Tunisia (il deserto), nello stadio di Berlino, a Roma (effetti speciali del pubblico), a Torino e nella cittadina di Leni. Ma ci sono anche filmati d’epoca che riprendono scene della guerra civile somala, inarrestabile dal 1991, e della fine del periodo coloniale con una feroce dittatura al potere. I filmati dal vivo conferiscono realismo e un minimo di tono giornalistico, mostrano la desolazione di una Somalia distrutta e martoriata dalla guerra, dipinta come una terra disperata. I familiari di Samia collaborano alla realizzazione di un film pensato per celebrare una ragazzina che voleva correre veloce come il vento, trasformata in eroina del popolo somalo, un’ancella di libertà, un emblema che raffigura le persone in fuga, umanizzando una massa numerica. Parte degli incassi del film sono devoluti ai familiari di Samia e la sorella ha scritto la canzone tema portante della storia. Fotografia solare degli spazi desertici, riprese veridiche dei luoghi decadenti dove i somali sono costretti a vivere, montaggio compassato, ma i 102’ della pellicola servono per far capire il problema di chi fugge da luoghi non vivibili. Interpreti non professionisti, diretti molto bene dalle due registe, attori naturali per ruoli coinvolgenti. Tecnica di regia compiuta, da reportage narrativo con accenni al cinema documentaristico, un finale da realismo magico che rende il contesto tragico più dolce e accattivante. “Non devi mai dire che hai paura, piccola Samia. Altrimenti le cose di cui tu hai paura si credono grandi e pensano di poterti vincere”, fa dire Catozzella al padre in una frase emblematica che condensa l’intero senso della pellicola. Un film che commuove e fa bene al cuore.

Regia: Yasemin Samdereli, Deka Mohamed Osman. Soggetto: Giuseppe Catozzella (romano omonimo). Sceneggiatura: Yasemin Samdereli, Deka Mohamed Osman, Nesrin Samdereli, Giuseppe Catozzella. Montaggio: Mechthild Barth, Sebastian Bonde. Scenografia: Paola Bizzarri. Costumi: Sophie Oprisanu. Musiche: Rodrigo D’Erasmo. Produttori: Michael Krotkiewski, Francesca Portalupi, Anja-Karina Richter, Martin Rohé, Joseph Rouschop, Riccardo Russo, Piergiuseppe Serra, Amy Shepherd, Danielle Turkov, Karim Cham, David Herdies, Dietmar Guntsche, Simone Catania, Simone Frattari, Michele Fornasero, Cristoph Fisser, Claudio Esposito. Case di Produzione: Indyca, Rai Cinema, Neue Bioskop Film, Tarantula, Bim Produzione. Paesi di Produzione: Italia, Germania, Belgio. Durata: 102’. Genere: Biografico, Drammatico. Distribuzione (Italia): Fandango. Interpreti: Ilham Mohamed Osman (Samia), Riyan Roble (Samia giovane), Fatya Mohamed Absie (Ayaan), Amina Omar (Hodan), Armaan Haggio (Yassin-Ahmed), Elmi Rashid Elmi (Alì), Waris Dirie (Saad Abdullahi), Fatah Ghedi (Yusuf), Mohamed Omar (Said), Kaltuma Mohamed Abdi (Miriam), Shukri Assan (Hodan da giovane).

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