Il Natale 2024 in un’Europa che fibrilla

Articolo di Antonino Schiera

Secondo il filosofo francese Blaise Pascal (19 giugno 1623, Clermont-Ferrand – 19 agosto 1662, Parigi), scegliendo di credere nell’esistenza di Dio si prende una decisione conveniente. Secondo Pascal, infatti, è più utile “scommettere” sull’esistenza che nel suo contrario: come un vero e proprio giocatore d’azzardo, il filosofo, invita a valutare la posta in gioco. Chi, infatti, sceglierà di credere perderà il finito (i beni materiali) per guadagnare l’infinito (il Paradiso), mentre i non credenti perderanno sicuramente l’infinito in cambio del finito. Tra le due, continua Pascal, è meno rischioso e più conveniente optare per la prima alternativa.

Naturalmente il ragionamento riportato nasce da un filosofo che si è formato nell’alveo del credo cristiano cattolico ed è chiaramente confutabile, soprattutto se lo inseriamo nell’ottica del suo insito tentativo di convincere gli scettici a convertirsi al credo secondo i dettami della nostra religione.

Il ragionamento di Pascal si inserisce molto bene nell’eterno dilemma riguardo l’esistenza di un ente superiore, finalizzato al superamento delle paure ancestrali sul tema della sofferenza e in particolar modo della morte.

Il Natale 2024 alle porte, arricchito quest’anno dal Giubileo 2025, con il rito di Apertura della Porta Santa della Basilica Papale di San Pietro, ripropone attraverso le rituali celebrazioni l’affermazione del credo cattolico nelle sue diverse declinazioni. In un’Europa che nei propri territori ha vissuto un anno di relativa pace, ma con una guerra lungo i propri confini, quella tra Unione Sovietica e Ucraina, che si combatte a colpi di cannone e droni e quella legata alla ridefinizione delle influenze militari ed economiche della Nato e delle altre consorterie quella a capo di Putin in primis.

Un’Europa vive un continuo cambiamento per l’affermarsi delle leggi e dei regolamenti diramati dal Parlamento Europeo con un occhio attento all’economia che vede l’inopinata decisione di una delle più grandi fabbriche di automobili, la Volkswagen, di annunciare la chiusura di ben tre complessi industriali in Germania. L’effetto della chiusura dei rubinetti da parte degli stati sul tema degli incentivi sull’acquisto delle auto e dell’incremento della produzione di auto elettriche, notevolmente influenzata da quella di provenienza cinese.

Nell’anno in cui abbiamo assistito alla riapertura di Notre Dame de Paris dopo il devastante incendio dell’aprile 2019, non poteva mancare purtroppo l’attentato che quest’anno ha coinvolto i mercatini di Natale della città tedesca di Magdeburgo.

Un attentato stranamente non riconducibile al tentativo di vendetta di un uomo, vedi quanto sta succedendo nell’ormai atavica e cronica guerra tra israelieiani e palestinesi. Piuttosto si è trattato di un piano criminale messo in atto da un uomo, lo psichiatra cinquantenne Taleb Abdulmohsen, che presenta un profilo caotico, definizione degli esperti francesi per descrivere individui che mescolano ideologie, molle personali capaci di condurre azioni violente. Nel suo passato non ci sarebbero contatti con ambienti radicali e non avrebbe sollevato sospetti. In un’intervista rilasciata nel 2019 alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, si era dichiarato critico dell’Islam: «Sono il più aggressivo critico dell’Islam nella storia», aveva affermato.

Nel frattempo i temi dell’ecologia e della conservazione dell’equilibrio del pianeta sembrano essere stati relegati in secondo piano e sempre meno di parla di covid e pandemia, al netto della considerazione che la paura di nuove catastrofi pandemiche ormai si è radicata nella narrazione dei giornali e nell’immaginario collettivo.

Nel sud dell’Europa sembra presentarsi con maggiore vigore il problema della mancanza delle necessarie riserve idriche, che si innesta con il cambiamento climatico di cui si parla tanto con il rischio che l’uomo lo designi come capro espiatorio e si deresponsabilizzi riguardo le conseguenze del suo modo di vivere e interagire con il pianeta.

Nel frattempo vorremmo che qualcuno, magari lo stesso Pascal, possa finalmente sciogliere l’eterno dubbio che pervade l’umanità da sempre, riguardo l’esistenza di Dio, soprattutto in che termini. In una società in cui ormai si scommette su tutto il desiderio di sapere l’esito della scommessa del filosofo francese è forte.

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