“Un’altra donna”, il film di Woody Allen più vicino al cinema del Maestro Bergman

Articolo di Gordiano Lupi

Woody Allen omaggia Ingmar Bergman collaborando con il suo grande direttore della fotografia Sven Nykvist, descrivendo tutte le angosce del grande regista svedese nel comporre il suo ritratto femminile più completo, reso attuale da un punto di vista drammatico e psicologico. Alcune sequenze del film sembrano riproporre Il posto delle fragole del maestro svedese, con la protagonista immersa nel flashback del passato che sta rievocando, inserita nell’azione scenica del suo ricordo. Un’altra donna (Another Woman) è uno dei film di Woody Allen più riusciti, racconta la crisi di identità di una donna che a un certo punto della sua vita si guarda dentro e cerca di capire dove ha sbagliato, sia nel rapporto con i compagni che con gli amici. Marion (Rowlands) vorrebbe un rapporto diverso con il marito, meno convenzionale, ripensa al vecchio pretendente Larry (Hackman) che – pur amico del marito – avrebbe voluto portargliela via, tradendo la sua fiducia, infine incontra Hope (Farrow) una donna in cura psicanalitica che aspetta un bambino. Il cuore del film sono i ricordi di Marion che si intersecano con il presente e fanno rivivere alla protagonista momenti critici del passato, che per il solo fatto di ripercorrerli con tanta intensità diventano sempre più accettabili. Interprete principale un’ispirata Gena Rowlands, ma non sono da meno Mia Farrow (che durante le riprese è davvero incinta del figlio di Allen, come nella finzione) e Gene Hackman. Fotografia anticata perfetta del grande Nykvist, che se la vede con il colore ma sa toccare le giuste tonalità del ricordo. Montaggio compassato per 84’ di pellicola molto psicologica e introspettiva, in una parola alla Woody Allen, che non gira mai commedia sofisticata, caso mai psicanalitica, anche se in questo lavoro sono prevalenti gli elementi drammatici. Il soggetto e la sceneggiatura sono del regista, che è soprattutto uno scrittore di cinema, capace di orchestrare le immagini in un montaggio non consequenziale, senza rendere il percorso tortuoso, condendo la storia di dialoghi forbiti e dal contenuto intellettuale. Un film che è invecchiato benissimo, come tutti i capolavori, d’altra parte. Il film di Woody Allen più vicino al cinema del Maestro Bergman. Da rivedere.

Regia, Soggetto, Sceneggiatura. Woody Allen. Fotografia: Sven Nykvist. Montaggio: Susan E. Morse. Scenografia: Santo Loquasto. Titolo Originale: Another Woman, 1988. Durata: 84’. Genere: Drammatico. Interpreti: Gena Rowlands (Marion Post), Mia Farrow (Hope), Ian Holm (Ken), Gene Hackman (Larry Lewis), Blythe Danner (Lydia), Martha Plimpton (Laura), Sandy Dennis (Claire), John Houseman (padre di Marion), Harris Yulin (Paul), Kenneth Welsh (Donald), Frances Conroy (Lynn), Josh Hamilton (fidanzato di Laura), Philip Bosco (Sam).

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