Una silloge poetica da me apprezzata in sede di giuria del Premio Letterario Il Ponte, dove è giunta al terzo posto assoluto, che ritrovo edita da Fara, un editore interessante, che fa cose molto buone nel campo della letteratura. Lettere dal fronte è poesia a tema bellico che ricorda Ungaretti, sia nello stile che nel valore intrinseco dei versi, dotata di una sua ben precisa originalità nel condannare la follia della guerra. Un uomo al fronte scrive la sua disperazione, mentre cerca di convincersi che ogni guerra ha la sua causa; la trincea è diventata la sua casa, il foglio bianco il solo momento di condivisione con gli affetti lasciati a casa ad aspettare. La guerra è solo uno scriteriato trambusto da contrastare, un’orgia di bambini morti che sconvolgono il soldato, costretto a vivere un orrore indicibile perché altri non debbano più viverlo. Lettere dal fronte è un’opera necessaria in questo momento storico, tormentato da innumerevoli fronti di guerra dove il dolore si sconta solo con altro dolore. Scopro dal frontespizio che al Faraexcelsior l’opera ha avuto più fortuna, perché si è classificata prima e ha avuto diritto alla pubblicazione nella collana Spiccioli con motivazioni lusinghiere redatte da Adalgisa Zanotto e da Fabrzio Azzali. Cesare Cuscianna è un poeta dotato di uno stile nitido e comprensibile, quasi chirurgico afferma Ramberti, non si nasconde dietro ermetismi, usa la metafora quando deve e cerca di essere molto diretto nella sua accusa contro ogni guerra. Un assaggio lirico.
Se scrivessi una lettera ti direi
la guerra continua ma sto bene
e faccio il mio dovere
Sulle rive tornano gli uccelli
il verde spunta, fiorisce
l’acqua si rallegra
porta ancora un brivido
ma è suono di primavera
a valle scende dal monte
con guizzi di balsamo pungente
tiene a bada il rumore del tempo
in questa lustra stagione
vedrai, la bellezza mi curerà incurante
dell’assurda scadenza
non mi lascerà morire.