“Pronti a morire”, un film composto di soli duelli come se fosse un campionato dei pistoleri

Articolo di Gordiano Lupi

Sam Raimi gira il suo unico western e lo fa a modo suo, lasciando il segno nel genere con un film epocale, come da regista ha tracciato la linea di confine tra horror soprannaturale, splatter e fantasy (La casa 1 e 2, L’armata delle tenebre), senza dimenticare le incursioni fumettistiche (Darkman, tre Spider-Man e Doctor Strange) e fantastiche (Il grande e potente Oz). Pronti a morire porta alle estreme conseguenze la poetica western del duello, costruendo un film composto di soli duelli come se fosse un campionato dei pistoleri, organizzato da un turpe individuo, padre padrone di una cittadina terrorizzata dalla sua presenza. Il soggetto e la sceneggiatura del britannico Simon Moore (revisionati da John Sayles) sono avvincenti, ma il montaggio dell’italiano Pietro Scalia contribuisce alla leggibilità di un film che non perde un colpo (108’), così come l’altro italiano del cast – Dante Spinotti – s’inventa una fotografia sporca che ricorda molto da vicino le atmosfere dello spaghetti-western. Pronti a morire, infatti, è più cinema western italiano che nordamericano, sarà per la sceneggiatura europea, sarà per l’ambientazione in mezzo a polvere e vento, giornate piovose, sporcizia e fango, presenza di individui laidi e abietti che spogliano i cadaveri e strappano persino i denti d’oro dalla bocca dei morti. Nonostante tutto il film non ha avuto un grande successo di pubblico e non è stato così apprezzato dalla critica, anche se a mio parere andrebbe rivisto e rivalutato. Gene Hackman (scomparso a 95 anni proprio mentre scrivo) presta il volto e un’espressione truce a un cattivo da manuale, Sharon Stone (bellissima) è una donna pistolero in cerca di vendetta per la morte del padre, Leonardo Di Caprio (giovanissimo, 21 anni) è il figlio del cattivo un po’ sbruffone in cerca di una gloria che non trova, Russell Crowe è un pistolero redento che è diventato prete e passa dalla parte dei buoni. Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi, viene scritturato e interpreta una particina come uomo al matrimonio, ma il suo ruolo viene tagliato in sede di montaggio. Un cast eccellente e una storia che funziona, girata senza tempi morti, con una scenografia accurata e alcuni flashback onirici azzeccati che riportano a momenti topici del passato. Pare che Sharon Stone, al massimo della fama, nelle sue vesti di produttrice abbia preteso Sam Raimi alla regia, perché l’aveva adorato ne L’armata delle tenebre. Non solo, anche Leonardo Di Caprio è una sua scommessa, al punto che il suo compenso l’ha pagato di tasca propria. Il finale è prevedibile, come ogni western d’altra parte, ma il tono crepuscolare lo rende vicino a piccoli capolavori del cinema italiano come Keoma e Django. Girato in Arizona tra novembre 1993 e febbraio 1994. Budget altissimo e incassi di poco superiori alla cifra impiegata per la produzione. La versione internazionale dura 5 minuti di più di quella statunitense perché comprende le (caste) scene erotiche con protagonista Sharon Stone. Visto grazie a RTV38, televisione fiorentina benemerita, che compie cinquant’anni e continua a lavorare in piena indipendenza. Consigliato agli amanti del western, soprattutto italiano.

Regia: Sam Raimi. Soggetto e Sceneggiatura: Simon Moore. Fotografia: Dante Spinotti. Montaggio: Pietro Scalia. Effetti Speciali: Al Di Sarro, Peter Donen. Musiche: Alan Silvestri. Scenografia: Patrizia von Brandenstein, Steve Saklad, Hilton Rosemarin. Costumi: Judianna Makovsky. Trucco: Gary Liddiard. Produttori: Joshua Donen, Allen Shapiro, Patrick Markey, Sharon Stone. Case di Produzione: TriStar Pictures, Japan Satellite Broadcasting, IndieProd Company Productions. Distribuzione (Italia): Columbia Tristar Films Italia. Titolo Originale: The Quick and the Dead. Paesi di Produzione: Sati Uniti d’America, Giappone, 1995. Durata: 108’ (international version), 103’ (USA version). Genere: Western. Interpreti: Sharon Stone (Ellen), Gene Hackman (John Herod), Russell Crowe (Cort), Leonardo Di Caprio (Kid), Tobin Bell (Dog Kelly), Robert Blossom (Doc Wallace), Kevin Conway (Eugene Dred), Keith David (serg. Clay Cantrell), Lance Henriksen (Ace Hanlon), Pat Hingle (barista Horace), Gary Sinise (sceriffo, padre di Ellen), Mark Boone Junior (Scars), Olivia Burnette (Katie), Fay Masterson (Mattie Silk), Raynor Scheine (Ratsy), Woody Strode (Charles Moonlight), Jerry Swindall (ragazzo cieco), Jonothon Gill (Cavallo Pezzato), Sven Ole-Thorsen (Gutzon), Lennie Loftin (Foy), Stacy Linn Ramsower (Ellen bambina), Josef Rainer (Virgil Sparks), Scott Spiegel (uomo dal dente d’oro), Mick Garris (giovane uomo di Herod), Timothy Patrick Quill (uomo nel bar), Bruce Campbell (uomo al matrimonio – ruolo tagliato).

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