Dal verso al cuore: l’anima della poesia di Lorenzo Peritore

Articolo di Merelinda Staita

Si è svolta martedì 15 aprile 2025, alle ore 17.30, presso il Teatro Re Grillo di Licata, la presentazione del nuovo libro di poesie “Versi per tutti” (Medinova Edizioni), del talentuoso poeta Lorenzo Peritore. Il testo è stato arricchito dalla prefazione del professore Francesco Pira e dalla Prefazione del giornalista Carmelo Sardo.

L’evento si è svolto in un’atmosfera ricca di emozioni e bellezza poetica. Ho avuto la gioia di relazionare insieme al professore Francesco Pira, alle professoresse Giuseppina Incorvaia, Cettina Callea, Laura Pintacrona – che ha anche moderato magistralmente l’incontro – e all’editore Antonio Liotta.

Tutte le relazioni hanno esplorato i molteplici volti della poetica di Lorenzo Peritore. Gli interventi, diversi per stile e contenuto, hanno saputo intrecciarsi armoniosamente, offrendo un quadro ricco e sfaccettato dell’opera dell’autore. Le parole condivise nel corso dell’incontro non sono state semplici analisi, ma autentici momenti di scambio e riflessione, capaci di far emergere la delicatezza delle connessioni umane.

Presente anche l’autore che ha emozionato il pubblico raccontando cosa significhi per lui scrivere poesie e quali siano le motivazioni profonde che lo spingono a dar voce ai suoi versi.

Un momento particolarmente suggestivo è stato offerto dalle letture dell’attore e regista Gaspare Frumento, che ha dato voce ad alcune poesie tratte dal volume.

A portare i saluti dell’Amministrazione Comunale è stato l’assessore Livio Andrea Pennisi, che ha aperto la serata con un intervento istituzionale.

“Dal verso al cuore” è il titolo che ho scelto per il mio intervento, perché racchiude l’essenza del viaggio del poeta: un percorso che parte dalla parola scritta per arrivare alle percezioni più sincere, un dialogo silenzioso ma potente tra l’intelletto e la sensibilità.

Lorenzo Peritore riesce con i suoi versi a stabilire questo legame unico tra forma e contenuto, tra estetica e verità. La sua poesia è chiara, diretta, mai artificiosa, ma allo stesso tempo è capace di rivelare mondi complessi, paesaggi interiori, pensieri che ci interrogano. Il suo è un linguaggio che arriva senza filtri, che non ha bisogno di artifici per colpire nel profondo, perché è costruito con umanità.

Nel tempo incerto in cui viviamo, in cui la comunicazione è spesso rapida e impersonale, la poesia di Peritore si impone come uno spazio di autenticità. È un invito a rallentare, a guardare con occhi diversi, a sentire davvero.

Ed è per questo che oggi più che mai il poeta ha un ruolo fondamentale: quello di restituire dignità all’ascolto, di rieducarci all’importanza sentimenti, al valore della parola e al coraggio della realtà.

Il professore Francesco Pira, nella prefazione alla raccolta “Versi per tutti”, sottolinea con grande profondità questo aspetto, scrivendo:

“Leggere le sue poesie vuol dire riconoscere la sua anima, il suo cuore, la sua intelligenza e il suo desiderio di mostrare le sue e le nostre fragilità”.

Ed è proprio in questa trasparenza, in questa scelta di esporsi, di trasmettere, di raccontarsi, che si coglie la potenza della poesia di Peritore. Una poesia che è sì personale, ma mai autoreferenziale; che nasce da un vissuto ma si apre agli altri, a tutti. Perché, come giustamente dice Pira, “i versi sono davvero destinati ad ogni persona”.

La silloge si compone di tre sezioni – “Licata è d’obbligo”, “Licata a prescindere” e “Dediche” – e in ognuna di esse emerge la forza comunicativa dei versi di Lorenzo Peritore. I suoi componimenti, pur partendo spesso da contesti locali o personali, riescono ad abbracciare l’universale. La sua città, Licata, diventa metafora di appartenenza, la famiglia diventa simbolo di amore, le ingiustizie quotidiane si trasformano in richieste di cambiamento.

Ne è esempio la poesia “Licata, la mia città”, un vero e proprio inno d’amore verso le proprie radici. La città viene descritta come una casa viva, pulsante, dove ogni luogo ha un significato affettivo

“La mia città è speciale, io ne sono innamorato”

Tuttavia, accanto a questo amore, emerge anche una nota dolente: la mancanza di rispetto verso il territorio.

“Se la città è di tutti, la si deve rispettare!”

È un verso che risuona come un monito, una lezione civica che dovrebbe essere insegnata e tramandata. Peritore non si limita a descrivere: educa, provoca una considerazione collettiva. C’è un messaggio chiaro: l’amore per la propria terra non può essere solo dichiarato, va praticato, difeso, custodito.

Un impegno, quello civile e sociale, che si ritrova anche nella seconda sezione della raccolta, “Licata a prescindere”, dove lo sguardo dell’autore si allarga ad abbracciare temi di respiro più ampio.

Nella poesia “Facciamo l’amore”, ad esempio, si affronta un argomento drammaticamente attuale: la guerra. La struttura del componimento è costruita su contrasti netti, tra vita e morte, colore e oscurità, futuro e distruzione. Il messaggio è disarmante nella sua limpidezza: la vera rivoluzione è l’amore, unico antidoto contro la barbarie della guerra.

Il poeta non dà lezioni, ma lancia un appello:

“Ogni uomo che ama è un’arma che tace.”

È una sintesi poetica e insieme morale, una dichiarazione di pace che non ha bisogno di ideologie. Infatti, in questo punto che trova perfettamente collocazione il cuore della poetica del poeta Peritore.

I versi di Lorenzo Peritore trasmettono al lettore fiducia, certezza e conoscenza. La nostra società sembra sempre più vuota e superficiale e abbiamo bisogno di uomini, come Lorenzo Peritore, che ci aiutino a ritrovare l’essenza dei sentimenti.

Lui è un vero poeta che è riuscito a mettere in evidenza temi importanti come il rispetto per la propria e altrui vita, il recupero dei valori, come l’umiltà e il senso dell’educazione. Scrivere versi, indubbiamente, significa esporsi con genuinità e liberare la propria interiorità da ogni timore. La poesia non conosce maschere né finzioni, parla direttamente all’animo delle persone, con un linguaggio che appartiene a tutti, senza barriere di tempo, spazio o cultura.

La poesia, come sosteneva il grande Aldo Palazzeschi, “non muore perché è infinita come la vita”. La poesia non giudica, non impone, ma accarezza le ferite, consola, sussurra, illumina, e spesso riesce a regalare un sorriso anche nei momenti più bui. Lorenzo Peritore ha fatto suoi questi principi, coltivandoli con dedizione giorno dopo giorno, trasformando la scrittura poetica in un ponte tra sé e gli altri, in un dialogo aperto e sincero con il mondo.

Nei suoi versi trovano spazio tanto la luce quanto l’ombra: il bene e il male diventano materia viva da esplorare, mezzi per invitare il lettore a guardare oltre le apparenze, ad aprirsi al confronto, a ragionare, a crescere. La sua poesia diventa così un’occasione di trasformazione.

Dal punto di vista formale, Lorenzo predilige la rima alternata (ABAB), ma non si limita a questa struttura: dimostra una notevole abilità tecnica sperimentando anche rime incatenate, invertite e persino schemi più complessi come quello retrogradante (ABC CBA). Ogni scelta stilistica è frutto di un’attenta disamina, mai casuale, pensata per valorizzare il ritmo, l’impatto delle parole e l’incisività del concetto.

I suoi componimenti si distinguono per toni decisi, diretti, talvolta ironici o intrisi di un sarcasmo pungente, sempre però mossi dall’intenzione di scuotere le coscienze e veicolare ideali positivi. Le sue rime, mai fine a sé stesse, diventano contenitore di significati, elementi per dare forma a un pensiero lucido, coinvolgente e profondamente umano.

Nella sezione delle “Dediche”, il tono si fa più raccolto, personale. La poesia “A Gesù Bambino”, ispirata al poeta dalla nipotina Fabiana, è un esempio commovente di come l’infanzia possa diventare voce di tenerezza e onestà. I bambini, ci dice il poeta, sanno pregare meglio degli adulti, perché chiedono l’essenziale: pace, cibo, amore. Il bambino non chiede giocattoli o dolci, ma la fine della fame e della guerra:

“Gesù Bambino Caro,

lo sai che sulla terra

tanti bambini muoiono

per la fame e per la guerra?”

È una poesia che commuove, perché ci ricorda quanto può essere spontaneo lo sguardo dei più piccoli. Il poeta diventa tramite di questa preghiera comunitaria, incarnando la speranza che la poesia possa davvero cambiare il mondo, almeno un po’.

Infine, nelle liriche “N’amicu” e “Dopu carnevale”, emergono questioni contemporanee: l’amicizia vera, ormai rara nella società “liquida e vuota”, e la falsità umana, che neanche le maschere riescono più a nascondere. Con poche parole, il poeta riesce a denunciare l’ipocrisia, senza però mai perdere di vista l’obiettivo: suggerire prospettive edificanti ai suoi lettori.

La poesia di Lorenzo Peritore è un vero e proprio atto d’amore Desidero esprimergli la mia gratitudine, perché attraverso la sua scrittura ha saputo impreziosire anche il mio vissuto personale. Lorenzo ha scelto consapevolmente di rivolgersi al cuore della gente e di stimolare l’ascolto interiore.

È proprio questo il vigore della sua poesia: la capacità di restare, di attraversare il tempo e di continuare a parlare agli uomini e alle donne del domani. Oggi più che mai, il respiro poetico di Lorenzo Peritore è prezioso, necessario e profondamente rilevante.

Lorenzo Peritore nasce a Licata (AG) nel 1946. Dopo aver conseguito il diploma di geometra, presta 24 mesi di servizio militare nella Marina. Al termine del congedo, intraprende la carriera di Assicuratore per dieci anni, per poi lavorare per 25 anni nel Servizio Riscossione Tributi, da cui va in pensione nel giugno del 2005.

Autore di due pubblicazioni, Rimaniamo in Rima (Bonanno Editore) e Rime di Speranza (Vitale Edizioni), ha partecipato attivamente a numerosi eventi culturali, non solo nella sua città natale, Licata, dove è stato ospite fisso degli eventi Autori in Piazzetta e LicatAutori.

La sua passione per la cultura siciliana lo ha portato anche nelle scuole, dove ha fatto conoscere il dialetto siciliano ai più giovani. Ha costantemente collaborato con il CUSCA, il Centro Universitario Socio Culturale Adulti, dove tiene lezioni durante l’anno accademico.

Nel corso della sua carriera, ha collaborato con il quindicinale La Campana e con il mensile La Vedetta. Per un paio di anni, è stato anche ospite fisso di una trasmissione sulla rete televisiva locale Licata Nuova TV. Molte delle sue poesie hanno ricevuto importanti riconoscimenti in concorsi nazionali di poesia.

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