28 anni fa, i funerali di Paolo Borsellino. Separati ed in forma privata da quelli degli agenti di scorta che si tennero tre giorni prima in cattedrale, in forma di funerali di Stato. I miei ricordi in cattedrale sono di tanta rabbia e tanti fischi all’indirizzo di politici e classe dirigente. Ricordo semplici cittadini inferociti spezzare il cordone di polizia che aveva avuto l’ordine di non far entrare pubblico in chiesa e sciamare come una valanga umana sul sagrato della cattedrale. Ricordo dello sgabello verde coi fregi del Vaticano – che tutt’ora si può vedere vicino l’altare – lanciato da un poliziotto in borghese all’indirizzo del capo della Polizia Parisi e fermato al volo con una manovra da cestista navigato dal magistrato Ayala (che gli evitò serie conseguenze). I miei ricordi davanti la chiesa di Santa Luisa di Marillac in via Franz Liszt, sono invece quelli della compra vendita di spazi nel palazzo di fronte la chiesa.
Tutti i giornalisti, le troupe televisive e i fotografi (provenienti da tutto il mondo) dato che in chiesa non era stato concesso l’ingresso, si ammassarono sul marciapiede di fronte, oltre le transenne posizionate li dalla notte precedente. Da li partì la corsa per trovare una postazione che dall’alto potesse avere una buona visione del momento dell’uscita del feretro. Fu così che cominciarono vere e proprie contrattazioni per salire su uno dei tanti balconi di quel palazzo. In pochi minuti c’erano già le tariffe: 300 mila lire per un balcone, 150 mila lire per una finestra. molti giornalisti e operatori accettarono. Quel giorno milioni di lire in nero cambiarono mano. Io mi arrangiai alla “palermitana”, mi arrampicai sul gabbiotto del portiere, che non mi chiese “l’affitto”. Mi ricordo di tanti crampi e dolori alla schiena dato che dovetti stare accovacciato per tre lunghe ore. ma alla fine ce la feci a portare a “casa” il servizio fotografico. Contento di aver aggirato il pizzo richiesto dagli abitanti di quel “simpatico” condominio.