Zelda (1974): un film sulle trasgressioni erotiche che Cavallone immortala senza inibizioni

Articolo di Gordiano Lupi

Regia, Soggetto, Sceneggiatura, Montaggio: Alberto Cavallone. Fotografia. Maurizio Centini (Technicolor – Technoscope). Produzione: GIT International Film, realizzata da Giuseppe Tortorelle e Aldo Colombo. Assistente al Montaggio: Claudio Orecchia. Musiche: Marcello Giombini (Edizioni Nazionalmusic). Scenografie: Luciana Schiratti. Distribuzione. PAB. Durata: 85’. Interpreti: Jane Avril (Maria Pia Luzi) (Zelda), Franca Gonella (la figlia), James Harris (Giuseppe Mattei) (il marito), Debebe Eshetu (motociclista di colore), Margaret Keil (Ursula), Halima Kim (Clarissa, moglie del corridore), Giovanna Mainardi (governante), Mario Garriba, Mario De Angelis, Luigi Antoni Guerra, Lia Colizzi.

Zelda è un film sulle trasgressioni erotiche che Cavallone immortala senza inibizioni mettendo in scena rapporti a tre, pratiche saffiche, tradimenti e sesso cimiteriale. La trama si riassume in poche righe. Zelda (Avril) è sposata con Henry, famoso corridore automobilistico, ma è attratta dalle donne e convince a entrare nel letto del marito prima Ursula (Keil), poi Clarissa (Kim), moglie del motociclista (Eshetu) che nel tempo libero frequenta la figlia Ingrid (Gonella). Il triangolo si spinge alle estreme conseguenze, la figlia spia i rapporti dei genitori, ne prova dolore, ma non è migliore di loro; il padre tenta il suicidio, ma resta paralitico. Alla fine Zelda, Ursula e il motociclista uccidono Clarissa soffocandola, mentre la moglie taglia le vene al marito. 

Alberto Cavallone non amava Zelda che definiva un film mercenario: “Un lavoro che non m’interessa molto. Il discorso che volevo fare, – il crinale tra la vita e la morte, il rischio come sale dell’esistenza… -, non è venuto fuori. Ne è uscita un storia che, per conto mio, di buono ha alcune riprese, poche sequenze e, abbastanza, la musica” (intervista rilasciata a Nocturno). La pellicola, in realtà, è molto trasgressiva, ruota attorno al binomio amore e morte, i motivi d’interesse sono da ricercare nel gusto per l’estremo e nelle fissazioni erotiche tipiche del regista. La scene di culto vede Franca Gonella impegnata a far l’amore in un cimitero con Debebe Eshetu, vicino alla tomba del padre.

Questa sequenza sopra le righe costò il sequestro del film per venti giorni, ma anche il resto non meno piccante: vero e proprio collage di rapporti lesbici e di sequenze calde, eccesive per il periodo storico. Il film anticipa il cinema a luci rosse, al punto che il regista toglieva certe scene per ottenere il visto censura e le inseriva di nuovo per la prima uscita in sala. Il regista infarcisce la pellicola di documentari sul mondo del motorismo e dell’automobilismo, con vere gare riprese per troppi minuti, ma anche di un volo suicida a bordo di un piccolo aereo che pare non finire mai. Molti flashback sul passato, perché la storia comincia dalla scoperta dei corpi senza vita di padre e amante. Jane Avril è conturbante nel suo ruolo da protagonista lesbica, Franca Gonella è sexy e trasgressiva come non l’avevamo mai vista, Margaret Keil e Halima Kim eccedono ai limiti del porno. Il film è un giallo erotico molto spinto ambientato nel mondo del motorismo con alcune sequenze girate nella ormai storica cascata di Manziana. Un precursore del cinema porno, se si vuole, vista la tematica trasgressiva e le numerose sequenze erotiche.

I flani recitavano: “Una ventata di eccitante erotismo una donna insaziabile sempre tesa alla provocazione… le piaceva soffrire e far soffrire…”. Niente di eccezionale. Zelda fu sequestrato dalla Procura di Latina su denuncia di due spettatori veronesi, la venne prosciolto con formula piena “per alti meriti artistici”. Il magistrato scrisse di suo pugno in sentenza che Cavallone si ispirava al pensiero di George Bataille.

Paolo Mereghetti concede una stella e mezzo, ma ha il merito di citare un film che Farinotti e Morandini (volutamente?) dimenticano: “Cavallone rende esplicitamente omaggio a George Bataille, rappresentando un’eroina che compensa la morte di Dio con esperienze sempre più estreme. Ma situazioni, attori e dialoghi sono inadeguati. Suggestivo solo il finale con un’orgia-girone infernale. Guai con la censura dell’epoca per la scena in cui Ingrid fa l’amore sulla tomba del padre, e discreti incassi”. 

Dopo Zelda, Cavallone lavora a un progetto mai realizzato, sostenuto dalla Julia Film di Francesco Mazzei: Le gemelle, sceneggiato da Cavallone, Mazzei, Franco Brocani, Laura Toscano, Marcello Aliprandi, interpretato da Enrico Maria Salerno, Michele Placido, Martine Brochard, Luigi Piostilli, Mary Collinson e forse anche la gemella Madeleine. Il film non si farà mai, anzi, non verrà scritta neppure la sceneggiatura, ma Cavallone farà un film intitolato La gemella erotica e affronterà il tema del doppio in un plot intriso di erotismo torbido.

Related Articles