Il suo ultimo libro pubblicato il 23 luglio 2020, Racconto dell’arte occidentale. Dai Greci alla Pop Art, è un viaggio attraverso tremila anni di storia e di storie sull’Arte. Dall’antica Grecia alla Pop Art di Andy Warhol. Una vera e propria passeggiata nel giardino dell’arte, un libro-manifesto che racconta e rivela il grande amore di Philip Daverio. Un libro che oggi acquista un valore aggiunto quale quello d’essere il «testamento culturale, spirituale» d’uomo, di un professore, d’un politico, saggista e personaggio televisivo italiano con cittadinanza francese.
L’Italia, la Francia, tutta l’Europa hanno perduto Philippe Daverio, deceduto la scorsa notte, all’età di 71 anni, all’Istituto dei Tumori di Milano.
Negli ultimi anni con Il museo immaginato (2011), L’arte di guardare l’arte (2012), Arte in tavola (2015), Le stanze dell’armonia. Nei musei dove l’Europa era già unita (2016), Quattro conversazioni sull’Europa, (2019) ha attraversato stanze (di palazzi, chiese, musei), architetture, volti per illuminare raccontandola la creatività dell’uomo.
Con abilità narrativa ha affascinato in televisione e sulla carta un variegato pubblico di persone raccontando, in modo acuto e sferzante, arguto il nostro comune patrimonio artistico.
Un intellettuale affamato di novità, assetato di bellezza. Un uomo che indossava i colori dell’Arte non solo nel suo variopinto abbigliamento ma soprattutto le sue parole (proferite davanti ad una telecamera o affidate ad un testo) erano colori di un alfabeto, artistico, intinto nella millenaria storia dell’espressione artistica. Instancabile cercatore del fascino, della grazia, del mito ci ha svelato l’arte dell’eternità che adesso abita e possiede. I suoi libri, sintesi illuminanti di ricerche e studi, come un fiume sotterraneo possano arricchire e dare luce alla coscienza e conoscenza di capire, finalmente, la nostra identità italiana ed europea.
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