Il centenario della nascita di Alberto Sordi viene festeggiato a dovere con una riuscita pellicola diretta da Luca Manfredi, che la sceneggia insieme a Castelli, Campus e Pesce, con l’apporto dei consulenti Sanguineti e Schiavina (esperti di Sordi). Pochi giorni di programmazione nei cinema per un prodotto molto televisivo, perfetto per una fiction di una sola serata che racconta con partecipazione i primi vent’anni di carriera del popolare attore romano.
La famiglia lamenta alcune inesattezze e un’interpretazione di Pesce troppo caricaturale. Non dimentichiamo che siamo nel campo della fiction, il segreto è partire dalla realtà per realizzare un prodotto avvincente e spettacolare, con rispetto e moderazione, ma senza avere come obiettivo il documentario agiografico. Il film racconta i primi passi di Sordi nel mondo dello spettacolo, portiere d’albergo a Milano, studente in accademia, comparsa per Scipione l’Africano (dove non fu cacciato, è una concessione narrativa), fino al concorso vinto come doppiatore di Oliver Hardy.
Il regista non dimentica i rapporti familiari, con il padre musicista e una madre molto presente, ma anche con il fratello ingegnere e le sorelle; accenna a un amore giovanile (Iole) che forse rappresenta molti amori finiti male, quindi la relazione con l’attrice Andreina Pagnani, interrotta da un tradimento. Importanti le parti dedicate a De Sica (produrrà Mamma mia che paura!), Fabrizi (bravissimo Lillo nella sua caratterizzazione) e Fellini (amicizia per tutta la vita, nata a Trastevere). Non può mancare la radio con i personaggi di Mario Pio e Il compagnuccio della parrocchietta, come sono ben riprodotte le sequenze simbolo de Lo sceicco bianco, I vitelloni (la pernacchia ai lavoratori), Un giorno in pretura (Tarzan, facce l’americano!), Un americano a Roma (ripresa dall’originale la sequenza dei maccheroni).
Luca Manfredi è un buon regista televisivo che non si limita a dirigere scolasticamente ma sceglie la strada più complessa; invece di rifarsi al film e citare un fotogramma d’epoca, ricostruisce sul set con precisione certosina la sequenza che vuol mostrare. Il ricordo di Sordi nei panni dello sceicco bianco in altalena, in un bianco e nero che passa al colore, è straordinario; la marana con Sordi e i ragazzini, il tronco assalito come se fosse un coccodrillo, sono momenti ben confezionati; il compagnuccio che si esprime in autobus con la sua verve logorroica è riprodotto con fedeltà.
Non mancano i dolori familiari, commoventi e intensi, dalla morte del padre alla scomparsa di una madre importante, ben interpretata da Paola Tiziana Cruciani. Edoardo Pesce è un Alberto Sordi perfetto, esiste il rischio di cadere nella caricatura, ma siamo in presenza di un personaggio che è uscito di scena da pochi anni e non è facile dimenticare quel che ha rappresentato. Ambientazione d’epoca ottima, scorrono sullo sfondo il fascismo, la guerra mondiale, la liberazione (filmati d’epoca), la ricostruzione e il neorealismo. Simboli del tempo si avvicendano mentre il laghetto di Villa Borghese accoglie coppie innamorate, sfrecciano lambrette e le prime utilitarie, così come l’avanspettacolo fa sognare gli italiani tra battute salaci e donne procaci.
Bellissimo il finale con Sordi e Fellini che decidono di festeggiare la nomination agli Oscar per La strada mangiando un piatto di maccheroni, come il personaggio del film di Steno (scritto da Fulci) che consacra il successo di Sordi. Un film utile, che sarebbe piaciuto a Sordi. Si ride, si pensa, si sogna, ci si commuove. È il cinema, bellezza. Recuperabile su RaiPlay.
Regia: Luca Manfredi. Soggetto: Fabio Campus. Sceneggiatura: Luca Manfredi, Dido Castelli, Fabio Campus, Edoardo Pesce. Collaboratori alla Sceneggiatura: Tatti Sanguineti, Maria Antonietta Schiavina. Fotografia: Stefano Ricciotti. Produzione: Marta Aceto, Emanuele Giussani, Sergio Giussani. Montaggio: Luciana Pandolfelli. Musica: Paolo Vivaldi. Interpreti: Edoardo Pesce (Alberto Sordi), Pia Lanciotti (Andreina Pagnani), Alberto Paradossi (Federico Fellini), Paola Tiziana Cruciani (Maria, madre di Alberto), Luisa Ricci (Savina), Michela Giraud (Aurelia), Paolo Giangrasso (Pino), Giorgio Colangeli (Pietro, padre di Alberto), Martina Galletta (Giulietta Masina), Francesco Foti (Vittorio De Sica), Sara Cardinaletti (Iole), Pasquale Petrolo (Aldo Fabrizi), Massimo De Santis (Steno), Gennaro Cannavacciuolo (Carmine Gallone), Massimo Wertmüller.