Diesel o elettrica….e ai bambini chi ci pensa?

Articolo di C. Alessandro Mauceri

Ormai non c’è casa automobilistica che non ha in listino diversi modelli di auto ibrida o elettrica. Tutto sbandierato come desiderio di aiutare il pianeta e salvaguardare l’ambiente. Ma davvero è così?

Procediamo con ordine. Innanzitutto la stragrande maggioranza delle auto definite “ecologiche” sono in realtà dotate di motori ibridi. Questo significa che il motore elettrico di cui dispongono è alimentato da un generatore diesel o benzina. Ciò significa che se da un lato è pur vero che in certe occasioni e per un brevissimo tragitto possono essere completamente “elettriche”, in generale non è così. I due motori lavorano insieme specie fuori città quando le velocità richiedono potenze (e quindi consumi) maggiori. Ma non basta. Disporre di due motori comporta un impatto maggiore per l’ambiente. Sia in fase di produzione che, soprattutto, dopo la rottamazione, quando si devono smaltire gli accumulatori, per le auto elettriche o ibride o elettriche emergono problemi ambientali tutt’altro che semplici (non bisogna dimenticare che le batterie usate sono rifiuti speciali e non semplici RSU). 

Alcuni potrebbero obiettare che esistono anche veicoli completamente elettrici. Ma anche in questo caso, esistono seri dubbi su quanto questi veicoli siano “ecologici”: l’elettricità che utilizzano quasi sempre è prodotta con combustibili fossili e per lo smaltimento al termine della vita utile i problemi sono gli stessi delle vetture ibride.

A confermare tutto ciò lo studio dell’ente indipendente di ricerca tedesco IFO. Secondo i ricercatori guidare una Tesla Model 3 (auto divenuta famosa proprio per la tecnologia ultramoderna imperniata sul motore elettrico) avrebbe un impatto sull’ambiente, analogo a quello di una vettura turbodiesel di analoghe dimensioni. Il calcolo è stato realizzato assumendo per la produzione di energia elettrica in Germania un fattore di emissione medio di CO2 pari a 0,55 kg/kWh, da cui risulta che la vettura elettrica comporterebbe emissioni pari a 83 g/km di CO2. Ma a questi si dovrebbe aggiungere una quantità compresa fra 73 e 98 g/km – legata alla produzione e allo smaltimento delle batterie. Ciò porterebbe le emissioni totali a 156 -181 g/km. A fronte di 141 g/km emessi da una vettura diesel di pari dimensioni! 

Hans Werner Sinn ha pubblicato sulla rivesta Project Syndicate due studi, uno austriaco ed uno tedesco, che hanno portato a risultati analoghi. “All’inizio di quest’anno, il fisico Christoph Buchal e io abbiamo pubblicato un documento di ricerca che dimostra che, nel contesto del mix energetico tedesco, un veicolo elettrico emette un po’ più di CO2 rispetto a una moderna auto diesel, anche se la sua batteria offre ai conducenti poco più della metà dell’autonomia di un serbatoio di diesel”. Poco dopo, a confermare questi risultati sarebbe stata anche la Volkswagen che ha ammesso che la e-Golf emette un po’ più CO2 rispetto al suo Golf Diesel.

Il thinktank Joanneum Research ha pubblicato uno studio commissionato dall’associazione automobilistica austriaca ÖAMTC e dalla sua controparte tedesca ADAC, dal quale emerge che per essere conveniente (in termini di emissioni di CO2) rispetto ad un’auto diesel, una vettura elettrica di medie dimensioni dovrebbe percorrere almeno 219.000 km. Peccato che le autovetture in Europa hanno una vita utile media inferiore (180.000 km) e le batterie EV, secondo Joanneum, non durano abbastanza a lungo da coprire quelle distanze. 

L’elettrico potrebbe essere davvero una alternativa solo se l’energia derivasse totalmente da fonti rinnovabili.

Anche le ricerche del CNR sui moderni motori diesel lo confermano. L’Istituto Motori del CNR di Napoli ha ribadito che le tecnologie motoristiche attualmente in sviluppo avranno un livello di inquinamento praticamente trascurabile nel prossimo decennio. Ciò significa che i motori a combustione interna saranno uno strumento strategico irrinunciabile ancora per molti anni. Gli Euro 6 diesel di nuova omologazione, infatti, emettono quantità di CO2 molto contenute, inferiori anche a quelli omologhi a benzina. Inoltre riescono a gestire gli ossidi di azoto, i famigerati NOx, molto meglio contenendo le emissioni entro i limiti imposti dalla legge. L’abbassamento delle emissioni inquinati è reso possibile dai moderni filtri FAP, utilizzati in combinazione coi catalizzatori SCR (Selective Catalytic Reduction). Due soluzioni tecniche che, secondo gli studi condotti dal CNR, permetterebbero di abbattere le emissioni a livelli addirittura inferiori a quelli prodotti dall’usura di pneumatici e freni!

L’opinione diffusa che i combustibili fossili sono “sporchi” e che quelli elettrici sono “puliti” è ormai un appuntamento fisso. Non passa giorno che non venga pubblicato un nuovo spot che inneggia a questa o a quella nuova auto ibrida o elettrica. E, non è un caso, se la domanda di veicoli elettrici o ibridi è salita in modo vertiginoso nell’ultimo periodo (anche grazie a politiche governative che sovvenzionano l’acquisto di veicoli elettrici per sostituire quelle con motore a combustione interna). Per molti possedere un’auto “pulita” e “verde” è diventato un must, ma anche una testimonianza morale di virtù  ecologista. Ma se si guarda sotto il cofano di questi veicoli “a energia pulita”, lo sporco che si trova potrebbe sorprendere molti. E non solo per l’inquinamento: molti fingono di non sapere che le batterie ricaricabili agli ioni di litio indispensabili per questi veicoli sono realizzate utilizzando materie prime minerali che lasciano dietro di sé una scia di sangue e di sfruttamento minorile nelle miniere dei paesi del centro Africa. Oggi quasi tutti i grande produttori di auto elettriche o ibride acquistano batterie realizzate con il cobalto prodotto nella Repubblica Democratica del Congo  RDC, il più grande produttore del mondo, con il 60% delle riserve del pianeta. Eppure solo nella RDC, sono almeno 40mila i bambini che lavorano quotidianamente nelle miniere di coltan dal quale si estrae il litio per le batterie. Il prezzo che questi bambini pagano per tenere (forse) un pochino più pulita è vivere in un ambiente sporco e malsano, rinunciando alla loro stessa vita e a qualsiasi possibilità di sviluppo. Tuttoin cambio di una una macchina il cui motore è così silenzioso da non far sentire nemmeno le loro grida. 

Foto: PRESSENZA

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